Cemento armato: almeno c’è un tentativo…
Cemento armato (Italia, 2007) di Marco Martani; con Nicolas Vaporidis, Giorgio Faletti, Carolina Crescentini, Dario Cassini, Matteo Urzia, Ninetto Davoli.Ci andrò piano con Cemento armato, e solo per un motivo: chi tenta di fare cinema di genere in Italia ha comunque coraggio. Sì, mi sembra di sentire già il boato di voi che state leggendo:
Cemento armato (Italia, 2007) di Marco Martani; con Nicolas Vaporidis, Giorgio Faletti, Carolina Crescentini, Dario Cassini, Matteo Urzia, Ninetto Davoli.
Ci andrò piano con Cemento armato, e solo per un motivo: chi tenta di fare cinema di genere in Italia ha comunque coraggio. Sì, mi sembra di sentire già il boato di voi che state leggendo: starete dicendo che il film è prodotto ed interpretato dal “magico” team dei due Notte prima degli esami, ergo… Siamo quasi tutti d’accordo che Cemento armato, un film brutto ed irrisolto, abbia le sue pecche proprio in questo gruppo che di ventata cinematografica nel nostro paese, se continua così, non ne porterà mai, però c’è un rischio dietro non indifferente (e non è un caso che il film sia stato sbandierato ovunque, e la paura del flop c’era nell’aria ed è inutile negarlo): se togliamo le note facce del trio Faletti-Vaporidis-Crescentini, il genere non è di quelli che richiamano facilmente il grande pubblico. Se poi ci mettiamo un regista esordiente (che ha sceneggiato molti cinepanettoni, ma è sconosciuto al pubblico), il pericolo è in agguato più che mai.
Se non sei Placido con un cast da urlo, se non sei Argento che pur deludendo porta sempre persone al cinema, se non sei Tornatore che ha diretto un film bellissimo e ha trovato consenso al box-office, se non sei Avati che ha il suo pubblico (mi riferisco al prossimo Il nascondiglio, che potrebbe essere la vera sorpresa italiana del 2007), fare un film di genere è impegnativo. Ahimè, questo discorso resta un discorso e se ne può parlare ancora e ancora. Ma analizzando il film, che resta? Tutto parte da uno specchietto spaccato alla persona sbagliata: un giovane teppistello, nel traffico romano, incacchiato e scocciato si mette a rompere gli specchietti delle macchine in fila, tra cui quello della nuova macchinona del Primario, boss della malavita che vuole la città ai suoi piedi. Saranno guai per il teppistello, per la sua ragazza (che verrà stuprata, ma non per il gesto del fidanzato: è solo un caso!) e per i suoi amici e familiari.
Nella pellicola c’è una certa violenza che ormai manca nel cinema italiano, non manca neanche qualche scena “cruda” ed inaspettata, tra cui uno stupro, braccia e volti spaccati, teste che saltano e sangue che imbratta mura e pavimenti. Però i personaggi sono caratterizzati maluccio, e non sono sostenuti da una decente recitazione: Vaporidis è fuori parte e Faletti non riesce a convincere e a rendere grande il suo odioso personaggio. Forse la Crescentini cerca di salvare la baracca, ma chi è garanzia di qualità resta il mitico Ninetto. La storia tenta di essere cattiva ed imprevedibile, ma la sceneggiatura sbanda, un po’ telefonata e un po’ impossibile. La scelta dei brani in colonna sonora non è male, come anche la fotografia non è da denigrare. Ma se vogliamo dirla tutta, i personaggi rischiano l’assoluto stereotipo e non sono credibili: questo è fastidioso.
Voto Gabriele: 5