Torino Film Festival 2008 – le recensioni di Dixia de tiankong (The Shaft) di Zhang Chi, Quemar las naves di Francisco Franco, Bam gua nat (Night and day) di Sang-soo Hong
Il concorso del Torino Film Festival 26 continua a rivelarsi una sezione competitiva di alto livello: arrivare ad un palmares finale per la Giuria dovrebbe essere un lavoro piuttosto complicato. A parte un paio di titoli, gli altri si sono rivelati per ora prodotti di indubbia qualità, piacciano o meno. E’ stato presentato al festival
Il concorso del Torino Film Festival 26 continua a rivelarsi una sezione competitiva di alto livello: arrivare ad un palmares finale per la Giuria dovrebbe essere un lavoro piuttosto complicato. A parte un paio di titoli, gli altri si sono rivelati per ora prodotti di indubbia qualità, piacciano o meno.
E’ stato presentato al festival il cinese Dixia de tiankong (The Shaft) di Zhang Chi, che narra tre storie che hanno a che fare in un modo o nell’altro col lavoro in una miniera. Tre personaggi descritti nel rapporto con la famiglia e con la città, in questo caso rurale.
Dopo il modello imposto negli ultimi anni da Jia Zhang-ke i registi cinesi paiono aver assunto il suo sguardo, e critica e pubblico devono per forza fare paragoni tra i nuovi lavori di giovani registi con quelli del regista di Still Life. Indubbiamente temi e sguardi di The Shaft richiamano il cinema di Jia, ma Zhang Chi è un regista da tenere d’occhio per come tratta i suoi personaggi. Al solito si tratta di un film lento, ma l’interesse per la vicenda e per la costruzione dei personaggi mantiene viva l’attenzione. Ribadisco: da tenere d’occhio.
Il concorso ha poi donato un altro asso al festival, ovvero la sorpresa Quemar las naves (qui trovate il trailer), applauditissimo (chi se l’aspettava) dal pubblico a fine proiezione. Il regista ha un nome agghiacciante: Francisco Franco. Che paura. Detto ciò, si tratta di un film messicano che narra la storia di due ragazzi, una sorella e un fratello, e di una madre in fin di vita. La ragazza sta tutto il giorno a casa e non studia per poter tenere sotto controllo la salute della madre, mentre il ragazzo sembra fin troppo superprotetto, anche dagli amici, è timido e s’interessa soprattutto al disegno. Un giorno a scuola arriva un ragazzo dall’aria non molto rassicurante, con tanto di cicatrice su un occhio: per il protagonista potrebbe iniziare una svolta personale e sentimentale…
Non si tratta di un film drammatico come si può pensare leggendo la trama, ma è un mix di generi che tocca la commedia, il film di formazione e il melò. Il bello di Quemar las naves è che sembra vivere in un mondo tutto suo; che non significa non attingere alla realtà e non raccontare nulla, ma vive di regole non ordinarie, poco popolari nonostante poi il film conquisti senza problemi, e vive di una sottile follia che diverte e coinvolge.
La storia d’amore omosessuale che racconta e che vede coinvolto il fratello (un bellissimo ed efebico Angel Onesimo Nevares) è solo la prima tappa per il regista per raccontare un personaggio che deve staccarsi dal proprio passato, ovvero “quemar las naves” (che da noi potremmo accostare al detto “bruciarsi i ponti alle spalle”). Spicca per talento Irene Azuela, ossia la sorella che tende ad avere un rapporto morbosetto col fratello: il suo personaggio è disegnato in modo grandioso, e lei è bravissima nel dare sfumature inedite e sorprendenti. Quemar las naves è un film colorato, scritto in modo interessante e tutt’altro che scontato. Ed ha almeno una scena bellissima, quella in cui il giovane, che non ha mai visto il mare e al quale il ragazzo appena arrivato a scuola ha tentato di spiegare cos’è, toglie tutti i disegni fatti fino ad allora dalle pareti della sua camera per appenderci un enorme disegno proprio del mare: la sintesi di cosa voglia dire amare, forse.
Fuori concorso è stato poi presentato il nuovo film di Hong Sangsoo, Bam gua nat (Night and day), storia di un pittore costretto a fuggire dalla Corea per un motivo assurdo, ovvero aver fumato mentre era ubriaco della marijuana. A Parigi, dove vive in un dormitorio, incontra la sua ex-ragazza, ed è il primo di una serie di conoscenze soprattutto femminili. Intanto a casa in Corea è rimasta sua moglie…
Il film è scandito in giornate ed è talvolta commentato dalla voce off del protagonista. Che è descritto in tutta la sua contradditorietà, anche se all’inizio sembra un personaggio decisamente positivo: dopotutto l’uomo – che comunque pensa spesso alla moglie – passa anche molto facilmente da una ragazza all’altra. Anche in sogno. Bam gua nat, che ha qualcosa di rohmeriano forse nella tipologia di racconto e nel ritmo, è abbastanza convincente, anche se avrebbe necessitato di qualche spuntatina nel minutaggio.