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L’allenatore nel pallone 2: fotogallery e interviste a Lino Banfi e Sergio Martino

Ieri ve l’abbiamo recensito, bocciandolo senza pietà, e oggi torniamo nuovamente a occuparcene… Parliamo de L’allenatore nel pallone 2, nelle sale italiane da questo venerdi.Il menù del giorno offre due interessanti interviste, al regista, Sergio Martino, e al mitico Lino Banfi, realizzate da Federico Corallo per lo studio Lucherini Pignatelli, e come dessert una succolenta

9 Gennaio 2008 08:30



Ieri ve l’abbiamo recensito, bocciandolo senza pietà, e oggi torniamo nuovamente a occuparcene…
Parliamo de L’allenatore nel pallone 2, nelle sale italiane da questo venerdi.

Il menù del giorno offre due interessanti interviste, al regista, Sergio Martino, e al mitico Lino Banfi, realizzate da Federico Corallo per lo studio Lucherini Pignatelli, e come dessert una succolenta e gustosa foto gallery, tanto per gradire e digerire il tutto.
Siete pronti? E allora partiamo madonnina dell’ncoroneda…

Sergio Martino, come è nata l’idea de L’allenatore nel pallone 2?

Il progetto era nell’aria da anni grazie al grande successo del nostro primo film ed alla simpatia suscitata presso gli appassionati che ne sollecitavano fin da subito un nuovo capitolo. Molti calciatori, ad esempio, lo conoscevano a memoria perchè spesso veniva proiettato nei ritiri delle squadre per creare un clima di svago e rilassatezza e per alleggerire la tensione prima delle gare. Il capo della redazione sportiva della Rai, Fabrizio Maffei, poi, mi ha raccontato che alle Olimpiadi di Atene 2004 durante una sua visita alla squadra italiana di scherma prima della finale fu accolto allegramente dagli atleti con l’urlo “Ti spezzo la noce del capocollo” come gli accadeva durante una scena del primo “Allenatore nel pallone” in cui interpretava se stesso accanto Banfi.

Ancora: qualche tempo dopo, quando nell’ultima partita di campionato la squadra del Modena venne promossa in serie A, i suoi giocatori mostrarono divertiti sotto la tradizionale maglia gialla una canottiera che- citando le gesta calcistiche dell’immaginaria squadra di Canà- portava la scritta “La Longobarda colpisce ancora”. Ancora oggi ci sono persone che mi citano a memoria intere scene del prototipo invitandomi a dargli un seguito al più presto, l’anno scorso mi è accaduto addirittura con un gruppo di italiani che ho incontrato mentre ero in vacanza su una spiaggia delle Maldive..

Anche Lino Banfi ha ricevuto nel tempo tante e costanti testimonianze di simpatia e di affetto per L’allenatore nel pallone ma era piuttosto scettico sull’ipotesi di girarne un sequel..

Si, era forse troppo coinvolto con “Un medico in famiglia” e il suo personaggio di Nonno Libero e con tante altre fiction di grande successo ma poi si è convinto che sarebbe stata una scelta indovinata, anche perché c’erano stati al cinema negli ultimi tempi i precedenti positivi dei fratelli Vanzina che hanno prima riproposto “Febbre da cavallo-La Mandrakata” proseguendo le vicende del celebre primo film del loro papà, Steno, e poi hanno girato con Abatantuono il seguito del loro “Eccezzziunale veramente”. Un paio d’anni fa Lino si rese disponibile a partecipare ad un nuovo copione sull’argomento di cui intanto avevo già ideato una traccia con la collaborazione di mio fratello Luciano (che era stato uno dei produttori del primo film) e degli sceneggiatori Biglione, Guerrieri e Verucci ma la storia era stata scritta prima della cosiddetta “calciopoli” del 2006 e parlava di un calcio dove non si era ancora verificato un simile scandalo e allora abbiamo dovuto modificarla rincorrendo una cronaca sportiva in continua evoluzione, con coinvolgimenti emotivi anche drammatici. La versione finale è stata aggiornata strada facendo sino a poco prima delle riprese, ed anche sul set sono stati aggiunti nuovi spunti e nuove battute per tenere il passo con l’attualità grazie all’ottima e collaudata intesa con Lino, che ha dato sempre suggerimenti utili ritrovando con piacere quelle corde comiche a lui care dopo tante prove in tv legate a quelle più sentimentali e commoventi.

