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Halloween: uno sguardo all’originale (e alla saga)

Dopo l’”originale” Venerdì 13, è il momento di dare uno sguardo al mitico Halloween, e anche in questo caso parleremo dei suoi numerosi sequel. Aspettando il remake di Rob Zombie. Haddonfield, Illinois, 31 ottobre 1963: il piccolo Michael Myers (6 anni) uccide a coltellate la sorella Judith Margaret Myers, che avrebbe dovuto badare a lui

23 Aprile 2007 12:00

Dopo l'”originaleVenerdì 13, è il momento di dare uno sguardo al mitico Halloween, e anche in questo caso parleremo dei suoi numerosi sequel. Aspettando il remake di Rob Zombie.


Haddonfield, Illinois, 31 ottobre 1963: il piccolo Michael Myers (6 anni) uccide a coltellate la sorella Judith Margaret Myers, che avrebbe dovuto badare a lui ed invece ha passato la serata col ragazzo. Quindici anni dopo, Michael riesce a fuggire dal Smith’s Grove Warren County Sanitarium, dove era in terapia con il Dr. Loomis.
Inizia così Halloween – La notte delle streghe, terzo film dell’indipendente John Carpenter dopo una serie di corti. Pensato probabilmente all’inizio come un seguito di Black Christmas, il cui titolo doveva essere The Babysitter Murders, di solito si usa far iniziare con questa pellicola il filone dello slasher movie. Uscito nelle sale americane il 25 ottobre 1978, è uno dei capolavori di Carpenter e del genere, che ha influenzato decide e decine di film usciti anche subito dopo (in primis Venerdì 13).

Dopo il bellissimo prologo (tutto dal punto di vista del piccolo Michael, che spia la sorella, prende un coltello, indossa una maschera da pagliaccio e la va ad assassinare) e dopo la fuga dal manicomio, inizia la storia, che vede come protagonista la giovane Laurie Strode, interpretata da Jamie Lee Curtis, figlia d’arte (la madre è Janet Leigh, con cui lavorerà assieme per Carpenter in The Fog) che da quel momento in poi avrà grande successo. Carpenter e Debra Hill (da poco deceduta, ahinoi, prima della distribuzione della ciofeca-remake Fog) scrivono una storia in bilico tra claustrofobia e mistero, inondata nel buio che più buio non si può, descrivono una notte (e che notte!) in cui l’Ombra della strega si aggira indisturbata per un quartiere, fra le villette a schiera che dovrebbero essere sicure e tranquille e invece sono lo scenario di un massacro, dove però non si vede il sangue. Perchè in Halloween contano la tensione, la paura e la regia. E, ovviamente, non si scorda il mitico Halloween theme composto dallo stesso Carpenter, che ha ammesso di essersi ispirato al tema di Profondo Rosso dei Goblin (ma provate a sentire tutta la bellissima soundtrack, e soprattutto il tema di Laurie). La maschera di Michael diventò presto un’icona: bianca, semplicissima, con due aperture per gli occhi e due fori per le narici, ed è la seconda del New Horror (dopo Leatherface) ad essere entrata nell’immaginario collettivo.

Cliccando su continua, come per la scorsa saga da noi “esaminata”, ripercorreremo assieme tutti gli episodi della serie e vedremo molti video, tra trailer, tributi e alcune chicche.
Non ci sono spiegazioni, non c’è un perchè: c’è solo un uomo che si aggira con una maschera addosso ed un coltellaccio in mano, nella notte in cui tutti i bambini vanno di casa in casa per il tradizionale “dolcetto o scherzetto?”, per poi tuffarsi sui divani a farsi delle maratone di film horror, sorvegliati dalle babysitters. Anche in questo caso, e prima degli altri (lo stesso Venerdì 13, ma anche Nightmare), si salva la “vergine”, solo tentata da un’amica ad avere un appuntamento con un ragazzo, mentre appunto Annie e Lynda che hanno dei rapporti faranno una brutta fine. Laurie Strode fronteggia come può Michael, tenta di salvarsi e non può capire, come lo spettatore, il perchè di questo terribile e feroce accanimento, e per ora un perchè non c’è: arriverà nei capitoli successivi. L’unico che per ora può tentare di spiegare chi sia Michael Myers e perchè stia facendo quello che sta facendo è proprio il Dr. Loomis (un mai troppo rimpianto Donald Pleasence), che vede negli occhi neri e vuoti del ragazzo il diavolo, il puro male.
Vediamoci intanto il mitico trailer di questo Halloween, col lancio pubblicitario “The night HE came home!”:

