Le commedie sexy anni ’70 sono responsabili di tutti i mali della nostra società?
Interessante scambio di opinioni fra Lietta Tornabuoni e Marco Giusti sulle pagine del quotidiano torinese La Stampa. La prima, pubblicava ieri un articolo dal titolo Il brutto sdoganato resta brutto in cui stroncava, sparando a zero, i B-movies italiani deli anni settanta e ottanta; incolpando Alvaro Vitali, Edwige Fenech, Bombolo, Lino Banfi, soldatesse, professoresse e
Interessante scambio di opinioni fra Lietta Tornabuoni e Marco Giusti sulle pagine del quotidiano torinese La Stampa. La prima, pubblicava ieri un articolo dal titolo Il brutto sdoganato resta brutto in cui stroncava, sparando a zero, i B-movies italiani deli anni settanta e ottanta; incolpando Alvaro Vitali, Edwige Fenech, Bombolo, Lino Banfi, soldatesse, professoresse e dottoresse varie, di essere responsabili di tutti i mali della odierna società nel nostro Paese. Il secondo, risponde oggi firmando un pezzo (Ma la Fenech non ha inventato il berlusconismo) in difesa di quel genere cinematografico che seppur non “alto” ha generato un vero e proprio culto, e viene ancora oggi celebrato da spettatori ed autori, e non solo entro i confini italiani. Di certo non si può mettere sotto processo il cinema trash di trent’anni fa, per gli scandali di Palazzo Grazioli, di Papi e di Patrizia D’addario.
Mettere in parallelo le pellicole di Franco Franchi & Ciccio Ingrassia con i cinepanettoni (e cinecocomeri vari) targati Massimo Boldi & Christian De Sica, a chi scrive sembra un insulto alla memoria di due grandi attori del nostro cinema. Di questo passo si arriverà a paragonare Totò e Peppino ai Fichi d’India. Apriamo dunque il dibattito e chiediamo a voi di leggere i due articoli linkati e tornare poi a dirci cosa ne pensate. Sostenete la tesi della Tornabuoni o state dalla parte di Giusti? Scrivetelo nei commenti!