Home Festival di Venezia Ponyo sulla scogliera – di Hayao Miyazaki: recensione in anteprima

Ponyo sulla scogliera – di Hayao Miyazaki: recensione in anteprima

Ponyo sulla scogliera (Gake no ue no Ponyo, Giappone, 2008) di Hayao Miyazaki.Sosuke, un bimbo di cinque anni, vive in cima a una scogliera affacciata su Inland Sea. Una mattina trova Ponyo, una pesciolina rossa con la testa incastrata in un barattolo di marmellata. Sosuke la salva e la mette in un secchio di plastica:

4 Marzo 2009 00:11

Ponyo sulla scogliera: trailer italianoPonyo sulla scogliera (Gake no ue no Ponyo, Giappone, 2008) di Hayao Miyazaki.

Sosuke, un bimbo di cinque anni, vive in cima a una scogliera affacciata su Inland Sea. Una mattina trova Ponyo, una pesciolina rossa con la testa incastrata in un barattolo di marmellata. Sosuke la salva e la mette in un secchio di plastica: ha deciso che se ne prenderà cura, vista la simpatia reciproca che subito scatta tra i due. Ma lo stregone Fujimoto, papà di Ponyo, è deciso a far tornare la figlia in mare…

Quando fu presentato in concorso a Venezia, dove fu snobbato dalla Giuria senza neanche un piccolo premio per il contributo tecnico, abbiamo definito Ponyo on the cliff by the sea, titolo internazionale della pellicola, il più infantile del film di Hayao Miyazaki. Riconfermiamo la nostra posizione, convinti che questa definizione sia solo una carta a favore delle intenzioni del maestro e dello straordinario risultato finale.

Di Miyazaki c’è chi ama un po’ tutto, e c’è invece chi ama di più il filone “maturo” di Mononoke e chi ama quello più “diretto” di Totoro. Pochi dubbi sul fatto che Ponyo sulla scogliera faccia parte del secondo ipotetico filone, e anzi ne radicalizzi tutti gli aspetti. Quindi dopo il già citato Totoro e dopo una perla del calibro di Kiki – Consegne a domicilio, Ponyo rappresenta l’estremizzazione totale della poesia fanciullesca di Miyazaki.

Realizzato per essere capito in modo immediato anche da un bambino di 5 anni, come ha dichiarato lo stesso regista, Ponyo sulla scogliera è un inno alla magia della semplicità raggiunto attraverso un lavoro sudato, studiato e puramente artigianale. In un’epoca di CG, Miyazaki prende carta e matita e realizza un film d’animazione a mano, e con 170000 tavole porta la favola della Sirenetta di Andersen nel suo mondo fatto di tematiche ambientaliste e magia irresistibile.

Chi storcerà il naso, perché ama il Miyazaki un po’ più cattivo di Mononoke, forse non ha mai capito del tutto il regista, o si è fermato solo ad uno dei risultati più estremi della sua filmografia: e forse non sarebbe azzardato definire Ponyo sulla scogliera l’altra faccia della medaglia di Princess Mononoke. Con questa consapevolezza in più ci si rende conto che il nuovo, grandissimo lavoro di Miyazaki funziona alla perfezione sia con i bambini, col suo mondo che bisognerebbe dare loro a colazione ogni mattina, sia con gli adulti.

Non si tratta di un addolcimento involontario, ma di una dichiarazione d’intenti fin dal prologo, praticamente muto, dolcissimo e geniale, con la pesciolina Ponyo e le sue adorabili sorelline. Non contando i titoli di testa, tra l’altro. E sotto la commozione, i momenti in cui anche i più duri si troveranno sciolti sulla poltrona e sotto le sincere risate ci sono ancora i mondi che rischiano di scontrarsi e, ora più che mai, si abbracciano in un fantastico inno alla speranza.

L’Occidente incontra l’Oriente (Andersen riletto da Miyazaki? Fermiamoci un attimo a pensare alla grandezza di questo fatto), il mondo del mare incontra la terra, e dopo lo tsunami -stupefacente la scena in cui il mare prende vita- arriva una riappacificazione solo dopo numerose prove. Prove che Sosuke (tenerissimo col cappellino da marinaio, ispirato alla figura del figlio Goro, e per questo si potrebbe aprire anche una lettura sulla famiglia nella filmografia del regista) dovrà affrontare per riuscire a salvare Ponyo e per salvare forse il destino di un mondo. Giungendo ad una consapevolezza in più, fatta di comprensione e attenzione, anche verso quelli che erano visti subito come i villain della situazione: quei valori che non appartengono agli adulti, in sostanza.

Miyazaki è ancora Miyazaki, con le sue invenzioni e le sue trovate che arricchiscono una base già ben calibrata e tutta da gustare. E ci regala un’altra personale iconcina da portarci dentro per sempre: quando parleremo di lui e dei suoi film, non si potrà non citare Ponyo stessa, in qualunque forma, pesciolina o bambina che ama il prosciutto, comunque personaggio già di culto. E c’è da dire che se effettivamente il personaggio Ponyo resterà nella memoria, è grazie anche alla canzoncina che, prima di vedere il film, aveva scatenato non poche riserve tra i fan.

Voto Gabriele: 9
Voto Simona: 9
Voto Carla: 9

Dal 20 marzo al cinema.

Festival di Venezia