Cineblog consiglia: Fuga da Alcatraz
Fuga da Alcatraz (Usa, 1979), regia di Don Siegel. Con Clint Eastwood, Patrick McGoohan, Roberts Blossom, Jack Thibeau, Fred Ward, Paul Benjamin, Larry Hankin. Drammatico, 112′Frank Morris (Clint Eastwood), dopo essere riuscito a fuggire da numerose carceri, viene trasferito al penitenziario di Alcatraz, famoso per l’estrema sicurezza che lo rende un luogo dal quale è
Fuga da Alcatraz (Usa, 1979), regia di Don Siegel. Con Clint Eastwood, Patrick McGoohan, Roberts Blossom, Jack Thibeau, Fred Ward, Paul Benjamin, Larry Hankin. Drammatico, 112′
Frank Morris (Clint Eastwood), dopo essere riuscito a fuggire da numerose carceri, viene trasferito al penitenziario di Alcatraz, famoso per l’estrema sicurezza che lo rende un luogo dal quale è impossibile evadere. Il glaciale e taciturno Morris fa amicizia con altri carcerati, fra i quali un timido pittore, un italiano ed altri con cui riesce ad instaurare un rapporto umano solidale, apparentemente impensabile all’interno della realtà in cui sono costretti a vivere. Mal sopportando la durezza del carcere e la disumanità del direttore, Frank propone la fuga ai fratelli Clearence e John Anglin, preparando in ogni dettaglio il piano…
Basato su una storia vera, il film diretto da Don Siegel e interpretato da Clint Eastwood (quinta pellicola insieme) dovrebbe essere presente in ogni cineteca, non solo degli appassionati del genere carcerario, del quale è sicuramente il migliore in assoluto. Un esempio della bellezza di questa pallicola è la magistrale scena dell’arrivo di Frank al carcere di notte, in cui l’isola compare in tua la sua spaventevole e rocciosa durezza; ha così inizio il viaggio all’interno dell’ossessione del detenuto Frank Morris, ossia quella di riuscire nell’impresa in cui tutti gli altri prima di lui hanno fallito: fuggire.
Nella sceneggiatura del film mancano gli elementi descrittivi dei personaggi della storia: non viene detto nulla di Frank, vengono omessi i particolari del suo passato e non viene raccontato il motivo per cui è stato incarcerato (si sa solo che e’ ad Alcatraz per aver tentato la fuga da altre prigioni); tale mancanza di informazioni sul personaggio porta lo spettatore a focalizzarsi soltanto sul presente. Allo stesso tempo non viene comunicato nulla neppure del futuro di Morris (tuttora non si sa che fine abbiano fatto i tre evasi, alcune teorie sostengono che la fuga sia fallita e loro siano morti, altre che invece l’evasione sia riuscita e i tre siano sopravvissuti), e tutta l’attenzione è rivolta verso quella cura del dettaglio , verso l’ansia e la preoccupazione per la perquisizione della cella , il bisogno di reperire uno alla volta tutti gli oggetti necessari ad attuare il piano. La grandezza di “Fuga da Alcatraz” è proprio nell’assoluta mancanza di sentimentalismo che pervade la storia, nell’ansia quotidiana e ripetitiva della realizzazione dei processi che porteranno alla fuga finale. La regia di Siegel, con il solo uso delle immagini, estremizza la tensione, riuscendo a sintetizzare situazioni e personaggi con un uso minimo dei dialoghi e senza soffermarsi sull’analisi psicologica degli stessi. Il risultato fu un grande successo, grazie anche alla strepitosa interpretazione di Clint Eastwood, che ha ulteriormente contribuito a rendere il film un cult movie.
Battuta da ricordare: “Che tipo di infanzia hai avuto, Frank?” “Breve”.
Oggi Sabato 6 Ottobre, Retequattro ore 21:10