Riunione di famiglia – di Thomas Vinterberg: la recensione
Riunione di famiglia (En mand kommer hjem, Danimarca / Svezia, 2007) di Thomas Vinterberg; con Oliver Møller-Knauer, Thomas Bo Larsen, Ronja Mannov Olesen, Helene Reingaard Neumann, Brigitte Christensen, Morten Grunwald, Karen-Lise Mynster, Ulla Henningsen, Paw Henriksen, Shanti Roney.Thomas Vinterberg torna col suo ultimo film sul terreno del suo film più fortunato, quel Festen che aprì
Riunione di famiglia (En mand kommer hjem, Danimarca / Svezia, 2007) di Thomas Vinterberg; con Oliver Møller-Knauer, Thomas Bo Larsen, Ronja Mannov Olesen, Helene Reingaard Neumann, Brigitte Christensen, Morten Grunwald, Karen-Lise Mynster, Ulla Henningsen, Paw Henriksen, Shanti Roney.
Thomas Vinterberg torna col suo ultimo film sul terreno del suo film più fortunato, quel Festen che aprì ufficialmente il Dogma 95, movimento ideato assieme a Lars Von Trier e che morì qualche tempo dopo. Siamo ancora in famiglia: segreti, tradimenti e rivelazioni sono il pane dell’intreccio.
Protagonista di Riunione di famiglia è Sebastian, ragazzo giovane, balbuziente, con due madri (perché il padre si è suicidato), che ritorna nel paese d’origine per festeggiare sia l’anniversario del paesino, sia per festeggiare il ritorno a casa del cantante lirico Karl Kristian Schmidt. Scoprire che quest’ultimo è in realtà il suo vero padre, che ovviamente non si è suicidato, è quasi immediato.
Evidentemente Vinterberg sentiva anche lui la necessità di un ritorno, dopo un incredibile passo falso come Le forze del destino e un oggetto discusso come Dear Wendy, scritto proprio dall’amico e collega Von Trier. L’opportunità quindi era proprio quella di tornare con una storia familiare, così come lo era Festen. Al contrario di questo, però, Riunione di famiglia non pretende di essere un pungo nello stomaco ed è confezionato più come una semplice commedia.
Anche nello stile di Vinterberg ci sono residui di Dogma, così come in altri registi che presero (direttamente o indirettamente) parte al movimento. Zoomate e inquadrature “scorrette” riaggiustate sul momento non mancano, ma appunto il Dogma è ormai lontano. Lo è purtroppo anche Festen, che negli intenti era ben diverso da Riunione di famiglia, certamente, ma era anche molto più divertente.
Il ritorno di Sebastian, interpretato da Oliver Møller-Knauer, interesse certo per il pubblico femminile e queer (e, tra l’altro, curiosamente simile allo stesso regista), si costruisce su una serie di accadimenti più o meno pericolosi che, se non rivelati, assumono caratteristiche ancora più grandi: il tutto scoppia, ma il regista sorprende in negativo e lo fa finire in tarallucci e vino, dopo una parte finale che mai avrebbe fatto pensare a qualcosa di simile.
In mezzo, alcuni siparietti. Strappano qualche sorriso quelli con il cuoco perfezionista e folle, costretto a fare i conti con Schmidt, artista (e perciò volubile) che non vuole mangiare praticamente mai. Ma per il resto, davvero, non c’è molto per cui entusiasmarsi: né dal punto di vista del discorso (che si dice sulla famiglia, sull’amore, sul rapporto padre-figlio?) né dal punto di vista emotivo (alzi la mano chi si è affezionato ai personaggi e alle loro storie!). L’ultimo Vinterberg, lanciato come “il lato comico di Festen“, sembra quindi una versione sbiadita – anche nelle intenzioni – del film di dieci anni fa.
E’ vero poi che, come Von Trier, anche Thomas Vinterberg o si ama o si odia. Però chi lo ama o lo ha amato dovrà scegliere qualche via traversa per apprezzare quest’ultimo lavoro (c’è già chi ci è riuscito), chi lo odia non farà fatica a ribadire il concetto che, dopo Festen, di un Vinterberg originale o comunque che potesse scatenare un serio dibattito non s’è visto nulla.
Voto Gabriele: 5