Sbirri: Raoul Bova nel film di Roberto Burchielli
Sbirri (Italia, drammatico, 104′) Regia di Roberto Burchielli; sceneggiatura di Roberto Burchielli; montaggio Alessandro Paseri; fotografia Gigi Martinucci; scenografia Stefano Giambanco; costumi Stefano Giovani; musiche Fabrizio Lamberti; con Raoul Bova, Alessandro Sperduti, Simonetta Solder, Luca Angeletti.Sbirri è un prodotto che vorrebbe unire il linguaggio del reportage a quello della finzione cinematografica, perché è la prima
Sbirri (Italia, drammatico, 104′) Regia di Roberto Burchielli; sceneggiatura di Roberto Burchielli; montaggio Alessandro Paseri; fotografia Gigi Martinucci; scenografia Stefano Giambanco; costumi Stefano Giovani; musiche Fabrizio Lamberti; con Raoul Bova, Alessandro Sperduti, Simonetta Solder, Luca Angeletti.
Sbirri è un prodotto che vorrebbe unire il linguaggio del reportage a quello della finzione cinematografica, perché è la prima volta in Italia – per quello che mi ricordo – in cui un attore conosciuto come Raoul Bova partecipa – per un mese – ad operazioni autentiche della squadra antidroga.
Un progetto innovativo – che ha coinvolto anche la moglie del protagonista -, e per darvi un’idea vi cito la scena in cui Raoul Bova si sente male dopo l’arresto di uno spacciatore: tutto è successo veramente. Un lungo appostamento, la corsa per acchiappare il ragazzo, un’esperienza che Bova ha vissuto come “un violento colpo allo stomaco”.
Il film racconta la storia di Matteo Gatti – il nome è stato scelto in omaggio al giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti che si è più volte messo nei panni dei clandestini -, un famoso giornalista televisivo che vede morire il figlio in un incidente stradale a causa dell’assunzione di una pastiglia di ecstasy. Da questo avvenimento nasce la decisione di svolgere un’inchiesta sul mondo della droga, seguendo la squadra antidroga milanese in un vero e proprio viaggio agli inferi. La pellicola arriverà sugli schermi il 10 aprile.