Home Festival di Venezia Festa del cinema di Roma 2007: 1° giorno Dr.Apocalypse

Festa del cinema di Roma 2007: 1° giorno Dr.Apocalypse

Festa bagnata festa fortunata!Speriamo che questo antico detto valga anche per la Festa del cinema di Roma, inaugurata questa mattina sotto una fastidiosa pioggerellina, andata come per magia a sparire, per lasciare spazio ai caldi raggi del sole, nel giro di poche ore.Frenesia all’Auditorium, dove si respira un’aria elettrizzante, tra prezzi gonfiati e centinaia di

18 Ottobre 2007 14:01

Festa bagnata festa fortunata!

Speriamo che questo antico detto valga anche per la Festa del cinema di Roma, inaugurata questa mattina sotto una fastidiosa pioggerellina, andata come per magia a sparire, per lasciare spazio ai caldi raggi del sole, nel giro di poche ore.

Frenesia all’Auditorium, dove si respira un’aria elettrizzante, tra prezzi gonfiati e centinaia di hostess e stuart pronti a chiederti “ha bisogno di qualcosa” ogni 3 passi fatti.
La Festa nel giro di una mattinata ha regalato, dal punto di vista cinematografico, una graditissima sorpresa ed una mostruosa delusione.
La sorpresa, assolutamente inattesa e inaspettata, segnali della sala praticamente deserta (visto anche l’orario… le 9:30!) è arrivata da Have Dreams, Will Travel.

Scritto e diretto da Brad Isaacs, il film, appartenente alla categoria Alice per la Città, è semplicemente delizioso!
Siamo negli anni 60, nel mid-west americano, due bambini di 12 anni, così diversi e così uguali, incrociano tragicamente le loro vite, segnandole per sempre.
I due fuggono, innamorati l’uno dell’altro si sposano, pur di riuscire a realizzare il loro progetto di vita, facendo in modo che non si trasformi in chimera.
Attraverso un road movie atipico, Isaacs disegna una pellicola emozionante, divertente, surreale, con due bimbi cresciuti troppo in fretta, vogliosi di diventare adulti bruciando tuttel le canoniche tappe.
Strepitosi i due piccoli protagonisti, la saccente, matura e spesso irritante Anna Sophia-Robb e soprattutto Cayden Boyd, nuovo possibile Macaulay Culkin di Hollywood per quanto bravo ed espressivo, mentre perfetti tutti gli attori di “contorno”, da un imbolsito Val Kilmer a Matthew Modine, passando per Lara Flynn Boyle e Heather Graham.
Ottima la colonna sonora, ridondante la voce narrante del piccolo pratonista, il film riesce a far ridere ed emozionare al tempo stesso, con un finale probabilmente troppo “happy ending”, ma necessario a sottolineare come “La vita faccia parte di un Progetto“, che solo noi possiamo fare in modo che si realizzi.
Applausi convinti dai temerari mattinieri che avevano creduto in questa piccola sorpresa, meritevole di un bel 7!

La mostruosa delusione arriva invece dal francese Le Deuxieme souffle.
Diretto da Alain Corneau, il film, in Concorso alla Festa, è un Gangster Movie che strizza pelesemente, ed in modo decisamente fastidioso, presuntuoso e pretenzioso, al cinema di Hollywood e a quello di Hong Kong.
Daniel Auteuil e Michel Blanc sono il bandito e l’ispettore di polizia, Eric Cantona è il braccio destro del bandito mentre Monica Bellucci, bionda con ricrescita, è la donna amata e combattuta di Auteuil.
I 150 minuti di pellicola sono semplicemente un supplizio! Non passano mai e, cosa peggiore, moltissimi sono assolutamente supplementari alle effettive necessità.
Fosse durato un’ora di meno non se ne sarebbe accorto nessuno.
L’unica nota positiva della pellicola è la fotografia, con colori gialli, verdi e rossi accesi, in un profondo digitale che riporta a Collateral di Mann, strizzando l’occhio anche a Suspiria di Argento.
Ma a parte questo tutto potrebbe essere cestinato.
La storia è banale e scontata, la recitazione di tutto il cast è eccessiva, palesemente forzata, il taglio pulp che si è voluto dare al tutto è inspiegabile e fuori luogo, con queste pallottole che entrano nel corpo come coltelli nella marmellata con conseguenti spruzzi di sangue a schizzi, fastidioso lo smaccato uso dei rallenty, mentre la Bellucci passa tutto il tempo a dire “porquà?”, domanda che vorremmo tanto porre anche noi a tutti quei registi che si ostinano a farla “recitare”.

Il finale poi è semplicemente imbarazzante, per come è stato girato, ideato, pensato, interpretato e montato.
Perplessità a fine proiezione da parte di tutti per un film che fa partire il “concorso” nel peggior modo possibile. Un 4 pieno non glielo toglie nessuno.

Questa sera, sempre in Concorso, arriva il primo film italiano, La giusta distanza di Carlo Mazzacurati, anticipato da My very best Friend di Isabelle Doval.
A domani per i resoconti!

Festival di Venezia