Cineblog Sconsiglia: Mission To Mars
Mission To Mars. Regia: Brian De Palma Con: Tim Robbins, Gary Sinise, Don Cheadle, Conie Nielsen, Jerry O’Connel, Armin Mueller-Stahl, Kim Delaney, Peter Outbridge, Kavan Smith, Jill Teed, Elise Neal. Fantascienza, col, 130’, USA 2000.La prima missione umana su Marte non da più segni di vita. Un anno dopo viene inviata una missione di soccorso…La
Mission To Mars. Regia: Brian De Palma Con: Tim Robbins, Gary Sinise, Don Cheadle, Conie Nielsen, Jerry O’Connel, Armin Mueller-Stahl, Kim Delaney, Peter Outbridge, Kavan Smith, Jill Teed, Elise Neal. Fantascienza, col, 130’, USA 2000.
La prima missione umana su Marte non da più segni di vita. Un anno dopo viene inviata una missione di soccorso…
La fantascienza, specie se con pretese metafisiche come in questo caso, è un genere che rischia di cadere facilmente nel kitsch. Se agli alieni anni ’50, irrimediabilmente attratti dall’idea, discutibile sul piano biologico, di possedere le nostre donne, o di dominare il pianeta sul quale già a stento sopravviviamo, sono diventati forse troppo monocorde per i tempi attuali (ma che piacere vederli redivivi in Mars Attack e soprattutto nel bellissimo Star Ship Troopers), questa nuova ondata di pellicole che cerca di restituire ai nostri cugini di pianeti lontani una complessità psicologica e morale, come avvenne per gli indiani nel cinema anni ’70 (intendiamoci, era ormai troppo tardi) non ha prodotto spesso risultati eccellenti.
Se l’apripista è sicuramente 2001: Odissea nello spazio, l’unico altro esempio riuscito che salta alla mente è l’interessante e complesso Contact. In entrambi l’alieno non diventava mai una presenza fisica, ma un monito, un’entità non riconducibile ad un individuo o ad una moltitudine, ma una sorta di monito coincidente con quell’universo organico ed organizzato rispetto al quale il nostro amato pianeta Terra è un block di periferia. Qui l’alieno (o il suo fantasma, ultima testimonianza di una civiltà scomparsa?) non fa certo rimpiangere l’olocausto compiuto sul pianeta. L’universo da lui descritto è una sorta di grande organismo, in cui ognuno è una parte, in accordo con recenti teorie di fisica teorica, basate su un concetto di eleganza che sovrintende tutto. La stessa eleganza sterile, new age e formale che governa anche la pellicola.
Verrebbe da rispolverare la vetusta battuta: “C’è vita su Marte? Un po’, il sabato sera”. De Palma, con Mission to Mars, compie probabilmente il più grande scivolone della sua carriera. E di certo la sceneggiatura non lo aiuta. C’è tutto quello che del regista è stato sempre a rischio di diventare maniera ed esteriorità: i lunghi pianosequenza, i virtuosismi, un uso dilatato dei tempi; elementi che qui concorrono esclusivamente ad annoiare. Non si parla di un brutto film, ma piuttosto di un film inutile.
Inoltre l’ideologia da bravi pionieri della frontiera americana (subito dopo lo sbarco la missione di soccorso raddrizza la bandiera a stelle e strisce), si poteva sperare di non trovarla, vista la carriera da prestigioso outsider dell’autore.
Inoltre questa pellicola rappresenta uno dei meno citati, e più evidenti casi di plagio della storia della cinematografia. Chi bazzica un po’ il mondo dei fumetti ricorderà un episodio del fantascientifico (e bellissimo) Jeff Hawke, dell’inglese Sydney Jordan, praticamente identico, fin in alcuni imbarazzanti particolari. Non c’è da stupirsi: è lo stesso autore al quale gli autori di E.T., secondo molti, si ispirarono per raccontare le avventure del piccolo alieno disperso. Eppure c’è modo e modo, c’è cinema e cinema…
Stasera, domenica 29 luglio, su Canale 5, ore 23.00