Il Nascondiglio: Incontro Stampa con Pupi Avati e Cast
Il Nascondiglio di Pupi Avati. Con Laura Morante, Rita Tushingham, Burt Young, Treat Williams, Yvonne Sciò 22 dicembre 1957: durante una tremenda tormenta di neve, una grande casa isolata in una cittadina dell’Iowa è sconvolta da un terribile delitto. Cinquant’anni dopo, in quella stessa casa rimasta chiusa per mezzo secolo, una donna di origini italiane
Il Nascondiglio
di Pupi Avati. Con Laura Morante, Rita Tushingham, Burt Young, Treat Williams, Yvonne Sciò
22 dicembre 1957: durante una tremenda tormenta di neve, una grande casa isolata in una cittadina dell’Iowa è sconvolta da un terribile delitto. Cinquant’anni dopo, in quella stessa casa rimasta chiusa per mezzo secolo, una donna di origini italiane decide di aprire un ristorante.
È appena uscita dalla clinica psichiatrica dove è stata ricoverata per quindici anni in seguito al suicidio del marito, ed è decisa a costruirsi una nuova vita, ma non appena mette piede nell’edificio i fantasmi del passato tornano a tormentarla. Sarà lei, sempre più in bilico tra ragione e follia, a dovere scoprire il mistero dei fatti oscuri accaduti tra quelle mura.
Una verità che, dopo tanti anni, fa ancora paura a molti…
Viene descritta così la trama di Il Nascondiglio, il nuovo film di Pupi Avati, di cui cineblog ha mostrato alcune immagini, che segna un ritorno del regista al cinema di genere.
Protagonista assoluta della pellicola è Laura Morante che è affiancata da, Rita Tushingham, Burt Young, Treat Williams e Yvonne Brulatour Sciò.
Oggi li abbiamo incontrati in conferenza stampa.
Perché questo ritorno al cinema di genere?
Il cinema di genere è poco frequentato in Italia, probabilmente per un atteggiamento snobistico nei suoi confronti.
Per quanto mi riguarda dopo tanti film autobiografici, autoreferenziali in cui parlavo in prima persona ho deciso di fare un film in terza persona, che non parla di me. Ho fatto una scommessa, mi sono esposto facendo una promessa al pubblico: vi farò spaventare.
La locandina parla chiaro: è un film del terrore. In esso sono presenti molti cliché dei film del terrore. In primo luogo già il fatto che una donna decida di aprire un ristorante all’interno di una casa terrificante come quella presente nel film denota una certa follia nella donna. E’ un classico del noir: senza scelte folli, l’andare incontro all’orrore, che ha comunque il suo fascino, non nascerebbero film del terrore.
Ci parli della sua factory creativa: la fotografia, la scenografia, e così via dicendo.
Abbiamo girato gli interni a Cinecittà. A questo proposito vorrei elogiare il lavoro dei tecnici e dei creativi di Cinecittà, che hanno una professionalità non comune. Purtroppo oggi gli studi sono utilizzati solo dalle produzioni televisive, anche a causa dei costi eccessivi.
Solo le grandi produzioni americane possono permettersi questi costi. Più che Cinecittà potremmo chiamarla tvcittà.
Gli esterni sono stati girati invece negli U.S.A. Questo dimostra ancora maggiormente, la bravura dei tecnici, perché la fotografia è assolutamente omogenea.
Per quanto riguarda il casting invece?
In genere è Antonio che si occupa del casting: non c’è mai stato alcun dubbio su Laura Morante. Ha lavorato davvero sodo e credo che poche attrici italiane avrebbero potuto interpretare con altrettanta credibilità un ruolo così articolato e duro anche fisicamente: è presente in ogni sequenza, e per di più trovandosi a recitare con attori che spesso non parlavano la nostra lingua.
Dopo aver girato Laura tornava in albergo e si rimetteva a lavorare per imparare le battute in inglese. Il film è dedicato a Shaila Rubin, che purtroppo ci ha lasciati, e senza il cui contributo non saremmo riusciti ad ottenere un cast di attori di questo livello.
Domanda a Laura Morante:
Questo è il suo primo thriller: cosa l’ha mossa ad accettare una sfida del genere?
Innanzitutto il desiderio di lavorare con Pupi Avati. Non ho mai lavorato con lui e mi chiedevo spesso come mai non mi avesse ancora chiamata. E’ molto raro trovare nel cinema, non solo quello italiano, ruoli femminili così curati. La sceneggiatura mi ha inoltre assolutamente affascinato.
Mi intrigava l’atmosfera della cittadina americana, il pericolo che si nasconde dietro l’apparente normalità. I personaggi sono tutti interessanti e ben caratterizzati ed è presente anche una vena di umorismo, soprattutto nel personaggio interpretato da Burt Young, che a volte ha delle battute davvero buffe.
Come si è preparata al ruolo?
Io ero convinta che “lei” (il mio personaggio non ha un nome, anche se mi sembra che in sede di post produzione Pupi abbia deciso di darglielo) fosse assolutamente pazza, sebbene Pupi cercasse di convincermi del contrario! Io l’ho interpretata dandole questa chiave di lettura.
Domanda al resto del cast:
Come vi siete trovati a lavorare con i fratelli Avati?
Burt Young: Ci siamo incontrati un paio d’anni fa. Ero entusiasta di lavorae cnel film anche perchè Laura Morante è bellissima! I fratelli Avati sono persone eccezionali, che hanno conquistato chiunque abbia lavorato con loro.
Durante la lavorazione ho provato a suggerire a Pupi diverse interpretazioni delle scene che mi riguardavano. Dicevo “potremmo farla in questo modo.”, e Pupi mi rispondeva “Si, ma potremmo farla anche come dico io”. E facevamo sempre quello he diceva lui.
Rita Tushingham: La sera che lo incontrai per la prima volta, notai che mi guardava con insistenza, e c’era qualcosa in lui che mi fece capire che non andavo bene per il ruolo, che non ero quello che cercava. Così gli chiesi di tornare l’indomani mattina per propormi in modo diverso. Quando mi rivide, io mi ero preparata al meglio, mi disse “A bene! Così sempre molto più vecchia!” ed ebbi la parte!
Lavorare con i fratelli Avati è stata una magnifica esperienza. Nel corso della mia carriera ho partecipato ad altre sei produzioni italiane. Ma questa è stata la più organizzata in assoluto. A volte poi le produzioni ti fanno andare su set senza che poi tu debba girare una sola scena. Loro invece, non mi hanno mai fatto perdere tempo.
Antonio e Pupi Avati nel corso di questa conferenza hanno fatto anche un importantissimo annuncio. Questa mattina, infatti, la MedioCreval (Gruppo bancario Credito Valtellinese) è entrata in compartecipazione (con una quota del 15%) della loro casa di produzione, la Duea Film. Questo, spiegano, potrebbe essere un esempio per le altra case di produzione italiane per affrontare al meglio le sfide del mercato.