Banfi vi ha dato anche un aiuto prezioso per ottenere le adesioni amichevoli e spontanee di importanti calciatori e di diversi protagonisti del mondo del calcio..

Si, convinti di poter contribuire a sdrammatizzare la difficile situazione attuale del mondo del calcio, molti atleti e personaggi celebri tutti fans entusiasti di Lino e del suo mago Oronzo hanno interpretato se stessi recitando gratis o devolvendo il loro compenso in beneficenza grazie a Lino ed all’affetto ed alla simpatia che provano per lui acconsentendo volentieri quando lui li ha cercati personalmente ad uno ad uno, a partire dal sanguigno e simpaticissimo allenatore Carlo Mazzone, proponendo loro di essere coinvolti in scena per un cameo amichevole. Hanno recitato con noi ad esempio campioni di oggi come Totti, Del Piero, Buffon, Luca Toni e di ieri come Antonioni e Pruzzo oltre a giornalisti sportivi come Ilaria D-Amico, Mughini, Piccinini, Sconcerti e Mauro ed alle riconferme nel cast di Andrea Roncato, Giuliana Calandra nel ruolo della moglie del mister Mara..Canà, ed alle “new entries” Anna Falchi- che è una giornalista sportiva d’assalto- Maurizio Casagrande, che è un magistrato, Biagio Izzo, marito della figlia di Cana e padre del suo nipotino Oronzino.

Quali novità e quali similitudini crede che esistano tra il primo e il secondo film?

La prima volta raccontavamo calciatori che si muovevano solo nel campo da gioco, mentre ora non potevamo non tener conto di come ai nostri giorni i campioni vengano usati anche in modo diverso, ad esempio come testimonial pubblicitari o come opinionisti delle trasmissioni sportive in tv, che in questi 23 anni sono notevolmente cresciute di numero. “L’allenatore nel pallone 2” racconta in fondo una storia che pur aderendo alla realtà del calcio attuale intende riproporre soprattutto la serenità e la gioia con le quali deve essere vissuto questo sport. Il nuovo film aspira anche a essere un veicolo ideale per contrapporre al cinismo dilagante valori positivi come l’onestà, e la lealtà e Banfi-Canà si propone come paladino di una pulizia per l’ambiente lanciando anche un piccolo messaggio sulla lealtà sportiva, sempre più necessaria da parte di chi sta in campo e da chi ne sta fuori. I tifosi del nostro film sono sanguigni, legati allo sfottò anche piuttosto aggressivo com’è sempre avvenuto, ma non degenerano mai nella violenza cieca, feroce e fine a se stessa oggi purtroppo cosi tanto diffusa…

E ora si passa all’intervista del mitico Oronzo Canà, alias Lino Banfi…

Mr., come l’hanno convinto a riproporre il suo esuberante, vulcanico e frenetico “mister” della Longobarda?

Il nostro primo film sull’argomento è diventato un vero e proprio fenomeno, lo girammo nel 1984 ma il pubblico lo conosce ancora a memoria grazie alle tv ed ai dvd che sono sempre andati a ruba. Quando pero’ negli anni scorsi il regista Sergio Martino e suo fratello, il produttore Luciano, mi sollecitavano a tornare sull’argomento con una nuova storia io ero sempre dubbioso perché non ho mai creduto nell’efficacia dei sequel. Ultimamente però, avendo verificato il costante e diffuso gradimento nel tempo del mio personaggio, mi sono reso conto che sarebbe stato divertente e stimolante portarlo a contatto col mondo del calcio di oggi e con tutti gli scandali recenti.

Il “mago Oronzo” apparirà quindi molto pià maturo rispetto ad oltre 20 anni fa ma con la stessa mentalità calcistica di sempre ed i modi schietti e veraci che ne hanno fatto la fortuna..

