Venezia 65: Do Visìvel ao Invisìvel – Burn After Reading
La partenza di George Clooney, Brad Pitt e dei fratelli Coen, ha riportato una certa tranquillità al Lido; sempre se di tranquillità si può parlare, in questi giorni di frenetica follia. Mezza intossicata dai vari (inutili) spray anti-zanzare, fra disguidi burocratici, casi di infarto al PalaLido, ritardi brevi o (più spesso) lunghi ed ore di
La partenza di George Clooney, Brad Pitt e dei fratelli Coen, ha riportato una certa tranquillità al Lido; sempre se di tranquillità si può parlare, in questi giorni di frenetica follia. Mezza intossicata dai vari (inutili) spray anti-zanzare, fra disguidi burocratici, casi di infarto al PalaLido, ritardi brevi o (più spesso) lunghi ed ore di appostamento sotto il sole per catturare con la mia Nikon le più ambite prede; sono riuscita a vedere anche qualche film. Il più grande rimpianto rimarrà quello di non aver presenziato alla proiezione di mezzanotte di Girara no gyakushû: Tôya-ko Samitto kikiippatsu, ma la stanchezza ed il sonno hanno avuto la meglio su volontà.
Mi scuso per la ripetizione, ma devo fare da eco alle parole già scritte da Gabriele, per dire che sento terribilmente la mancanza della vecchia sigla. Più allegra, più colorata, più scoppiettante… Più.
Fuori concorso
Do Visìvel ao Invisìvel, di Manoel de Oliveira
Bastano tre aggettivi per descrivere efficacemente il geniale cortometraggio di Manoel de Oliveira: originale, ironico, pungente. A riprova del fatto che a un grande regista possono bastare meno di 7 minuti per esprimere la propria arte.
Burn After Reading – A prova di spia, di Joel & Ethan Coen
Non me ne vogliano i fan dei fratelli Coen. Questa nuova commedia non rientra fra i loro lavori più riusciti. Sicuramente molto divertente, interpretata da un ottimo cast (un applauso particolare lo dedico a Brad Pitt che mi ha davvero saputo stupire) e sorretta da un copione originale e ricco di battute ad effetto capaci di regalare al pubblico qualche gustosa risata… ma alla fine si esce dalla sala con la sensazione che gli enfants terribles del cinema avrebbero forse potuto fare di più. O forse ci hanno semplicemente abituati troppo bene in passato.
Venezia 65