Cineblog consiglia: Fahrenheit 451
Fahrenheit 451, (Fahrenheit 451, Gran Bretagna , 1966). Regia di Francois Truffaut. Con Oskar Werner, Julie Christie, Cyril Cusack, Anton Driffing. Drammatico, 112’Stanotte, Sabato 2 Agosto, Canale 5 ore 02:25Tratto dal famosissimo ed omonimo romanzo di Ray Bradbury (edito in Italia anche con il titolo Gli anni della fenice), narra di una ipotetica società dispotica
Fahrenheit 451, (Fahrenheit 451, Gran Bretagna , 1966). Regia di Francois Truffaut. Con Oskar Werner, Julie Christie, Cyril Cusack, Anton Driffing. Drammatico, 112’
Stanotte, Sabato 2 Agosto, Canale 5 ore 02:25
Tratto dal famosissimo ed omonimo romanzo di Ray Bradbury (edito in Italia anche con il titolo Gli anni della fenice), narra di una ipotetica società dispotica del futuro, nella quale i libri sono fuorilegge. Il compito dei pompieri è paradossalmente quello di trovarli e bruciarli tutti. Montag, capo di una centrale operativa di pompieri, scopre la bellezza della lettura e progressivamente cercherà di distruggere il sistema, fuggendo infine dalla società e rifugiandosi in una nuova comunità di uomini…
Quinto lungometraggio del regista francese François Truffaut, fu il suo primo girato a colori e con una produzione straniera (e quindi con un budget elevato). Fedele al libro da cui è tratto, si inserisce nel filone (1984, Il mondo nuovo) dell’analisi e della denuncia, tramite il genere fantascientifico, delle dinamiche di controllo sociale , dell’uso distorto del potere mediatico, della progressiva deviazione della società aperta in struttura totalitaria. Lo schermo televisivo costringe la popolazione ad una ebete sudditanza nei confronti del potere ed i libri, possibile strumento di emancipazione culturale e viatico verso la libertà, vengono eliminati e bruciati.
La sceneggiatura è in linea di massima la trasposizione fedele dei dialoghi del libro, con alcuni cambiamenti: scompare nel film il personaggio di Faber, l’anziano professore che aiuta Montag a ribellarsi, mentre assume più rilievo la figura di Clarisse. Il finale è stato radicalmente mutato.
Truffaut, appassionato ed onnivoro lettore, trova nel romanzo di Bradbury un motivo d’interesse forte e personale: l’amore del regista per i libri è noto ed esplicitato in alcune delle scene più belle dei suoi film (ne I quattrocento colpi, Antoine Doinel, alter ego di Truffaut, prende un brutto voto nel tema in classe, perché accusato di plagio dopo aver citato inconsciamente, spinto dall’amore per il libro, il finale di un romanzo di Balzac). La dimensione futuristica ed iper tecnologica presente nel romanzo si perde quasi totalmente, sostituita dalla visione fiabesca e romantica che Truffaut, “salvato” in gioventù dai libri, dà della letteratura, strumento indispensabile per l’emancipazione sociale ed individuale dell’uomo.