Terra Madre – La recensione in anteprima
Terra madre di Ermanno Olmi con il contributo di Franco Piavoli.Ermanno Olmi aveva promesso che dopo Centochiodi avrebbe abbandonato il cinema di fiction per tornare all’antica passione del documentario e, tralasciando il cortometraggio Il premio, con Terra Madre mantiene fede alla promessa fatta sebbene come abbia dichiarato lo stesso regista questo film non dovrebbe essere
Terra madre di Ermanno Olmi con il contributo di Franco Piavoli.
Ermanno Olmi aveva promesso che dopo Centochiodi avrebbe abbandonato il cinema di fiction per tornare all’antica passione del documentario e, tralasciando il cortometraggio Il premio, con Terra Madre mantiene fede alla promessa fatta sebbene come abbia dichiarato lo stesso regista questo film non dovrebbe essere considerato un lavoro di Ermanno Olmi, ma piuttosto “a cura di”.
Lo spunto da cui nasce questo progetto è l’omonimo progetto concepito dall’associazione Slow Food, frutto del suo percorso di crescita e che oggi ha il suo fulcro nella convinzione che “mangiare è un atto agricolo e produrre è un atto gastronomico”. Una convention nel 2006 ha portato oltre 4000 rappresentanti di minoranze etniche e culturali a Torino per confrontarsi su tematiche riguardanti l’agricoltura, l’alimentazione e la produzione sostenibile.
Olmi non si limita a documentare questo momento di incontro e di scambio, ma giustappone frammenti e sequenze eterogenee sul tema della consapevolezza ambientale e del rapporto tra uomo e natura. Le interviste e gli interventi degli ospiti di Terra Madre sono intervallati da brani estratti da programmi televisivi come Superquark in cui si racconta la creazione di una banca mondiale di semi, realizzata nel cuore di una montagna in Norvegia, oppure l’esperienza di alcune scuole americane in cui ai ragazzini viene affidata la cura di un orto per imparare ad avere un rapporto più diretto con la terra.
Il documentario si apre con la lettura di un brano tratto da Le Georgiche del poeta Virgilio e si conclude con una lunga sequenza, L’orto di Flora, filmata da Franco Piavoli che con il tocco leggero e poetico (molto vicino al suo capolavoro Il pianeta azzurro) racconta per immagini il lavoro di un uomo nel suo orto in un pittoresco angolo di campagna sulle sponde dell’Adige.
Olmi mostra in 78 minuti non la nostalgia di un mondo che non esiste più, ma la volontà di molte persone di ritrovare un’armonia con la natura e di abbandonare il concetto di coltura intensiva imposto da modelli di mercato che non tengono conto che le risorse a nostra disposizione non sono infinite. Ne nasce un documentario fortemente accorato sul mondo contadino, non un capolavoro documentaristico ma un’importante testimonianza su un nuovo mondo possibile.
Per meglio comprendere gli intenti di Ermanno Olmi riportiamo una breve nota di regia che lo stesso regista ha diffuso a proposito di Terra Madre:
Il primo appunto che Carlo Petrini mi ha inviato è del 1° luglio 2006. E dice: “questo sarà un film politico e preveggente per far conoscere a tutti coloro che ancora non sanno, quegli esempi positivi che le Comunità dei contadini di tutto il mondo e i Presidi Slow Food mostreranno nel corso del grande raduno Terra Madre 2006 a Torino”. E io, naturalmente, ero fra coloro del nostro tempo che non conoscevano la solidale unione di intenti testimoniati in questo raduno mondiale fra tutte le Genti contadine. Uomini e donne che nelle loro terra ancora resistono all’incalzare di una delittuosa politica di sfruttamento esasperato e devastante dei suoli fertili, unica risorsa per il cibo di tutti i popoli. Una testimonianza eroica di eterna e leale alleanza con la natura e i suoi frutti. Un’alleanza che non ha barriere di lingue, divisioni di ideologie e religioni, né confini di Stati.
Al Forum di Terra Madre ho riconosciuto i contadini come li ricordavo nelle nostre campagne, al tempo della mia infanzia. I volti dei contadini si somigliano in ogni angolo del mondo. Sono volti su cui si riconoscono le medesime tracce di vita, così come le fisionomie dei paesaggi con i campi arati, le colture, i pascoli. Oggi quel mondo dei contadini è assediato dalle grandi imprese il cui scopo è nel profitto. Anche il contadino vuole guadagnare, ma il suo attaccamento alla terra è anche un atto d’amore ed è in questo sentimento solidale che si genera il rispetto della Natura. Sono sicuro che questi onesti cittadini non tradiranno mai la loro Terra. E noi cittadini metropolitani, che viviamo inscatolati nelle nostre città, senza più i colori e i profumi delle stagioni forse, in un giorno molto prossimo, se ci capiterà di passare accanto a un orto dove un nonno e una piccola bimba colgono i frutti maturi, allora potremo ancora riconoscere la vera casa dell’uomo.
Terra Madre uscirà nelle sale l’8 maggio 2009
Voto Carlo 6,5