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Le 13 rose – La recensione in anteprima

Le 13 rose (Trece Rosas) Regia di Emilio Martínez Lázaro, con Fernando Pardo, Pilar López de Ayala, Veronica Sánchez, Gabriella Pession, Marta Etura, Nadia de Santiago, Teresa Hurtado de Ory, Bárbara Lennie, Alba Alonso, Cèlia Pastor, Silvia Mir, Sara Martín, María Cotiello, Miren Ibarguren, Carmen Cabrera, Adriano Giannini, Enrico Lo VersoLa fine della guerra civile

25 Agosto 2009 11:37

Le 13 RoseLe 13 rose (Trece Rosas) Regia di Emilio Martínez Lázaro, con Fernando Pardo, Pilar López de Ayala, Veronica Sánchez, Gabriella Pession, Marta Etura, Nadia de Santiago, Teresa Hurtado de Ory, Bárbara Lennie, Alba Alonso, Cèlia Pastor, Silvia Mir, Sara Martín, María Cotiello, Miren Ibarguren, Carmen Cabrera, Adriano Giannini, Enrico Lo Verso

La fine della guerra civile spagnola è alle porte e l’esercito del generale Franco si sta avvicinando alla città di Madrid. E’ il 1939 e tredici giovani volontarie pacifiste della Brigata Socialista, organizzazione umanitaria per l’aiuto alle persone che maggiormente hanno sofferto le violenze degli scontri, vengono arrestate con una terribile accusa: avrebbero fatto parte di un complotto teso a organizzare l’assassinio di Franco. Le ragazze vengono imprigionate e fatte parlare con ogni mezzo necessario. Nonostante le torture subite, il loro legame e la loro amicizia non si rompe. La loro condanna le trasformerà in martiri per un bene superiore contro una feroce dittatura.

L’ultimo lavoro di Emilio Martínez Lázaro, ispirato a fatti storici realmente accaduti, richiama alla mente anche solo per il suo titolo le vicende di Sophie Scholl raccontante nel film La Rosa Bianca di Marc Rothemund. Racconti di giovani donne capaci di morire per un ideale e di lottare contro la dittatura nazifascista. La storia ci insegna che non fu tanto differente quello che accadde in Spagna durante la Guerra Civile e la dittatura franchista dalla realtà che si poteva vivere in Germania con l’avanzata del partito Nazional Socialista o in Italia coi fascisti di Mussolini. L’anima nera d’Europa si diffondeva con la forza attraverso il consenso forzato. Il rifiuto di un saluto romano veniva punito con la violenza, impossibile quindi esprimere solidarietà e umanità anche solo attraverso un pacifico volantinaggio.

Accadde così nella Madrid sotto il costante bombardamento delle forze franchiste che un gruppo di giovani simpatizzanti del partito comunista decidessero di fondare una piccola associazione volta ad aiutare chi per colpa della guerra si trovava in difficoltà. Il film di Lázaro dipinge bene la sfrontatezza con cui le tredici giovani donne affrontavano i militari con la testa alzata di chi è consapevole di essere nel giusto. Il loro più grave errore fu quello di sottovalutare il precipitare della situazione e la conseguente possibilità che un semplice gesto dimostrativo potesse causare una reazione tanto grave. Anche il carcere viene affrontato cantando dalle tredici rose, forti della loro amicizia e della loro unione, ma poste di fronte all’accusa di aver organizzato il tentato omicidio del Generalissimo, solo allora il loro mondo crolla come un castello di carte.

Le 13 rose è un film in costume in vecchio stile. Ridottissimi effetti speciali, costumi di sartoria e pettinature anni trenta, scenografie cittadine capaci di cammuffare il lato moderno di Madrid e quella leggera patina polverosa sull’obiettivo della cinepresa in grado da rendere l’atmosfera delle macerie di un bombardamento. Cinematograficamente è un film piuttosto tradizionale, con una trama complessa in quanto la sceneggiatura prova a raccontare qualcosa di ciascuna delle tredici donne protagoniste, quasi parificandone i ruoli (sebbene un paio emergano rispetto alle altre), scelta narrativa che si paga rendendo molto intricato l’intreccio, soprattutto nella prima parte introduttiva, e semplificando in modo estremo alcuni elementi delle trame personali e dei sottotesti del film.

Diametralmente opposto a Il sangue dei vinti di Michele Soavi, il film Le 13 rose è un film che ha la storia dalla sua parte. I libri ci insegnano che Franco è caduto e che la Spagna è uscita dalla Seconda Guerra Mondiale ferita ma capace di rialzarsi, tanto da essere diventata una delle nazioni europee maggiormente in fase di sviluppo. Qualcuno potrebbe notare che è più facile raccontare una storia vera sotto questa prospettiva, ovviamente questo qualcuno non sarebbe un simpatizzante della politica “rossa”. Purtroppo il problema non sta nel messaggio etico veicolato dall’episodio narrato ma, come accadeva nel film di Soavi, è la forma cinematografica del film che non funziona alla perfezione, in particolare sul finale altamente melodrammatico che non rende giustizia, ma contribuisce a perpetuare la memoria delle tredici rose, morte innocenti per un ideale.

Le 13 rose uscirà nei cinema il 28 di agosto

Voto Carlo 6 (politico)