Festival Internazionale del Film di Roma – Il passato è una terra straniera: recensione in anteprima
Il passato è una terra straniera (id. – Drammatico, Italia 2008) Regia di Daniele Vicari, con Elio Germano, Michele Riondino, Chiara Caselli, Valentina Lodovini, Daniela Poggi, Marco Baliani, Lorenza Indovina, Maria Jurado, Romina Carrisi, Federico Pacifici, Antonio Gerardi. Giorgio è un magistrato di successo. Un giorno, al termine di un’udienza viene avvicinato da una donna,
Il passato è una terra straniera (id. – Drammatico, Italia 2008) Regia di Daniele Vicari, con Elio Germano, Michele Riondino, Chiara Caselli, Valentina Lodovini, Daniela Poggi, Marco Baliani, Lorenza Indovina, Maria Jurado, Romina Carrisi, Federico Pacifici, Antonio Gerardi.
Giorgio è un magistrato di successo. Un giorno, al termine di un’udienza viene avvicinato da una donna, un fantasma del suo passato. L’incontro, seppure brevissimo, fa rivivere a Giorgio un periodo della sua vita che forse preferirebbe dimenticare…
Studente modello, figlio di intellettuali borghesi, il ventiduenne Giorgio conduce la vita normale e ordinaria di un giovane universitario. almeno fino a quando non entra in contatto con Francesco. Bello, carismatico ed elegante, Francesco per vivere gioca a carte, è un abile baro e sembra avere in mano le chiavi per il successo. In una Bari dai contorni sfocati, in cui ambienti segreti e torbidi fanno da sfondo a una quotidianità tranquilla e rassicurante, Giorgio e Francesco diventano amici e complici. Ha inizio una lenta ed inesorabile discesa agli inferi, fra partite di poker truccate, soldi facili, droghe e sesso senza amore con ricche signore annoiate. Il film sarà nelle sale a partire da questo venerdì 31 ottobre.
Prodotto dalla Fandango ed R&C Produzioni, in collaborazione con Rai Cinema, il film è tratto da un romanzo di successo di Gianrico Carofiglio (gli è valso il Premio Bancarella 2005) ed ha sicuramente dei punti di forza (la bravura dei protagonisti in primis) ma anche, purtroppo, qualche punto debole di troppo.
Un plauso particolare a Michele Riondino che ci regala una performace davvero ottima e dà corpo ad un personaggio non facile, rendendolo reale nella sua naturalezza. Bravissimo anche Elio Germano, nonostante mi sia sembrato un po’ fiacco nelle prime scene. A conferma del fatto che non esistono piccole parti, (ma solo piccoli attori), Marco Baliani brilla per straordinaria bravura seppure appaia sullo schermo per brevissimo tempo. Buona la regia di Daniele Vicari, molto dinamica ed intensa, stilisticamente ineccepibile…eppure alla pellicola manca qualcosa. Quel qualcosa che ti fa uscire dal cinema soddisfatto ed appagato, con la testa e gli occhi ancora pieni di immagini ed emozioni.
Passiamo quindi alle note dolenti. In primo luogo un paio di buchi di sceneggiatura non indifferenti nella parte finale del film. Non entro nel merito per non scivolare nello spoiler, ma ci sono un paio di questioni importanti che vengono inspiegabilmente lasciate in sospeso. Inoltre, a discapito della forza emozionale del film che, per i suoi contenuti e per le situazioni che ci mostra, potrebbe essere un gran bel pugno nello stomaco, la sceneggiature non scava nella psicologia dei personaggi, non rende il pubblico mai partecipe dei pensieri, tormenti, ossessioni, sensi di colpa, di Giorgio o Francesco.
L’ambientazione è anonima. Sappiamo che l’azione si svolge a Bari perchè ci viene detto, ma potrebbe trattarsi di una città qualsiasi in Italia: non c’è nulla che caratterizzi il luogo e anche il dialetto viene utilizzato solo in un paio di occasioni. I personaggi secondari sono solamente abbozzati, asettici, non sappiamo quasi nulla di loro. Potrebbe essere una scelta voluta ed in alcuni casi condivisibile, ma personalmente trovo irritante che venga tirato in ballo un personaggio (penso, nello specifico, alla sorella di Giorgio), lasciando intendere che abbia una storia da raccontare, per poi abbandonarlo senza spiegazioni dopo avergli fatto pronunciare appena due battute.
In definitiva: un’ottima occasione mancata. Voto 6