Venezia 66: Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans – La recensione in anteprima
Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans (Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans) regia di Werner Herzog, con Nicolas Cage, Val Kilmer, Eva Mendes, Xzibit, Shea WhighamBrandi Coleman, Katie Chonacas, Tom Bower, Vondie Curtis-Hall, Irma P. Hall, Lance E. Nichols, Kyle Russell Clements, David Joseph Martinez, Jennifer Coolidge, Fairuza Balk, Brad Dourif, Shawn
Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans (Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans) regia di Werner Herzog, con Nicolas Cage, Val Kilmer, Eva Mendes, Xzibit, Shea WhighamBrandi Coleman, Katie Chonacas, Tom Bower, Vondie Curtis-Hall, Irma P. Hall, Lance E. Nichols, Kyle Russell Clements, David Joseph Martinez, Jennifer Coolidge, Fairuza Balk, Brad Dourif, Shawn Hatosy, Denzel Whitaker.
Terence McDonagh è un detective della omicidi del dipartimento di polizia di New Orleans. Durante l’allagamento del carcere cittadino causato dall’uragano Katrina un suo gesto coraggioso salva la vita a un detenuto che rischiava di allegare, gli garantisce una promozione con encomio ma lo condanna a continui dolori di schiena da combattere con forti dosi di farmaci antodolorifici. Un anno dopo la dipendenza da Vicodin ha portato anche quella da cocaina, ma Terence continua a essere un poliziotto dal fiuto infallibile, anche se dai metodi non proprio ortodossi. Dopo una strage con un’intera famiglia sterminata, Terence di trova in mezzo a una vera guerra per fermare il traffico di droga di Big Fate, sospettato del massacro appena compiuto. Un ragazzo, unico testimone, è la sola arma che si può usare contro il boss ma la paura non lo fa avvicinare al tribunale. Solo quando Terence viene degradato per aver pestato i piedi sbagliati arriverà l’occasione per passare dalla parte opposta.
Il progetto di un (non) remake de Il cattivo tenente (Bad Lieutenant di Abel Ferrara del 1992) è nato col progetto di una serie televisiva che avrebbe dovuto essere prodotta dalla Lionsgate. Il progetto è stato realizzato con la sceneggiatura di William Finklstein, firma di serie come Nypd e L.A. Law. Dal copione è emerso un taglio decisamente differente rispetto a quello che aveva realizzato Ferrara e si è quindi pensato a Herzog come un regista adatto per portarlo a termine. Può sembrare difficile comprendere quali siano le motivazioni che hanno spinto un regista e documentarista, con una forte caratteristica autoriale come Werner Herzog, ad accettare un progetto del genere ma chi lo conosce ben sa che Herzog è uno che ama le sfide. Le infinite polemiche che sono state al centro del dibattito a distanza che si è creato tra Herzog e Ferrara, che pare non aver apprezzato l’idea di una “violazione” della sua creatura fin dall’inizio, potrebbe sembrare parte di un ideale copione di un film “fuori dal film”, scherzo che a Herzog sarebbe sicuramente piaciuto orchestrare.
Il cattivo tenente di Herzog in effetti ha poco a cui spartite con Il cattivo tenente di Ferrara. Gli elemento in comune è ovviamente il personaggio di un poliziotto che crede di poter esercitare la legge ponendosene al di sopra, completamente dipendente dalla droga e dalle scommesse. Diametralmente opposta l’ambientazione (che sembra essere stata suggerita da Nicolas Cage), dalla New York dei grattacieli ai bassifondi di New Orleans ancora segnata dal disastro dell’uragano Katrina. Il film di Herzog è una riflessione astratta sui labirinti macchiavellici che separano il bene dal male senza tracciare una linea ben definita, mentre Ferrara aveva costruito un calvario doloroso, un cammino di fede dannatamente concreto di un uomo combattuto dalla sporcizia della materia quotidiana il cui animo è profondamente eroso dal senso si colpa generato da una religione insita del suo d.n.a. (acido desossido ribonucleico, come viene sottolineato nel film).
Il vero Herzog traspare in alcune sequenze oniriche del film, quando le inquadrature offrono delle soggettive impossibile di rettili (iguane e caimani) che sembrano essere frutto dei deliri narcotici di Terence. Realtà o allucinazione, impossibile districarsi, come appare impossibile capire quanto lo sviluppo narrativo della vicenda sia stato programmato da McDonagh o quanto esso sia frutto del caso. Ecco dove si era nascosto il vero Werner. Lontano dalla densità e dello spessore dei migliori film di fiction del regista vi si possono però udire i lontani echi di megalomania di personaggi come Aguirre o di Fitzcarraldo, deliri di onnipotenza nel cui corso sono inestrivabilmente intrecciati caso, destino e caparbietà (sovra)umana.
Nicolas Cage interpreta un ruolo che avrebbe dovuto essere di Christopher Walken (opinione puramente personale) se solo avesse avuto dieci anni di meno. Come dimostrò in Via da Las Vegas (che gli valse un Oscar) Cage se la cava bene con le dipendenza, ora è la droga allora fu l’alcool, e ,sebbene non abbia la carica autodistruttiva di Harvey Keithel, riesce a risultare credibile con la sua schiena storta e la smorfia di dolore.
Nel ruolo dell’allibratore che piazza le scommesse per Terence c’è Brad Dourif, attore feticcio e collaboratore di Werner Herzog.
Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans uscirà nelle sale venerdì 11 settembre
Voto Carlo: 6,5
Voto Gabriele: 7
Voto Simona: 7,5