Cineblog consiglia: Non drammatizziamo… è solo questione di corna
Non drammatizziamo… è solo questione di corna (Domicile conjugal, Francia , 1970). Regia di François Truffaut. Con Jean-Pierre Léaud, Claude Jade, Hiroko Berghauer, Ada Lonati. Commedia, 95’Stanotte, Sabato 9 Agosto, Canale 5 ore 02:25Antoine (Jean-Pierre Léaud) e Christine Doinel (Claude Jade) sono due giovani coniugi in attesa della nascita del primo bambino. Lei dà lezioni
Non drammatizziamo… è solo questione di corna (Domicile conjugal, Francia , 1970). Regia di François Truffaut. Con Jean-Pierre Léaud, Claude Jade, Hiroko Berghauer, Ada Lonati. Commedia, 95’
Stanotte, Sabato 9 Agosto, Canale 5 ore 02:25
Antoine (Jean-Pierre Léaud) e Christine Doinel (Claude Jade) sono due giovani coniugi in attesa della nascita del primo bambino. Lei dà lezioni di violino e lui prepara le colorazioni artificiali per i fiori.
L’equilibrio della loro esistenza, modesta e tranquilla, viene modificato quando Antoine ottiene un impiego presso un’industria americana. Questo avvenimento e la contemporanea nascita del figlio provocano alcuni mutamenti nella loro vita coniugale: la donna si concentra maggiormente nei suoi compiti di madre e l’uomo, sentendosi trascurato, cede al fascino esotico di Kyoko, una cliente della sua azienda, della quale diviene l’amante. Presto però gli incontri con Kyoko perdono il fascino iniziale e ricreano in Antoine l’interesse per la dolce Christine che, a sua volta, seppur delusa, non ha cessato di amare il marito…
Seppur penalizzato dall’osceno titolo in italiano, questo 4° capitolo della saga Doinel, che si concluderà nel 1979 con L’Amour en fuite, mostra un deciso taglio malinconico, nascosto dietro l’apparente leggerezza e semplicità. Antoine (interpretato da Leaud, attore feticcio di Truffaut) inizia ad avviarsi verso la maturità, rimanendo però in fondo un adolescente, con la sua incapacità di integrarsi nella società e di adattarsi alle regole ed alle convenzioni.
Doinel può essere visto come un alter-ego del regista, che creò il personaggio pensando a sé stesso, alle sue esperienze adolescenziali di ragazzo difficile, i suoi rapporti con madre e patrigno, trovando nel giovanissimo Jean-Pierre Léaud l’attore ideale per interpretarlo nel primo film della serie, I quattrocento colpi, e nei successivi.
Truffaut è un maestro, stupisce ed emoziona con la delicatezza delle immagini e dei dialoghi. Le dinamiche fra i personaggi diventano quasi surreali, seppur mantenendo un aspetto di illusorio realismo. Il tema principale è quello dell’adattamento alla realtà della società industriale, alla necessità di abbandonare lo sguardo leggero e a volte infantile dell’artista per far posto all’assunzione di una matura responsabilità, lasciando in secondo piano l’analisi della vita coniugale di una normale famiglia borghese parigina. Nel cast emerge Claude Jade, molto carina e ben adatta al ruolo.