Cannes: intervista e conferenza stampa de Il Codice da Vinci
Sono quasi le 20.30; il cast de Il Codice da Vinci si sta prestando per le ultime foto prima di rispondere a tutte le domande di intervistatori e stampa. Hanks, un po’ contestato per il look dai capelli un po’ più lunghi (vi ho già detto che sarebbe stato il vero dilemma di Cannes 2006…!),
Alle 20.30 c’è la prima intervista, prima delle conferenza stampa e prima della proiezione per il pubblico.
Cosa rappresenta per lei, Ron Howard, stare qui a Cannes?
Siamo tutti eccitati. E’ un film con un cast internazionale, appropriato proprio per l’apertura del Festival di Cannes mi sembra…
Jean Reno: un cast internazionale per un film internazionale, quindi?
Assolutamente, è un film internazionale.
Quali sono state le sfide di questo progetto, signor Howard?
L’aver dovuto usare il libro come trampolino di lancio per fare un film magnifico, capendo cos’era piaciuto di più ai lettori; vorrei che i lettori avessero la stessa esperienza, le stesse sensazioni col film e che questo piacesse anche a chi il libro non l’ha letto.
100 milioni di lettori che hanno comprato il libro si sono fatti la loro personale idea sui personaggi: signor Hanks, lei come ha fatto a calarsi nel suo personaggio?
Mah, il testo spiega tutto, mi ha dato spunti, anche se molte questioni restano aperte: ma questo è il bello del mestiere dell’attore. E poi sfido gli spettatori ad individuare la mia tecnica…!
Signorina Tautou: come sono state le riprese?
Mi sono sentita a mio agio, felice di condividere con tutti loro quest’esperienza; sono orgogliosa del film, e fiera di averci partecipato.
E come ha fatto ad entrare nel suo personaggio?
Per prima cosa ho trovato le chiavi per interpretare il personaggio e poi c’ho messo del mio; ho usato lo stesso approccio di sempre.
E com’è stato lavorare con Tom Hanks? Ha avuto qualche timore?
Non c’è stato alcun timore, e anzi: gli ho detto che avrei potuto insegnarli molto (Hanks ribatte: sì, mi parlava in francese!).
Signor Howard, lei ha dato molta importanza ai personaggi; come ha lavorato assieme a questo cast?
A me piace lavorare con grandi attori. Quando si tratta di adattare un libro del genere la prima cosa da fare è far vivere i personaggi in modo giusto, e per far ciò si devono avere attori giusti; quei 100 milioni di lettori saranno di sicuro felici. Quest’esperienza c’è piaciuta molto, a tutti…
Signor McKellen, come avete vissuto il clima del film?
Un buon regista è colui che sa reggere una bella festa, far sì che non si beva troppo ma ci si diverta lo stesso… Howard fa così.
Il suo personaggio è forte, affascinante…
Io nella vita sono così! Il mio è un personaggio interessante, è il film è un thriller eccitante, con azione. Ma allo stesso tempo anche intellettuale, che fa discutere, e il mio personaggio si occupa di ciò, di questa parte. Sottolineo poi che lavorare con hanks è stato un onore.
C’è stata parecchia polemica sul suo personaggio, signor Bettany: come si è calato nei panni di Silas?
A dir la verità devo dire che non avevo letto il libro ed ero convinto di essere io l’eroe…!
(Interviene Molina) A me è piaicuto truccarmi e mi sono piaciuti i costumi, agli inglese piace ciò… scherzo! E’ stata un’esperienza fantastica, cast e regista assolutamente fantastici; e il film stesso è fantastico…
Il film ha suscitato molte polemiche: signor Howard, questo fatto vi ha influenzato?
Io c’ho pensato bene alle controversie sorte già col libro. Ma la buona fiction suscita polemiche; io non sono un provocatore, però molti dei temi che derivano dalla storia in realtà fanno riflettere su questioni importanti, per stimolare un dibattito. Ho deciso quindi di non scappare: le polemiche sono state un frutto positivo.
