Il treno per il Darjeeling: recensione in anteprima
Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited, USA, 2007) di Wes Anderson; con Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman, Anjelica Houston, Bill Murray, Natalie Portman, Roman Coppola.Wes Anderson avrebbe voluto che il suo corto Hotel Chevalier, che all’ultima Mostra di Venezia ha preceduto la proiezione di The Darjeeling Limited (da noi Il treno per
Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited, USA, 2007) di Wes Anderson; con Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman, Anjelica Houston, Bill Murray, Natalie Portman, Roman Coppola.
Wes Anderson avrebbe voluto che il suo corto Hotel Chevalier, che all’ultima Mostra di Venezia ha preceduto la proiezione di The Darjeeling Limited (da noi Il treno per il Darjeeling), venisse visto da tutti prima della pellicola. Visto che la distribuzione glielo ha impedito (per un motivo assurdo) e che Hotel Chevalier è davvero una perla, cercatevelo su Internet, e poi fiondatevi a vedere Il treno per il Darjeeling.
Anderson non rinuncia ancora una volta al suo cinema, e gliene siamo grati. Storia di tre fratelli che si ritrovano dopo un anno dalla morte del padre, il film è incentrato ancora una volta sui rapporti famigliari. Recuperando Jason Schwartzman, che lavorò in quello che per il sottoscritto resta il miglior film del regista, Rushmore, continuando la collaborazione con l’amico Owen Wilson e lavorando per la prima volta con Adrien Brody, Anderson ci invita a salire sul treno e a seguire le vicende paradossali dei tre fratelli Whitman in India.
Seguendo un itinerario studiato dal fratello maggiore, che vuole trovare la sua strada spiritual-esoterica, i tre si troveranno a doversi confrontare, prima che col mondo, tra di loro. Fino ad arrivare dalla madre, interpretata da un altro “ritorno”, Anjelica Huston.
Tra bellissime carrellate orizzontali e un buon uso dello zoom, Wes Anderson si conferma uno dei registi americani più dotati ed anche più originali. Dice bene Fornara quando parla, riguardo alla filmografia del regista, di “film claudicanti, malaticci e deboli”, e non certamente a livello artistico ma di pensiero. Anderson ancora una volta ci presenta personaggi non ordinari, che gli attori interpretano spesso e volentieri con poche espressioni, e che instaurano tra di loro rapporti insicuri.
Rispetto ad altri film, ne Il treno per il Darjeeling comunque c’è un senso di speranza in più, anche grazie alla (forse banale, ma chiara, limpida ed emozionante) metafora verso l’epilogo. E il tutto è reso più divertente e godibile dalla tecnica del regista, che usa rallenti quando deve usarli e sa quel che fa, dai meravigliosi abiti di Milena Canonero, dalle musiche e dai costanti colori accesi, fra i quali predomina il giallo.
Per questo Il treno per il Darjeeling è un film bello, e sicuramente tra i titoli più interessanti dell’anno. A Venezia non ha vinto nulla, ma almeno si è portato a casa, con corrette motivazioni, il Leoncino d’Oro. Quindi non perdete il treno, come capita a Bill Murray all’inizio del film: perdereste un nuovo gioiello.
Voto Gabriele: 8
Voto Simona: 7/8