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L’uomo dell’anno: non solo battute politiche

L’uomo dell’anno (Man of the year) U.S.A. 2006 di Barry Levinson con Robin Williams, Christopher Walken, Laura Linney, Jeff GoldblumTom Dobbs è un comico che, per uno strano scherzo del destino, decide di candidarsi come Presidente degli Stati Uniti. La campagna elettorale funziona benissimo e alla fine rimangono in tre. Un repubblicano, un democratico e

di carla
14 Maggio 2007 08:47

L’uomo dell’anno (Man of the year) U.S.A. 2006 di Barry Levinson con Robin Williams, Christopher Walken, Laura Linney, Jeff Goldblum

Tom Dobbs è un comico che, per uno strano scherzo del destino, decide di candidarsi come Presidente degli Stati Uniti. La campagna elettorale funziona benissimo e alla fine rimangono in tre. Un repubblicano, un democratico e l’indipendente Dobbs. A quel punto un computer (e un errore di calcolo) ci mettono lo zampino e Dobbs viene, realmente, eletto. Ma un’analista del programma elettorale, Eleanor Green, scoperto l’inganno non può rimanere nel silenzio e decide di incontrare Dobbs per rivelargli la verità.

Il film si ispira ai veri fatti
che hanno sconvolto le elezioni presidenziali del 2000 e del 2004 quando la macchina elettorale diede delle sospettose bizze nel sistema. Certo, a quel tempo non c’era nessun comico (dichiarato perlomeno) in corsa per la Casa Bianca e nessuno in grado di parlare alla gente come questo Dobbs. Robin Williams si cala magnificamente nella sua parte e coinvolge sia gli elettori sia gli spettatori, anche noi in sala lo appoggiamo e quell’errore del software proprio non ci voleva.

A quel punto sappiamo benissimo cosa farà ma non è questo il nocciolo della questione. Levinson dirige il film con mano ferma, tipico del suo stile, niente fronzoli, niente smagliature, tutto solido. Il cast di ‘contorno’ è eccellente e sebbene la storia puzzi un po’ di buonismo (che è un peccato, un po’ di cattiveria in più non avrebbe guastato) non possiamo che elogiare il lavoro complessivo.
Del resto non bisogna fermarsi alle apparenze, scavate un po’ a fondo, in mezzo a quel buonismo e a quelle battute, il graffio del regista si avverte.

Voto Carla: 7/8