CineBlog consiglia: I predatori dell’Arca perduta
I predatori dell’Arca perduta (Raiders of the Lost Ark, USA, 1981) di Steven Spielberg; con Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, Denholm Elliott.Stasera, 21.05, RaiDueUn film, un mito. E una delle varie ragioni per cui vogliamo così bene a Steven Spielberg. Prima di un prequel (Il tempio maledetto), e prima dei due sequel (L’ultima crociata
I predatori dell’Arca perduta (Raiders of the Lost Ark, USA, 1981) di Steven Spielberg; con Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, Denholm Elliott.
Stasera, 21.05, RaiDue
Un film, un mito. E una delle varie ragioni per cui vogliamo così bene a Steven Spielberg. Prima di un prequel (Il tempio maledetto), e prima dei due sequel (L’ultima crociata e l’ultimo Il Regno del Teschio di Cristallo), è questo il film che ha dato il via alla leggenda e che ha dato ulteriore fortuna a Spielberg e George Lucas (co-autore del soggetto), ma soprattutto ad Harrison Ford, che nel giro di pochi anni si ritrovò ad interpretare tre ruoli che sarebbero rimasti nella storia del cinema: il contrabbandiere Ian Solo (Guerre Stellari), il poliziotto Deckard (Blade Runner) e l’irresistibile professore di archeologia Henry Jones Jr. detto Indiana (dal nome del cane di Lucas!).
Con I predatori dell’Arca Perduta, presentato in Sala Grande a Venezia nel 1981, eccitando i cinefili onnivori e scandalizzando i puristi, si tocca una delle vette del cinema d’avventura, tra perfette scene d’azione e dialoghi curati in cui si sente la nostalgia verso le vecchie buone sceneggiature di decenni prima. In questo frullato abilmente orchestrato, non senza alcune spruzzate di horror (ancora più incisive ed inattese nel film successivo), Indiana Jones fa il suo ingresso, corre a cavallo, salta e spara (anche a bruciapelo: leggete questa chicca) ed entra subito nell’immaginario collettivo.
Cosa pensiamo del quarto capitolo? Tutti in redazione hanno la loro idea, giustamente. Penso però di poter dire che guardando le prime immagini, vedendo (di sfuggita) il trailer e sentendo quella mitica musica siamo tutti catapultati verso quel 23 maggio con nostalgia, più che con preoccupazione.