Tre anni dopo, esattamente il 30 ottobre 1981, esce Halloween II, intitolato da noi a caso, com’era molto di moda all’epoca, Il signore della morte: è dello stesso anno L’assassino ti siede accanto, atto secondo delle avventure di Jason Voorhees, uscito in sala pochi mesi prima. La pellicola inizia esattamente dov’era finita la precedente: il Dr. Loomis ha sparato vari colpi di pistola contro Michael, che però scompare. L’unico elemento di “sovrannaturalità” della pellicola precedente era proprio questa, la scomparsa del corpo di Michael colpito a morte, il che stava a significare che fosse ancora vivo. Laurie viene trasportata in ospedale, mentre assistiamo all’uccisione di una ragazza del quartiere, sempre ad opera di Michael. Rinizia l’incubo, e questa volta l’ambientazione sarà proprio l’ospedale dove viene internata Laurie. Rick Rosenthal non è Carpenter, e la storia che viene scritta dallo stesso Carpenter non solo è occasione per far partire i vari sequel successivi, ma lascia perdere gran parte del mistero della pellicola precedente: scopriamo infatti che Laurie non è una vittima a caso, ma è un’altra sorella di Michael, il quale sta tentando di finire la sua “opera” iniziata quindici anni prima. Ma il ritmo è azzeccato, il divertimento per i fan del genere c’è tutto, e il risultato è godibilissimo.
Ecco quindi il trailer de Il signore della morte, col lancio pubblicitario “More of the night HE came home!”:

Di seguito invece il finale alternativo della pellicola, che non cambia comunque più di tanto:

Il titolo Halloween III: Season of the Witch (da noi Halloween III – Il signore della notte) ha penalizzato in partenza questa pellicola, uscita in sala il 22 ottobre 1982, che nella serie fa discorso a sè, visto che di Michael Myers non c’è traccia. Tommy Lee Wallace, collaboratore di Carpenter e futuro regista di It, esordisce così alla regia e lo fa su una sceneggiatura di Nigel Kneale, che riprende atmosfere da fiaba nera e abbadona tutto il discorso creato finora. In breve la trama: Daniel Challis, un medico che lavora in un ospedale in California, indaga assieme ad una collega su una fabbrica che produce maschere per Halloween e su una serie di misteriosi omicidi che dovrebbero essere legati proprio a questa fabbrica. Scoprirà che il direttore Conal Cochran ha messo in ogni maschera un frammento di roccia di Stonehenge che, attivata con un segnale speciale, uccide i bambini che indossano la maschera. Senza infamia e senza lode, odiato (per la mossa pubblicitaria del titolo più che altro) ed apprezzato da chi ha visto in questa pellicola un piccolo horror vecchio stampo con qualche buona trovata, ma forse il ritmo non è azzeccato. Qualche buona sequenza horror (la bocca mutilata di una donna, gli insetti che escono dalla maschera dei bambini appena uccisi) e il particolare jingle televisivo, attraverso il quale vengono attivati i frammenti mortali, lo mantengono su una media difendibile. E il finale senza speranza è azzeccato.
Di seguito il teaser trailer, lancio pubblicitario: “The night NO ONE comes home!”:

