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I migliori piano-sequenza della storia del cinema

Una delle tecniche di ripresa più affascinanti del cinema è il piano-sequenza. Per notazioni più precise su questo modo di costruire una scena rimando al post di Carla nella rubrica Cine-dizionario. Sicuramente è interessante notare quanto un regista può produrre senso ed in modo molto originale senza aver bisogno di staccare la macchina da presa

25 Ottobre 2007 07:26

Una delle tecniche di ripresa più affascinanti del cinema è il piano-sequenza. Per notazioni più precise su questo modo di costruire una scena rimando al post di Carla nella rubrica Cine-dizionario.

Sicuramente è interessante notare quanto un regista può produrre senso ed in modo molto originale senza aver bisogno di staccare la macchina da presa dall’oggetto di ripresa e costruendo un “montaggio” interno alla scena stessa. Gli effetti prodotti da questa tecnica di ripresa sono svariati. L’uso che se ne faceva in passato, ovvero quello di usarlo solamente per sequenze importanti e “solenni”, viene via via affiancato da un uso più giocoso e decostruttivo (il primissimo Godard) o addirittura fuorviante (Tarantino).

Gli unici effetti collaterali di questo modo di concepire una scena possono essere quelli di diventare un’esercizio di stile accademico e/o gratuito (ad es. alcuni movimenti di macchina di De Palma per intenderci) oppure di ricercare una fissità fin troppo esasperata e poco fotogenica (maestri in questo senso sono il lituano Sharunas Bartas o il portoghese Joao Cesar Monteiro). Nella pagina seguente un elenco sicuramente incompleto dei piano sequenza più belli e importanti… mi piacerebbe avere vostri suggerimenti per completare la lista!

2001 odissea nello spazio – di Stanley Kubrick (Kubrick usa questa tecnica per illustrare una “seduta” di footing spaziale)

Nostalghia – di Andrej Tarkovskij (la sequenza in cui il protagonista deve attraversare la vasca, toccando le due sponde, senza che la fiammella si spenga)

Aurora – di Friedrich Wilhelm Murnau (l’incontro dell’amante nella palude)

Kippur – di Amos Gitai (la interminabile sequenza in cui alcuni soldati cercano di trasportare un ferito… quasi beckettiano)

Pulp fiction – di Quentin Tarantino (la scena in cui Vincent e Jules escono dall’ascensore)

Nodo alla gola – di Alfred Hitchcock (tutto il film è un piano-sequenza con raccordi più o meno invisibili)

La recita – di Theo Angelopoulos (in un piano-sequenza Angelopoulos, si permette di collocare un salto temporale…)

L’arca russa – di Aleksander Sokurov (Il primo lungometraggio interamente in piano-sequenza)

Week-end – di Jean-Luc Godard (il piano sequenza di dieci minuti ambientato in autostrada)

Quei bravi ragazzi – di Martin Scorsese (il piano-sequenza nel ristorante)

Omicidio in diretta – di Brian De Palma (l’iniziale piano-sequenza di ben 15 minuti!)

Settimo cielo – Frank Borzage (la cinepresa segue l’ascesa dei protagonisti fuori dal palazzo, dando alla sequenza una connotazione anche metaforica)

Professione reporter – di Michelangelo Antonioni (la complicata e spettacolare sequenza finale del film)

L’infernale Quinlan – di Orson Welles (esemplare l’inizio del film)

Exils – di Tony Gatlif (la danza tribale che chiude la pellicola)

Rosso sangue – di Leos Carax (la corsa all’impazzata del protagonista sulle note di Modern love di David Bowie)

Soy Cuba – di Michail Kalatozov (Contiene almeno due piano-sequenza di ottima fattura. Oltre a quello che vi mostriamo più avanti, è notevole anche quello nella parte centrale del film in cui la cinepresa sembra protendersi nel vuoto quasi a cercare di entrare nel corteo che sfila nella città di L’Avana…) Ecco il piano sequenza iniziale di Soy Cuba di Michail Kalatozov: