Festival Internazionale del Cinema di Roma: Rembrandt’s J’accuse di Peter Greenaway
E’ stato presentato ieri al Festival Internazionale del Cinema di Roma il film d’apertura della sezione L’Altro Cinema/Extra, che qualcuno potrebbe paragonare alla veneziana Orizzonti per la capacità di guardare al cinema contemporaneo seguendone linee e sperimentazioni. Parliamo di Rembrandt’s J’accuse, un documentario diretto da Peter Greenaway.Si tratta a tutti gli effetti comunque del nuovo
E’ stato presentato ieri al Festival Internazionale del Cinema di Roma il film d’apertura della sezione L’Altro Cinema/Extra, che qualcuno potrebbe paragonare alla veneziana Orizzonti per la capacità di guardare al cinema contemporaneo seguendone linee e sperimentazioni. Parliamo di Rembrandt’s J’accuse, un documentario diretto da Peter Greenaway.
Si tratta a tutti gli effetti comunque del nuovo film del regista, e si tratta senza dubbio di un corollario del precedente, inedito e bellissimo Nightwatching, che ripercorreva le disgrazie di Rembrandt dovute al suo capolavoro La Ronda di Notte. In questo nuovo film Greenaway tenta di mettere ancora più in luce i segreti di quel quadro, un vero e proprio atto di denuncia che ritrae un omicidio.
Dopo il ciclo dedicato al suo Tulse Luper, ecco quindi un’altra grande ossessione per il regista, che esordì proprio con un lungometraggio (I misteri del giardino di Compton House) dedicato ad un pittore che, disegnando gli schizzi del giardino di una nobildonna, scopriva un omicidio. In Rembrandt’s J’accuse Greenaway usa 30 quadri corrispondenti a 30 tesi (l’ossessione per i numeri… ricordate Giochi nell’acqua?) per analizzare la vicenda già narrata appunto in Nightwatching.
Greenaway si fa detective e giudice. Tuttavia, ancora una volta, più che la vicenda in sé sembra interessare la riflessione che il regista continua a fare sul cinema e sull’arte. Le prime recensioni di Rembrandt’s J’accuse confermano quest’idea, e sembra che il film sia stato accolto abbastanza bene. Per vederlo ci toccherà aspettare in eterno, visto che Nightwatching, dopo il passaggio a Venezia nel 2007, non l’ha voluto distribuire nessuno.