Esiste Scream 4, ma non ce n’eravamo accorti
Quando ho scovato su Imdb questo titolo, non ci volevo credere. Si sa bene che la serie di Scream, i cui capitoli sono tutti diretti da Wes Craven, è una trilogia e in questo sta anche il senso dei film, una “collezione di bignami” sulle regole dello slasher e sulle caratteristiche dell’horror (che poi i
Quando ho scovato su Imdb questo titolo, non ci volevo credere. Si sa bene che la serie di Scream, i cui capitoli sono tutti diretti da Wes Craven, è una trilogia e in questo sta anche il senso dei film, una “collezione di bignami” sulle regole dello slasher e sulle caratteristiche dell’horror (che poi i due seguiti non siano all’altezza del primo, è un altro discorso). In realtà il titolo originale di questa pellicola è Final Stab: ma in Inghilterra gira col nome di Final Scream, e in patria qualche copia ha il titolo “illegale” di Scream 4. Ma già Final Stab richiama alla mente i film di Craven: dopotutto gli Stab non sono altro che i “film nei film” che vengono girati man mano che nella pellicola si consumano i massacri ad opera dell’ignoto -e sempre diverso- Ghostface.
Se poi leggiamo il nome del regista, siamo a posto: David DeCoteau. Brividi. In realtà, DeCoteau mi sta anche simpatico: i suoi film, che ultimamente sono tutti direct-to-video, spuntano fuori come funghi, sono allegramente inguardabili ed inascoltabili, e per queste caratteristiche il regista si è creato attorno una piccola notevole fama. Per non parlare poi di Stirpe di sangue (The Brotherhood), che ha avuto anche una certa fortuna e ad oggi vanta tre seguiti (l’ultimo, Brotherhood IV: The Complex, è del 2005). Un nuovo Ed Wood? Un regista che si crede un grande e in realtà scade perennemente nel grottesco involontario? Chi lo sa, fatto sta che DeCoteau continua a dirigere imperterrito, ed ha già altri tre progetti quasi tutti ultimati! E c’ha provato persino con uno Scream: il risultato, ovviamente, lo si può immaginare.
Più simile ad uno dei peggiori sequel di Halloween o Venerdì 13, Final Stab non c’entra niente con gli Scream, se non per l’amore cinefilo del killer. A cui giustamente (per problemi di diritti?) viene cambiata la maschera, che non s’ispira più a L’urlo di Munch ma richiama vagamente alla memoria (ripeto: vagamente, per carità!) quella di Michael Myers. E si ritrova tutto il cinema dell’ultimo DeCoteau: sottointeso omoerotico -ma non si consuma mai- e attori bellocci quanto cani. Almeno il pubblico queer può apprezzare Forrest Cochran (che nel 2001 lavorò col regista per i primi due capitoli di Stirpe di sangue e in questo film) e gli altri. Per il resto, la solita mattanza abbastanza diluita, con qualche spruzzatina di sangue e un coupe de theatre risibile: dalle parti, insomma, di un Cut qualunque. Mi verrebbe da definirlo quasi un(o s)cult di nicchia. E se volete far parte della piccola élite che l’ha visto, provate a fare un giro su Amazon o eBay.
Di seguito la locandina e un po’ d’immagini tratte dal film (grazie a devildead).