Cineblog consiglia: Un mondo perfetto
Un mondo perfetto. Regia di Clint Eastwood con con Kevin Costner, Clint Eastwood, Laura Dern (Usa – 1983).Siamo nel Texas, due settimane prima dell’omicidio di J.F.K. Un evaso, con precedenti fin dalla più tenera età, (Kevin Costner) comincia una lunga fuga verso l’Alaska con un bambino (Philip) preso in ostaggio. Al suo inseguimento un Ranger
Un mondo perfetto. Regia di Clint Eastwood con con Kevin Costner, Clint Eastwood, Laura Dern (Usa – 1983).
Siamo nel Texas, due settimane prima dell’omicidio di J.F.K. Un evaso, con precedenti fin dalla più tenera età, (Kevin Costner) comincia una lunga fuga verso l’Alaska con un bambino (Philip) preso in ostaggio. Al suo inseguimento un Ranger comprensivo ed anticonformista, che l’aveva condannato, da ragazzo, pensando che questo sarebbe servito a raddrizzargli l’esistenza. Nel finale…
Negli ultimi anni, il Clint Eastwood regista, è riuscito a crearsi una fama tale, e conseguentemente un nutrito gruppo di seguaci inossidabili, che risulta difficile parlare male dei suoi film. Non tanto per il timore di compiere reato di lesa maestà, ma piuttosto perché nel cinema di Eastwood, e chi scrive si annovera nel gruppo, ci si sente a casa. I suoi film, riusciti o meno che siano, danno sempre la sensazione di metterti a tuo agio, offrono degli elementi semplici e riconoscibili, e il viso – sempre più- di marmo, dell’attore regista (un viso che Sergio Leone diceva avesse due espressioni, con il cappello e senza cappello), ha una parte importante del meccanismo, come se ci si trovasse ogni volta di fronte ai modi un po’ burberi, ma cordiali e bendisposti, di un eccellente padrone di casa.
Resta però il fatto che, nonostante l’ottima ospitalità, la cena potrebbe essere insipida, e il vino non proprio da gourmet. Un mondo perfetto è uno di quei film riusciti a metà del regista Americano, che dai tempi di Bird, fino all’incredibile exploit degli ultimi anni, si è sempre barcamenato fra piccoli gioielli e pellicole mediocri. Volendo proseguire il parallelo fisiognomico, si potrebbe dire che i film che riescono meglio al vecchio cowboy sono quelli che più assomigliano al suo volto: duri, taglienti, come Gli Spietati, un volto in cui la tenerezza si insinua quasi a forza (I ponti di Madison County). Il registro del comico, a meno che non sia un comico caciarone, da fiera paesana, gli riesce sicuramente meno.
Certo, la confezione di Un mondo perfetto è sicuramente affascinante, quasi irritabilmente perfetta, con i paesaggi del Texas tirati a lucido da una fotografia forse un po’ da National Geographic, le filologiche e pedanti ricostruzioni d’epoca (l’avveniristico, per allora, furgone della scientifica), ma la narrazione spesso si perde, i tempi dilatati sembrano marcare un po’ troppo le intenzioni d’autore del regista, e gli attori, Eastwood escluso, sono spesso fuori parte.
Gli argomenti affrontati, o anche solo sfiorati, inoltre, sembrano essere un po’ troppi: la morale bacchettona di alcuni gruppi religiosi degli stati del sud (in questo caso i testimoni di Geova, di cui la Madre di Philip è seguace), alla quale il bambino si sottrae attraverso l’esempio dell’ ousider Costner, il problema della pena e della rieducazione dei detenuti, la condizione del Texas, la famiglia di neri, l’avanzare del metodo scientifico nell’indagine investigativa che mette i vecchi poliziotti di fronte ad un dilemma, l’importanza del denaro nella società americana etc. Questa sovrabbondanza di temi fa si che molte scene si riducano a delle macchiette esemplificative che, oltre ad aggiungere poco, corrono il rischio di rallentare il ritmo, già blando del film. Intendiamoci: non è una pellicola da buttar via, e come si è detto l’interpretazione di Eastwood basterebbe da sola come pretesto per buttarci un’occhiata. Ma nonostante le intenzioni, siamo ben lontani dai capolavori degli ultimi anni. La voglia di Oscar si sente fin troppo.
Stanotte, sabato 7 luglio, ore 23:50 su Canale 5.