Si, Canà viene richiamato dal suo “buen retiro” nella campagna pugliese dove si era rifugiato alla fine della sua carriera e viene invitato a guidare nuovamente la Longobarda tornata in serie A e proprietà di nuovi ricchi senza scrupoli che in segreto intendono nuovamente affossarla. L’allenatore intuirà però presto i reali e pessimi propositi dei dirigenti e si batterà alla sua maniera per riaffermare i principi del calcio pulito e della lealtà sportiva.

Analogamente a quanto accaduto nel primo film avete potuto contare su varie e prestigiose “guest star” in scena..

Già prima dell’inizio delle riprese fissate a fine agosto, avevamo realizzato in estate alcune sequenze nel ritiro del Milan, a Milanello, con Ancellotti, Inzaghi e Seedorf, e in quello della Roma, a Trigoria, dove abbiamo girato con Totti, Taddei, De Rossi, Spalletti ed altri una scena che nella finzione apparirà ambientata nel tunnel dello stadio Olimpico dove alla fine della partita Roma –Longobarda, persa come al solito in malo modo dalla sua squadra, Canà viene amabilmente preso in giro dagli avversari. Tra i vari campioni oltre a Gigi Buffon e Luca Toni si sono prestati volentieri ad interpretare se stessi ad esempio Francesco Totti e Alex Del Piero, che hanno girato anche una scena di un immaginario processo sognato dal protagonista: mi è capitato spesso di inventare sul momento diverse battute e situazioni estemporanee anche mentre eravamo sul set e tutti i nostri “complici” ridevano così tanto che abbiamo dovuto interrompere più volte le riprese..

Perché secondo lei Canà è stato così amato?

Credo di avere potuto costruirmi col tempo un bel “castello” di credibilità e quel personaggio in particolare, al di là del divertimento che provoca, credo che venga ricordato per la sua umanità, la sua generosità e la sua bontà e forse se l’avesse interpretato un altro attore non sarebbe stata la stessa cosa.
Alex Del Piero una volta mi ha detto che il film “L’allenatore nel pallone” a suo parere non è un semplice cult movie, ma un simbolo, e che lui e i suoi compagni di squadra lo usano spesso nei ritiri come un antidepressivo per guadagnare il buon umore.

Quando avete immaginato la prima volta il personaggio, vi eravate ispirati a persone reali?

Niels Liedholm, il grande allenatore del Milan e della Roma, purtroppo recentemente scomparso, mi consigliò di documentarmi il più possibile su Oronzo Pugliese, l’indimenticabile, focoso e battagliero mister del Bari, del Foggia e della Roma negli anni’60 e ’70 che era soprannominato il “Mago di Turi”. – in riferimento al più blasonato interista Helenio Herrera. Mi sono stati molto utili anche i tanti e divertentissimi aneddoti che riguardavano il sanguigno e scatenato Pugliese, la cui coloritissima esuberanza anticipava in qualche modo quella piu’ recente del collega Carlo Mazzone.

E nel nuovo film Mazzone interpreta se stesso, il maestro-mentore di Canà che lo introduce nuovamente nel mondo del calcio così cambiato dai tempi in cui lo aveva lasciato.

Si, Mazzone rappresenta una specie di alter ego del mio personaggio. sia per la fisionomia che per il carattere e lo spirito: sempre impegnato in imprese quasi impossibili, in battaglie improbe per la salvezza di squadre non sempre troppo titolate, sempre pronto ad arrabbiarsi come un pazzo ma in fondo buono e generoso. Quando il produttore lo ha cercato Carlo- che è un tipo piuttosto schivo- non era troppo convinto e allora per vincere le sue riserve gli ho telefonato direttamente io. Gli ho detto che lui nel nostro film non poteva non esserci perché è un uomo perbene, amato e popolare. una sorta di simbolo del calcio pulito, fatto di dedizione e sacrificio. E lui mi ha risposto: “Ecco, mò lo so che me fai commòve e te devo per forza dì de sì”.

E ora si conclude il tutto con la foto gallery…

L\’allenatore nel Pallone 2