Cineblog consiglia: Buongiorno, Notte
Buongiorno, notte. Regia di Marco Bellocchio. Con: Maya Sansa, Luigi Lo Cascio, Pier Giorgio Bellocchio, Giovanni Calcagno, Paolo Briguglia, Roberto Herlitzka. Storico, col. 105′. Italia 2003.Sinossi: ricostruzione surreale del rapimento di Aldo MoroBellocchio, fortunamente, evita le trappole della ricostruzione storica, essendo conscio che il campo più adatto per rivelazioni e prese di campo ideologiche è
Buongiorno, notte. Regia di Marco Bellocchio. Con: Maya Sansa, Luigi Lo Cascio, Pier Giorgio Bellocchio, Giovanni Calcagno, Paolo Briguglia, Roberto Herlitzka.
Storico, col. 105′. Italia 2003.
Sinossi: ricostruzione surreale del rapimento di Aldo Moro
Bellocchio, fortunamente, evita le trappole della ricostruzione storica, essendo conscio che il campo più adatto per rivelazioni e prese di campo ideologiche è quello della saggistica. Quasi coevo a “Piazzale delle cinque lune”, di Martinelli, uno dei peggiori “autori” che il nostro cinema abbia partorito negli ultimi anni, “Buongiorno Notte” è una lucida analisi del rapporto fra i rapitori (cinque giovani di diversa estrazione, sicuramente troppo giovani e dogmatici) e il rapito, concentrandosi quasi esclusivamente sulla prigionia di Moro, e le reazioni di Chiara – alter ego fittizio di Anna Laura Braghetti – recentemente pentitasi.
La Storia, in questo film, quasi da camera, si vorrebbe dire, resta sullo sfondo; ma non è così. L’intreccio è continuo, anche se tutto ciò che avviene al di fuori dell’appartamento assume i toni drammatici e spesso ironici di un sogno molto ben documentato. Una irrealtà, però, soltanto evocata dall’autore, ma già presente nei fatti: la seduta spiritica, la tv spazzatura, l’intransigenza del pontefice, la sfilata di membri della DC che sembra provenire direttamente da un immaginario bueneliano, ma che invece è tratta da riprese televisive dell’epoca.
Intendiamoci, l’autore non si abbandona a slanci facilmente surreali o banalmente onirici (la sequenza del sogno di Chiara), cercando una via di fuga, che si rivelerebbe alquanto gratuita, per offrirci un soggettivismo limitato, ma attraverso una scelta di stile rigorosa, offre un punto di vista interno alla vicenda che rivela sulla materia narrata molto di più di altri film, facilmente ideologici, sull’avvenimento. Non si parla tanto della scelleratezza di un’idea, ma piuttosto della perdita di una possibilità attraverso uno scenario immaginifico che assomiglia ad un what if?.
Come sarebbe l’Italia di oggi se quella passeggiata liberatoria di Moro, una delle sequenze più toccanti del film, grazie anche ad uno straordinario Herlitzka, non fosse stata frutto solo dell’immaginazione di Chiara? Purtroppo l’ interrogativo è in un certo senso ozioso, visto che l’alternativa “Libertà o morte”, che il presidente del tribunale popolare che giudica il deputato DC ha, sin dall’inizio, una sola risposta. In apparente contrasto con questa cifra surreale – ma al contempo verrebbe da dire iperrealista – c’è la ricostruzione minuziosa di un fatto visto, intelligentemente, attraverso un prima e un dopo. Il rapimento, così come la morte di Moro, non vengono raccontati direttamente, ma si insiste su tutto quello che viene prima e un dopo. Così vengono mostrati con un’insistenza che può apparire eccessiva i preparativi per il covo dove verrà accolto il rapito, e tutta una serie di gesti abituali che servono quasi a normalizzare il fatto, conferendo al delitto una crudeltà ancor maggiore e soprattutto, allontanando ogni sospetto di romanticismo e di vicinanza ideologica rispetto alle figure dei brigatisti, in un periodo storico, quello dell’uscita del film stavolta, durante il quale il movimento sembrava vivere una seconda giovinezza. Poche cadute di stile (forse eccessivamente stilizzata la scena dell’ascensore), una colonna sonora e una fotografia perfettamente accordate alle scelte registiche (che sembrano derivare direttamente dal precedente “L’ora di religione”), fanno di questo film forse non uno dei migliori di Bellocchio, ma una delle pellicole migliori tra quelle che trattano la nostra storia nazionale.
Stanotte, giovedì 30 agosto, ore 02:30 su RaiUno.