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L’Osservatorio Romano contro Lino Banfi

L’attore Lino Banfi è di nuovo sotto l’occhio del ciclone. Dopo le lamentele per Il padre delle spose ora L’Osservatorio Romano attacca il nonno Libero per “Un medico in famiglia”.Sì perchè in uno degli episodi della serie tv “Un medico in famiglia” che andrà in onda a marzo vedremo il dottor Oscar (nella fiction omosessuale

di carla
13 Febbraio 2007 15:56

L’attore Lino Banfi è di nuovo sotto l’occhio del ciclone. Dopo le lamentele per Il padre delle spose ora L’Osservatorio Romano attacca il nonno Libero per “Un medico in famiglia”.

Sì perchè in uno degli episodi della serie tv “Un medico in famiglia” che andrà in onda a marzo vedremo il dottor Oscar (nella fiction omosessuale dichiarato) andare a vivere con il collega Max. Il “dramma” è che Oscar è padre di una bambina, Agnese, avuta da un precedente matrimonio e quindi la bimba starà un po’ con la mamma ed un po’ con i papà.

L’Osservatore Romano non ci ha più visto: “La Rai, piegata alle tiranniche esigenze dell’audience rincorre i gusti più deteriori e presenta irresponsabilmente come risolto e normale un problema, quello delle coppie gay, che resta invece drammaticamente aperto. Esistono oggettivi condizionamenti posti dalla natura che sono insuperabili”

Lino Banfi come risponde? Oh, lo fa direttamente dal suo blog con un post dal titolo Piccole Osservazioni Romane che Cineblog riporta con affetto e solidarietà:

Ma che tipo di diktat è questo elzeviro dell’Osservatore Romano? Perché tutto il mondo mediatico si preoccupa e quasi si impaurisce? Perché le critiche su quotidiani prestigiosi fatte da giornalisti un po’ più informati del nostro nobile intellettuale con due cognomi possono essere sempre discutibili e questo intervento del giornale vaticano suona come una condanna? È possibile che a 70 anni suonati io debba per forza recitare un mea culpa? Per cosa? Ubi est mea culpa? Solo perché ho fatto (come attore “ex comico” di prodotti di serie Z, che rifarei volentieri) la fiction “Il Padre delle Spose”, ideata da me e non dalla RAI?

Perché nessuno spiega al pubblico “meno provveduto”, come scrive sempre il nostro con due cognomi, che la suddetta fiction ha avuto delle pressioni così forti, non sappiamo da parte di chi o lo sappiamo ed evitiamo di dirlo, per le quali ha rischiato di non andare più in onda e rimanere per sempre confinata nei magazzini? E meno male che alcune persone con le persiane del cervello un po’ più aperte hanno difeso me e il prodotto, che è andato in onda lo stesso con un grandissimo successo di ascolto.
Ho toccato il tema dell’amore di un padre verso una figlia che supera tutte le barriere, anche quella dei gusti sessuali. Il tema della comprensione, dell’altruismo, della compassione e del perdono. In un certo senso il tema del figliol prodigo. Non sono anche questi temi che riguardano la famiglia? O abbiamo capito male, fin da ragazzini, tutto ciò che ci veniva insegnato in famiglia e in chiesa? Come si fa a definire il pubblico che segue da 10 anni questa nostra fortunata serie de “Un medico in famiglia” un pubblico sprovveduto, quando invece abbiamo avuto riscontri di un pubblico di tutte le età con prevalenza di medio-alta cultura?

Mi ricordo tante copertine e articoli di Famiglia Cristiana che mi qualificavano come attore a tutto tondo. Forse si riferivano alla mia fisionomia rotonda? E gli articoli elogiativi che in passato ha fatto lo stesso Osservatore Romano? Ah, forse quelli erano scritti da giornalisti con un solo cognome. Spero che mi venga perdonata almeno la mia ironia…

Mi ricordo, due anni fa o giù di lì, la sera del concerto del 1° Giugno al Quirinale, a cui ogni anno vengo invitato. Stavamo lì nei giardini ad aspettare il Presidente Ciampi e la signora Franca per salutarli quando l’allora Presidente della Camera P.F.Casini mi salutò affettuosamente e, ad alta voce, disse: “Nonno Libero è un genio! Ha rimesso insieme la famiglia…”. Non mi definì un ex comico ma un attore capace di far ridere e commuovere.
Oggi, però, io, che affermo sempre che sono di simpatie per il centrodestra, continuo a ricevere calci in bocca proprio da loro. Nessuno che riconosca: Banfi è un attore che fa semplicemente il suo lavoro di attore.
Addirittura l’amico Pasquale Squitieri, che nei suoi film ha spesso trattato di “Famiglie”, anche se di genere mafioso o camorristico, essendo uomo di cinema, a maggior ragione, invece di sparare a zero sulle fiction Rai, doveva dire che cinema e fiction sono un ottimo strumento per affrontare temi attuali anche se scottanti.
Poi si fanno distinzioni tra laici e cattolici sulle quali io non sono affatto d’accordo: un cattolico, non impegnato nel sacerdozio, non è un laico? Quanti cattolici, per fare solo un esempio, divorziano? Eppure mi pare che la Chiesa non accetti il divorzio.

Per concludere, la mia paura adesso sapete qual è? Ieri ho fatto quello che faccio sempre da tantissimi anni: sono andato in Chiesa a S.Ippolito, la mia parrocchia. Ogni volta, quando finisce la messa, molte persone, uscendo, mi vedono lì nel mio angolo e mi sorridono, a volte addirittura mi accarezzano e mi baciano. Ieri, invece, un’anziana signora mi ha guardato e ha scosso la testa come per dire: quoque tu…
Come devo recepire questo segno? Stasera quando tornerò a casa, dopo le dieci ore di lavoro da ex comico per la “dolciastra soap opera” di Medico 5, mi chiuderò nel mio studio vicino alle foto di Papa Woityla che mi accarezza, di Padre Pio e di mio padre e chiederò consiglio a loro…
Lino Banfi