Andrea Sconsiglia: Batman Begins
Batman Begins. Regia di Christopher Nolan. Con: Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Morgan Freeman, Gary Oldman, Ken Watanabe, Katie Holmes, Cillian Murphy, Tom Wilkinson, Rutger Hauer. Fantastico, col. 140 minuti. – USA 2005.Burton, con il suo primo film su Batman (almeno il primo degno di nota), ha creato un riferimento imprescindibile per tutti quelli
Batman Begins. Regia di Christopher Nolan. Con: Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Morgan Freeman, Gary Oldman, Ken Watanabe, Katie Holmes, Cillian Murphy, Tom Wilkinson, Rutger Hauer. Fantastico, col. 140 minuti. – USA 2005.
Burton, con il suo primo film su Batman (almeno il primo degno di nota), ha creato un riferimento imprescindibile per tutti quelli i quali, successivamente, avrebbero tentato di portare il vigilante di Gohtam sul grande schermo. Caso più unico che raro, poi, con il secondo episodio della saga (Batman Returns), sempre a firma del regista americano, sarebbe riuscito addirittura a migliorarsi, giocando incautamente con simboli che forse erano al di là della sua portata (la maschera innanzitutto), ma vincendo la sfida, dimostrando che i simboli sono frutto, principalmente dalla cultura popolare, e non è così esecrabile che sia quella stessa matrice che li ha generati ad analizzarli e fornirli di nuova vita. Peccato poi che i film successivi non siano andati molto più in là.
Se il referente di Burton era infatti il complesso Dark Night Return di Frank Miller, dato alle stampe solo qualche anno prima, i suoi successori, scavarono alle origini (televisive) riproponendo trame dello stesso sapore di quelle che il personaggio si trovava a vivere durante la sua golden age, e pedissequamente riproposte su piccolo schermo nei serial interpretati da Adam West,; ed ecco tirar fuori dal cappello del Cappellaio Matto i nemici più bizzarri con i quali il nostro si sia trovato a battibbeccare: L’Enigmista, Due Facce, Mr Freezer , Poison Ivy, ammantati di abiti multicolori e battute da feuilletton. Mancava lo stile certo, a questi film, ma non lo spirito (e spesso difettavano registi capaci); e qualcosa, nello sfacelo generale, si poteva anche riuscire a salvare, come le belle scenografie da gotico americano di Batman Return. Peccato che a Joel Schumacher, spesso, fuor di metafora, di teutonica pesantezza, mancasse quell’ironia che avrebbe tanto aiutato Raimi nei suoi due film-capolavoro (per tacer del terzo) sull’arrampicamuri newyorkese: tanti effetti digitali, per carità, ma tempistiche baciate dallo sconosciuto Lubitch’s touch, e grafiche talvolte ispirate a quelle di Tele Norba e confratelli. Del più recente colossal supereroistico non resta a questo punto molto da dire.
Nolan sembra essersi specializzato nel camminare sulla linea che divide il tramonto dalla notte (ed il suo film più riuscito è appunto Insomnia), ma tutto è così superficiale nei suoi film, così compito, come il primo della classe che eccelle in ogni compito, ma non per estro e ingegno; piuttosto perché si è abituato a spaccarsi la schiena. Tutto quello che c’è di gradevole in Batman Begins sembra preso pari pari dai due film di Burton, il resto è spesso di evidente cattivo gusto (l’apprendistato del giovane rampollo in oriente) o, nel peggiore dei casi, una dovuta strizzata d’occhio al dorato mondo del merchandise (“potrei averla nera?”). Cos’è che ha tanto affascinato i tanti estimatori di questa pellicola? Il tono crepuscolare? Anche dimenticandoci dei brutti seguiti dei primi due episodi Burtoniani, cavolo…si sta parlando di Batman. Persino il bravo Bale, che sembrava poco adatto al ruolo già al momento dei primi spoiler, quando nessuna immagine del film era circolata, si appresta alla sua partecipazione di maniera, senza riuscire a sorprendere come l’eccezionale Keaton, bello di fama e della sventura della completa e apparente inadeguatezza.
Cosa rimane? Una bella caratterizzazione de Lo Spaventapasseri, che si sarebbe voluto vedere di più, cineserie (in tutti i sensi) e una storia tirata via senza grandi spunti. E poi…”begins” di cosa? I primi due episodi dicevano già tutto. Ci vuole estro per riuscire a fare un film sul nulla (o esattamente lo stesso film come nel caso dei primi due episodi di di Spiderman). Brilla, su tutti e tutto, la stella dell’Alfred/Cain, che invecchia meglio di come sia vissuto (di certo si sceglie meglio i ruoli) e ci regala, a distanza di breve tempo, due apparizioni memorabili: in questa pellicola, appunto, e in Wheter Man. Si resta convinti del fatto, visto il successo della pellicola, che il pubblico sia pigro… e non mi piace.
Le discussioni su Il signore degli anelli, ruotano intorno, quasi esclusivamente, alla fedeltà rispetto al romanzo, quando all’infedeltà si sarebbe dovuto inneggiare, Raimi si arrende alle logiche del videogioco, e il Batman dei sette euro a biglietto (o più di 20 se volete il DVD) viene messo su un piedistallo se è uguale (ma spesso inferiore) a quello da tre euro ad albo. Fate un salto in edicola, troverete certamente di meglio. Se Burton era riuscito a mescolare cinema d’autore e commerciale, e se Joel Schumacher si era buttato decisamente sul secondo, anche se senza grandi risultati, Nolan gioca indeciso fra i due estremi e, con la paura di schierarsi, pecca da un lato e non diverte dall’altro.
Questione di gusti.
Stasera, mercoledì 24 ottobre, ore 21.10 su Italia 1.