Alla deriva ci vanno gli spettatori
Alla deriva (Open Water 2: Adrift, Germania, 2007) di Hans Horn; con Susan May Pratt, Richard Speight Jr., Niklaus Lange, Ali Hillis.Se mi volevano far rimpiangere Open Water, posso dire che ci sono anche riusciti. Chi, esattamente due anni fa, apprezzò il film indipendente di Chris Kentis, con una coppia sperduta in mezzo al mare
Alla deriva (Open Water 2: Adrift, Germania, 2007) di Hans Horn; con Susan May Pratt, Richard Speight Jr., Niklaus Lange, Ali Hillis.
Se mi volevano far rimpiangere Open Water, posso dire che ci sono anche riusciti. Chi, esattamente due anni fa, apprezzò il film indipendente di Chris Kentis, con una coppia sperduta in mezzo al mare tra tempeste e squali, si troverà spaesato con il suo “seguito”. Chi non lo amò proprio, come il sottoscritto, si schiaffeggerà per aver riposto ancora una volta fiducia in un’operazione del genere. Ma d’altronde un progetto così non può fare che un minimo di simpatia: pochi soldi e pochi mezzi offrono l’opportunità di creare idee e situazioni pregevoli. Soprattutto se ci si trova da soli in mezzo al mare.
Certo che girare il “sequel” (che col prototipo di cose comune ha solo l’ambientazione) di un film dove la cosa più spaventosa era la presenza degli squali e toglierli del tutto, è sì coraggioso ma quantomeno presuntuoso. E infatti Hans Horn non si dimostra all’altezza della situazione, anche perchè è difficilissima da gestire, e non evita tutti gli stereotipi possibili. Passati sopra al prologo, che vede la protagonista, moglie e mamma con neonata in braccio, che ha subìto un trauma da piccola proprio in mare, e passato il momento in cui tutti e sei gli amichetti si ritrovano in acqua ma senza la scaletta per poter risalire, si iniziano le scommesse: chi morirà per primo?
In mezzo al mare e all’agitazione (leggi anche stupidità) dei protagonisti c’è tempo per, in ordine sparso: instaurare un dibattito religioso con tanto di preghiera della ragazza più sporcacciona, rompere involontariamente una bandiera americana che poteva essere un’ancora di salvezza, recuperare un cellulare e buttarlo via (eh già, perchè i nostri amici sono tutti nervosi, sapete), fare coming out sulla propria reale situazione economica, prendere decisioni davvero da mani nei capelli (una ragazza che parte da sola a nuoto per raggiungere una riva che chissà dove sta, un ragazzo che decide di cercare un coltello in mezzo all’oceano!!!).
Alla deriva è solo noioso, e non sfrutta mai a dovere la componente psicologica dei sei protagonisti: e in film in cui ci sia, lungo tutta la loro durata, unità di luogo e di tempo sarebbe obbligatorio farlo. Certo, la premessa del film, lo abbiamo detto, era comunque positiva e faceva (ri)sperare in qualcosina. Ma un film non è certo una premessa.
Voto Gabriele: 4