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Torino Film Festival: recensione di The Great Rock’n’Roll Swindle

The Great Rock’n’Roll Swindle (La grande truffa del rock’n’roll, Gran Bretagna, 1979) Regia e sceneggiatura Julien Temple; fotografia Adam Barker-Mill, Nicholas D. Knowland, John Metcalfe, Willi Patterson; montaggio Richard Bedford, Crispin Green, Mike Maslin, Bernie Pokrzywa, David Rae, Gordon[…]

di alfredo
29 Novembre 2008 08:56

The Great Rock’n’Roll Swindle (La grande truffa del rock’n’roll, Gran Bretagna, 1979) Regia e sceneggiatura Julien Temple; fotografia Adam Barker-Mill, Nicholas D. Knowland, John Metcalfe, Willi Patterson; montaggio Richard Bedford, Crispin Green, Mike Maslin, Bernie Pokrzywa, David Rae, Gordon Swire; scenografia Celia Barnett; costumi Norma Moriceau; musica Sex Pistols; suono John Griffiths; interpreti Malcolm McLaren, Steve Jones, Paul Cook, Sid Vicious, John Lyndon.

The Great Rock’n’roll Swindle è un film in dieci capitoli che alterna fiction, materiale documentario girato in 8 e 16 mm e videotape, più sequenze con i cartoni animati. Già i titoli dei capitoli sono tutto un programma – basta qualche esempio -: lascia perdere la musica e concentrati sui conflitti generazionali; non suonare, ma insistere con le parolacce; come rubare alla casa discografica; coltivare l’odio… E il resto non è da meno. Il film è come il punk e i Sex Pistols: triviale, spiazzante, irritante, a tratti disgustoso, spregevole, fastidioso… Potrei continuare a lungo con gli aggettivi ma fermiamoci qui.

Alla fine non ci si alza dalla sedia prima della fine del film perché ci sono tante storie “dietro” questa pellicola. Una, tra le tante, è che questo è un film “postumo”, perché è uscito dopo la morte di Sid Vicious e signora, e dopo lo scioglimento dei Sex Pistols e la fine stessa del punk. Questo perché il progetto originario del film prevedeva alla regia Russ Meyer, con una sceneggiatura firmata insieme a Roger Ebert – scriveranno poi Beneath the Valley of the Ultra-Vixens. Pure il titolo era diverso: Who Killed Bambi?. Ma poi la produzione era fallita e si era riusciti a riprendere il film solo nel 1978 con un altro regista, un’altra sceneggiatura ed un altro titolo – in una scena comunque si continua a sfruttare il nome del tenero cerbiatto.