Col quarto capitolo si apre un’altra parte della saga, in un certo senso. Accantonato definitivamente il capitolo numero 3, con Halloween 4: The Return of Michael Myers (da noi solo Halloween 4, rintitolato successivamente Halloween 4: il ritorno di Michael Myers) si torna sui territori dei primi due episodi. Dopo la strage all’ospedale, Michael è stato per dieci anni in coma all’Isituto Mentale Richmond. Quando viene trasferito allo Smith’s Grove, si risveglia e riesce a fuggire, per tornare ad Haddonfield ad uccidere Jamie Lloyd (interpretata da Danielle Harris, che ritornerà nel remake di Zombie nel ruolo di Annie Brackett), la nipotina di sei anni che dovrebbe essere la figlia di Laurie Strode, ormai morta. La bambina, intanto, è stata adottata dai Carruthers. Nella notte di Halloween, Jamie assieme a Rachel, la sorella adottiva, e ad un gruppo di persone, tra cui ovviamente il Dr. Loomis, sopravvissuto alle fiamme che facevano finire il secondo capitolo e sfregiato al viso, si ritroveranno intrappolate in una centrale di polizia, per la lotta finale contro Michael. Uno slasher di routine, che va bene assolutamente solo per i fan, diretto da Dwight H. Little (che avrebbe avuto maggior fortuna con i telefilm). Ha il pregio, semmai, di portare nuovi personaggi alla serie e di far finire la pellicola in modo cattivello, con Jamie che uccide la madre adottiva, come se fosse stata influenzata dallo zietto Michael.
Subito qui sotto un promo tv della pellicola:

Non chietemi perchè Halloween 5 (con la vhs americana Halloween 5: The Revenge of Michael Myers) non sia arrivato in Italia e sia ancora inedito. Fatto sta che alla fine i fan, se non se lo sono procurati all’estero o con il p2p, avrebbero probabilmente apprezzato, perchè il quinto episodio non è male. Il mestierante Dominique Othenin-Girard sa costruire un horror convenzionale e banale, ma che usa gli stereotipi per mantenere una certa tensione. Jamie, dopo aver ucciso la madre adottiva, è ricoverata nell’ospedale psichiatrico infantile di Haddonfield e ormai non dice più una parola. Michael Myers è in coma e giustamente si risveglia, ritornando alla caccia della nipotina. Che però ha acquisito poteri extrasensoriali che la collegano direttamente allo zio (ecco il perchè del finale del precedente episodio), che le permettono anche di vedere gli omicidi di Michael. Ciò aiuterà non poco l’instancabile Dr. Loomis nella caccia al serial killer. Alla fine c’è anche una sorpresa, che apre la strada al sesto episodio: si tratta del Dr. Morte, che si porta via Michael morente alla fine dell’episodio, salvandolo… In sostanza: violento e divertente, ma per soli fan, come al solito.
Beccatevi il trailer della pellicola:

