Film da rivedere: I giorni dell’abbandono
I giorni dell’abbandono (Italia 2004) di Roberto Faenza; con Margherita Buy, Luca Zingaretti, Goran Bregovic, Alessia Goria. Genere Drammatico, colore, 96 minuti. Disponibile un sito ufficiale.Marco (Luca Zingaretti) e Olga (Margherita Buy) sono una coppia benestante di Torino, sposati da diversi anni e con due figli. Marco confessa alla moglie, durante una cena, di essere
I giorni dell’abbandono (Italia 2004) di Roberto Faenza; con Margherita Buy, Luca Zingaretti, Goran Bregovic, Alessia Goria. Genere Drammatico, colore, 96 minuti. Disponibile un sito ufficiale.
Marco (Luca Zingaretti) e Olga (Margherita Buy) sono una coppia benestante di Torino, sposati da diversi anni e con due figli. Marco confessa alla moglie, durante una cena, di essere in crisi e di avere bisogno di spazio, facendole capire che vuole lasciarla per un po’, per lo meno nelle sue dichiarate intenzioni iniziali. Olga si ritrova così sola a dover badare alla casa, ai bambini e al cane, inseguendo tempo e ricordi, nella speranza e nella cieca convinzione di poter riprendere presto con sé il marito….
Probabilmente il titolo esatto per questo film sarebbe “I giorni dopo l’abbandono”, in quanto la dinamica della separazione è appena accennata, e l’analisi psicologica dei personaggi rimane appena accennata nella genesi della crisi. Tutta la storia verte invece sulla crasi che scinde l’anima di Olga (un’ottima Margherita Buy, che forse avrebbe meritato un personaggio di maggior spessore) incapace di razionalizzare la situazione e oscillante fra sensi di colpa e sete di vendetta. I dialoghi risultano a volte un po’ troppo semplicistici e le situazioni subiscono la presenza di un’eccessiva voglia di normalità e comprensione, che distorce con un certo taglio neo-realistico che la pellicola sembra voler mostrare.
Il personaggio di Marco, in realtà poco visibile, è il classico uomo di mezz’età in crisi poco propenso al dialogo che lascia la moglie per un’amante molto più giovane; nel complesso una figura un po’ scontata nei modi e nei dialoghi, con frasi come: “Tu sei troppo buona, meriti qualcuno migliore di me” che suonano troppo semplicistiche in relazione al contesto della pellicola. Così come un po’ forzati sono la presenza di un elemento, di un libro, che Olga deve tradurre, contenente molti particolari simili alla vera storia della donna, e il sogno ricorrente che lei fa su di una donna morta suicida perché lasciata dal marito: quasi due estremizzazioni oniriche che invece di dare maggiore spessore drammatico alla trama ne rivelano i punti deboli e la mancanza di trovate originali. Da segnalare l’ottima prestazione artistica (recitativa e musicale ) del grande Goran Bregovic.