Cinema Universale d’Essai: trailer e locandina
Uscirà il 6 marzo il film documentario italiano Cinema Universale d’Essai, diretto da Federico Micali. La pellicola racconta la vita del mitico Cinema Universale di Firenze, sede storica degli appassionati della settima arte, nato nel dopoguerra e chiuso nel 1989. Il documentario di Federico Micali ha inaugurato la 49° edizione del Festival dei Popoli, ha
Uscirà il 6 marzo il film documentario italiano Cinema Universale d’Essai, diretto da Federico Micali. La pellicola racconta la vita del mitico Cinema Universale di Firenze, sede storica degli appassionati della settima arte, nato nel dopoguerra e chiuso nel 1989.
Il documentario di Federico Micali ha inaugurato la 49° edizione del Festival dei Popoli, ha vinto il Premio della giuria al Levante Film Festival ed ora esce nelle sale. A Roma il 6 marzo sarà in programmazione al Politecnico Fandango (alle ore 18, 19.30, 21, 22.30) con il cast ed il regista presenti. In seguito saranno previste proiezioni a Bologna, Milano, Ferrara, Napoli e Torino anche in collaborazione con il circuito “Documè”.
Di seguito trovate il trailer, alcune testimonianze storiche ed i dati tecnici della pellicola. Qui il sito ufficiale del film.
Morando Morandini:
Era un cinema di Firenze, in via Pisana 43 nel quartiere del Pignone, vicino alla Porta San Frediano. Si trasformò in d’essai nel gennaio 1974 con programmazione mensile su richiesta del pubblico.Divenne, riflettendo quegli anni di caos, un polo d’attrazione politico-culturale specialmente per gli studenti universitari di sinistra, una scuola d’immedesimazione anarchica per tutti coloro che trovavano al cinema quel che inutilmente cercavano nella società. A Firenze, diventata negli anni ’80 la capitale culturale d’Italia, al culmine della contestazione arrivò l’eroina, diventò un cinema “da fumare”, ebbe il suo periodo punk. Ci si andava, con o senza biglietto, per assistere al casino che accadeva in sala più che per vedere un film: giravano piccioni, ranocchi, un tipo che in Vespa circumnavigò la sala, un altro che arrivò in Fiat 500 sino alla biglietteria. Si chiuse nel 1989. Oggi è una discoteca. Con più di 50 testimoni che ne raccontano la storia, è tutt’altro che un documentario incasinato: compatto, scorrevole (montaggio Yuri Parrettini), colonna sonora 1960-90 curata da Stefano (Il Genrale) Bettini con Giampiero Bigazzi, brevi animazione a passo uno, fiorentinamente turpiloquente. Prodotto dall’Ass., Navicellai.
Adriano Sofri:
I fiorentini di ceppo o di adozione dalla mezza età in su, e anche parecchi dei loro figli, stanno guardando il film di Federico Micali “Cinema Universale d’essai”.E’ la storia variamente documentata (racconti, immagini d’epoca, montaggi eclettici, animazioni, tutto molto svelto e spiritoso) di un locale che fu per un paio di decenni movimentati –dai ’60 agli ’80- il luogo d’incontro prediletto di giovani e popolo in un cinema di San Frediano dove si andava per una quantità di buone ragioni, compresa, a volte, l’intenzione di vedere il film. La leggenda rossa dell’Universale è vissuta di aneddoti singolari – piccioni volanti davanti allo schermo delle Ali della libertà, urla e oggetti lanciati contro la brutale gendarmeria di Fragole e sangue, una vespa –intesa come motociclo- entrata a fare dei giri della sala in piena programmazione, gare di fumo e di battutacce, retate di polizia, amori nati e finiti, woodstock interposte, politica militante, deriva tossica, calcio politico, calcio e basta, chiusura e fine di un’epoca. Il film –chiamarlo documentario è riduttivo, a meno di capire che i documentari ben fatti sono film bellissimi- è molto divertente da vedere, dopo un po’ (dura 73 minuti) si diventa pensierosi, e alla fine si scopre di essersi guardati in un singolare e rivelatore specchio, attori e comparse di una storia famosa e malfamata e deformatissima. Trama di uomini, tanti, e donne, poche, ma memorabili. Persone nemmeno tanto anziane si fregano gli occhi per la meraviglia di riaccorgersi di com’erano appena l’altroieri e ieri. All’uscita dall’Universale gli occhi erano collettivamente rossi, per un’esuberanza di fumo. Ora sono rossi per ragioni più solitarie e nostalgiche. C’era Firenze, allora. Anche dopo che l’alluvione sembrò portarla via. C’era anche l’Italia, allora, nel bene e nel male, come si dice: tutto ciò che c’è c’è nel bene e nel male. Anche ciò che non c’è più, Firenze, o l’Italia, non c’è ma nel bene e nel male. Ho visto che danno il film anche nel resto d’Italia, adesso: il resto d’Italia non faticherà a riconoscere una storia anche sua. Quel passato apparirà ribollente di mattane, megalomanie, chiasso e scempiaggini. Il presente apparirà come una piazza grande in cui sia passata una manifestazione o un concerto, e siano rimasti solo cicche, cartoccetti di noccioline e lupini, lattine e manifestini creativi spazzati dal vento e da qualche taciturno pulitore precario extracomunitario.
Iacopo Gori – Corriere.it:
“…il film piace e funziona e diventa un caso. Perché la storia del cinema Universale di Firenze non è solo la storia di uno dei tanti cinema d’essai chiusi negli ultimi anni ma è la storia di almeno tre generazioni di spettatori, di come sono cambiati e di come siamo cambiati anche noi e il mondo che ci circonda”.
La Nazione
“Uno splendido viaggio nella memoria universale di un cinema molto particolare”
Walter Veltroni – Ciak
“…si applaudiva, si insultava, si sfotteva. E’ la meravigliosa storia del ‘Cinema Universale d’essai’, una sala del Pignone, il quartiere operaio di Firenze. E’ un film su un cinema. Ma una storia vera, con testimonianze degli spettatori che raccontano con nostalgia le giornate trascorse nella bolgia di quel cinematografo. E’ il documentario che ho fatto vedere a mia figlia per farle capire cosa erano “quelle sale” leggendarie.
Cinema Universale D’essai
Regia: Federico Micali
Montaggio: Yuri Parrettini
Fonico di presa diretta: Giacomo Guatteri
Riprese: Yuri Parrettini, Pamela Maddaleno
Animazione a Passo Uno (Stop Motion): Giacomo Salizzoni e Francesco Alessandra
Una Produzione: Navicellai
con Enrico Palchetti, Marco Righi, William Galli, Matteo Poggi
Con il supporto di: Mediateca Regionale Toscana Film Commission
Provincia di Firenze
e Comune di Firenze
Liberamente tratto dal libro
“Breve Storia del Cinema Universale” di Matteo Poggi edito da Polistampa