Halloween: The Curse of Michael Myers (ossia Halloween 6: La maledizione di Michael Myers) ha alle spalle più di una situazione strana e anche spiacevole. Dedicato alla memoria di Donald Pleasence, morto subito dopo le riprese, nasce sotto una cattiva stella per i problemi di produzione che si dice abbia avuto, che alla fine ne hanno stravolto la storia. Diciamo che questo è il capitolo che riunisce un po’ tutti i precedenti episodi della saga: nell’incipit troviamo Jamie, ormai cresciuta, che fugge assieme al suo bimbo appena nato da un luogo dove era stata rapita dal Dr. Morte (il bambino è, infatti, figlio di Michael, che adesso è controllato dal Dr. Morte); troviamo gli eredi degli Strode, che si trasferiscono nella casa dove è accaduto il massacro del primo episodio; e alla fine c’è il ritorno di Tommy Doyle, il bambino -ormai cresciuto- che la notte del ’78 doveva essere sorvegliato da Laurie. L’intento del regista Joe Chappelle è quello di tirare le fila della serie, e di far luce sulla natura di Michael Myers. Tra personaggi vecchi e nuovi, tra astrologia e magia celtica, il risultato è un po’ confuso: alcune scene chiarificatrici furono tagliate dalla produzione. Si sarebbe capita meglio la storia: il neonato Michael fu segnato sul braccio sol simbolo celtico Thorn dal Dr. Morte; con uno strano allineamento astrale, Michael avrebbe così acquisito la violenza e la cattiveria che lo contraddistinguono, e così nel ’63 uccise la sorella. Tutto questo per “intrappolare” e controllare il dio Samhain nel corpo di Michael, il cui compito sarebbe stato uccidere tutti i componenti della famiglia salvando comunque chi lo controllava. Il Dr. Morte, la guida di Michael, ha infatti sul braccio lo stesso simbolo marchiato del serial killer. In una scena tagliata dalla produzione, il simbolo del Dr. Morte (che si scopre, sempre nella versione tagliata, essere un ex-collega di Loomis, Wynn), mentre l’uomo sta morendo, scompare e… si trasferisce proprio sul braccio del povero Loomis! Casino, eh? Speriamo di aver chiarito comunque un po’ le idee, anche se forse ci si incasina ancora di più.
Ringraziando Splattercontainer per queste spiegazioni, ci guardiamo il trailer di questo discusso capitolo:

La saga si conclude con due capitoli dai diversi risultati. Il primo è Halloween H20: 20 Years Later (Halloween – Venti anni dopo), diretto nel 1998 da Steve Miner (regista anche del secondo e terzo Venerdì 13), che se ne sbatte degli alberi genealogici, dei Dr. Morte e delle Jamie Lloyd e dirige l’ideale capitolo terzo (e conclusivo) di una trilogia che comprende ovviamente i primi due episodi. Ovvio che Laurie Strode sia viva e vegeta e si chiami Keri Tate, si sia rifatta una vita (fa l’insegnante) ma sia ancora tormentata dagli incubi. Quando riappare il fratellino, sarà la resa dei conti. Miner è uno specialista dello slasher e si vede: il film è molto eighties, violento e divertente, per passare una nottata all’insegna della più banale tensione. Oltre alla Curtis, si segnalano due giovani esordienti che “saranno famosi”: Josh Hartnett, nel ruolo di John, figlio di Laurie, e Michelle Williams, la ragazza di John. Piccole parti per Janet Leigh e Joseph Gordon-Levitt.
Laurie riesce a decapitare Michael, ma è ovvio che non finisca qui. Mentre Jason se ne va nello spazio, Michael partecipa ad un reality show via web la cui ambientazione è proprio la sua vecchia cara casetta: in Halloween: Resurrection (Halloween: La resurrezione, 2002), diretto da Rosenthal che ritorna dopo Il signore della morte, non c’è più spazio per la tensione, e nonostante qualche morte simpatica e qualche nudità si cade nella noia. Laurie ha decapitato il Michael sbagliato (trashissimo!), ma nonostante questo è proprio il prologo la cosa più interessante della pellicola: questa volta Michael riesce finalmente ad uccidere la sorella, che però prima lo bacia sulla bocca (mascherata). Laurie, in qualunque sequel si decidano di girare ora, non la vedremo più, come Jamie (morta nel prologo del sesto episodio). A meno che non decidano di farle resuscitare come il loro immortale parente.
E adesso guardiamoci il trailer di Halloween H20:

Non ci resta altro da fare quindi che salutarci, dopo questa lunghissima carrellata nel viaggio di Michael, aspettando il fatidico 19 ottobre, la data di distribuzione del remake di Zombie nelle sale italiane. E, giustamente, ci lasciamo con un video-tributo al babau dalla maschera bianca!


[Gli altri “originali” di cui abbiamo parlato: The Wicker Man, Le colline hanno gli occhi 2, Black Christmas – Un natale rosso sangue, Venerdì 13 (saga)]