The Hunting Party – la recensione
The Hunting Party (id. Azione – USA, Croazia, Bosnia-Herzegovina 2007) Regia di Richard Shepard, con Richard Gere, Terrence Howard, Jesse Eisenberg, James Brolin, Ljubomir Kerekeš, Kristina Krepela, Diane Kruger. Il famoso e spregiudicato giornalista televisivo Simon Hunt (Richard Gere) ed il suo operatore Duck (Terrence Howard) hanno lavorato insieme sotto le bombe e nelle trincee
The Hunting Party (id. Azione – USA, Croazia, Bosnia-Herzegovina 2007) Regia di Richard Shepard, con Richard Gere, Terrence Howard, Jesse Eisenberg, James Brolin, Ljubomir Kerekeš, Kristina Krepela, Diane Kruger.
Il famoso e spregiudicato giornalista televisivo Simon Hunt (Richard Gere) ed il suo operatore Duck (Terrence Howard) hanno lavorato insieme sotto le bombe e nelle trincee di mezzo mondo, diventando celebri per i loro pluripremiati reportage di guerra. Un giorno però, sconvolto dalle atrocità a cui ha assistito e dalla morte della donna che amava, Simon perde il controllo in diretta tv e si gioca la carriera. Duck, dopo cinque anni, torna a Sarajevo per realizzare un servizio sul quinto anniversario della fine della guerra e viene contattato da Simon. Il suo vecchio amico ha per le mani un grosso scoop e lo convince a partire insieme a lui sulle traccie della ‘Volpe’, un criminale di guerra bosniaco che né Nato né Onu sembrano avere interesse a stanare.
La frase di lancio del film, che appare sul manifesto appena sotto al titolo, recita: “come possono trovare il criminale di guerra più ricercato del mondo quando la CIA non ne è capace? [Semplicemente cercandolo]“. E’ con questo spirito che il film ironizza sull’inattività delle forze dell’ordine e su quanto poco facciano per assicurare alla giustizia i criminali di guerra. Intendiamoci: non si tratta di un film di denuncia e non vuole esserlo, ma pur restando un prodotto inteso ad intrattenere e divertire il pubblico riesce, grazie alle numerose battute sagaci, anche a far riflettere.
All’inizio della pellicola, sullo schermo appare la frase “solo i particolari più assurdi di questa storia sono veri“. In realtà i fatti narrati si basano su un’esperienza raccontata sulla rivista Esquire dallo stimato giornalista Anderson. L’articolo raccontava la storia di Anderson e di altri quattro giornalisti che nel corso dello stesso anno si erano recati in Bosnia. Tutti e cinque avevano lavorato nei Balcani come reporter di guerra. Cinque anni dopo la fine delle ostilità, nell’estate del 2000, erano tornati a Sarajevo. Dopo una nottata passata a scambiarsi racconti, bere birra e a pensarci su, avevano avuto un’idea sensazionale sebbene un po’ stravagante, quella di mettersi sulle tracce del criminale di guerra Radovan Karadzic, trovarlo e consegnarlo alla giustizia. Con l’aiuto di un poliziotto serbo convinto che i giornalisti fossero in realtà membri di un commando della CIA, i cinque si misero sulle tracce dell’uomo più ricercato di tutta Europa. Fino a quando la CIA non si fece viva…. (Per questa e altre curiosità sul film, vi rimando al post pubblicato da Carla, corredato anche di una ricca fotogallery).
Presentato lo scorso settembre alla 64esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, The Hunting Party è stato accolto abbastanza freddamente dalla critica, che lo ha bollato come poco verosimile: un peccato secondo il mio parere, avrebbe meritato di più. Pur con qualche scivolone di sceneggiatura (la vendetta personale che spinge Simon all’azione è forse un po’ troppo forzata), Richard Shepard amalgama bene gli elementi della pellicola, la commedia ‘on the road’ e l’azione, il noir la realtà.
Richard Gere è molto valido nel ruolo del disilluso, incoscente e un po’ folle Simon e Terrence Howard non è da meno. Peccato che Diane Kruger sia relegata in un ruolo di pochi minuti, quasi un cammeo. A mio avviso è un film da vedere, se non altro per il fatto che – per una volta – le forze armate americane fanno proprio una pessima figura.
Voto Simona: 7