Wolf Creek: la recensione
WOLF CREEKdi Greg McLean; con John Jarratt, Cassandra Magrath, Nathan Phillips, Kestie Morassi, Andy McPhee.L’ambientazione australiana è davvero affascinante. Sfruttato perfettamente, il cratere di Wolf Creek è lo scenario mozzafiato e allo stesso tempo inquietante di questo bell’horror, che prende ispirazione da molti cult del genere. Le colline hanno gli occhi, Non aprite quella porta
WOLF CREEK
di Greg McLean; con John Jarratt, Cassandra Magrath, Nathan Phillips, Kestie Morassi, Andy McPhee.
L’ambientazione australiana è davvero affascinante. Sfruttato perfettamente, il cratere di Wolf Creek è lo scenario mozzafiato e allo stesso tempo inquietante di questo bell’horror, che prende ispirazione da molti cult del genere. Le colline hanno gli occhi, Non aprite quella porta e altro ancora: Wolf Creek guarda indietro nel tempo, nel genere, e sa farsi valere.
Perchè tutto inizia in modo calmo, come un semplice viaggio tra ragazzi, e pian piano iniziano la solitudine, poi le prime inquietudini, ed infine il puro terrore. La natura, i silenzi, l’infinito, la notte. E il lupo cattivo, l’immancabile uomo nero. Che fa paura, è feroce, cattivissimo, e non ha alcuna pietà.
L’australiano Greg McLean convince davvero al suo esordio sul grande schermo, con un film diretto con molta maestria e che lascia ben sperare per le prossime opere. Presentato prima al Sundance Festival 2005 e poi al Festival di Cannes, è un horror claustrofobico e dal ritmo che cresce in modo esponenziale, per chi ama farsi avvolgere dall’atmosfera iniziale e restare piacevolmente shockato dalla violenza e dalla cattiveria del secondo tempo.
Come nella migliore tradizione. Aiuta sicuramente una fotografia splendida, che inquadra il cratere e il deserto in modo sensazionale, e che sa rendere claustrofobica e inquietante tutta la parte notturna della pellicola. La tensione è alta, il gore abbastanza consistente: ma a disturbare maggiormente è la buona dose di sana cattiveria, che non lascia alcuna speranza. Wolf Creek è un vero incubo senza via d’uscita, dove si è pedinati dall’inizio alla fine. Da gustare seduti sul divano, di notte, da soli…