(Interviene McKellen) La polemica è stata proprio minima… abbiamo lavorato in Francia, Inghilterra, abbiamo viaggiato con un treno, e nessuno ci ha fermato: nulla, nessuna protesta, nessuno striscione.
Jean-Pierre Marielle, lei ha lavorato in una sequenza nel Louvre di forte impatto: si sente nel museo la forza del luogo?
Ho sentito la stessa emozione di altri film, ero concentrato sul film; se ti lasci schiacciare dall’ambiente sei finito. E’ stato bello, ma non mi ha colpito eccessivamente. Lavorare con Howard è stato magnifico. Questo è un film forte, come lo avrebbero fatto Godard o altri registi americani con pochi mezzi. Con Ron si entra subito nel nocciolo del film senza essere schiacciati dalla tecnica; lui crea un lavoro col cuore e col talento, rende tutto facile: lo scambio con gli altri era molto semplice.
(Interviene Hanks) Girare al Louvre è stato bellissimo, ci volevo restare a dormire: farei mille film lì. Secondo me si potrebbe fare un altro libro per stare al Louvre più spesso…!
Signor Howard, ha avuto problemi per la lingua a capirsi con gli attori?
Non parlo francese, dovevo affidarmi agli attori.
(Interviene Marielle)Ron non parla il francese ma io lo capivo sempre…
Signorina Tautou, lei lo capiva?
Sì, siamo stati subito d’accordo; il vantaggio poi dei provini è di farsi subito un’idea di ciò che succederà. Avevo libertà totale, visto anche che ero l’unica donna, ed era importante che, quando avevo qualcosa in testa, lo esprimessi.
Signor Zimmer, come ha lavorato con Ron Howard?
Mi ricordo che nelle prime conversazioni Howard contraddisse la mia idea; e io mi sentivo un po’ male… Allora ho cercato di rivedere la storia: dopo quest’inizio un po’ da incubo ho trovato la musica giusta; mi è piaciuto il fatto che, appena volevo osare, Ron mi spingeva ad osare, a sperimantare. E’ una storia originale, e ciò ci affascinava.
(Interviene Howard) Il libro ha catturato i lettori per i suoi diversi piani, e la musica era importante per creare l’insieme di questi piani nel film.
Non siete stressati per stasera?
(Risponde Hanks) Beh, un tappeto rosso già è emozionante, ma quello di Cannes li batte tutti! Anche perchè se ci sarà un fischio ce ne saranno tanti, lo stesso per gli applausi… C’è un alto rischio, un po’ come quando alla roulette, puntando tutto sul rosso, preghi che esca proprio il rosso…
E ora ecco la conferenza stampa che ne è seguita.
Dopo aver presentato i protagonisti uno per uno, nonchè il regista Howard, iniziano le domande.
Signor Hanks: lei è uno dei primi attori ad aver indossato i panni di un personaggio con Aids, ha girato molto ruoli difficili; nei suoi film ha affrontato tante sfide: la sfida più grande ne Il Codice da Vinci qual è stata?
Il vantaggio del libro è che Langdon può spiegare, mentre sta ovunque, quello che pensa; nel film la sfida è mostrare l’intelligenza di Langdon senza essere prolissi. Ciò ha richiesto concisione per gli sceneggiatori. Anche lavorare con Ron è stata una sfida. E poi per Langdon bisogna avere una certa presenza: non so niente di simboli, ad esempio, eppure ci sono entrato nel ruolo…!
Ad un’altra domanda Ron Howard parla delle difficoltà che ci sono state durante il periodo di lavoro.
Abbiamo fatto provini, e questo anche perchè non bisogna raggiungere solo i lettori ma anche per far sì che le persone che non hanno letto il libro possano vedere un film eccitante. Quindi vari provini anche se rapidi, chiedendo alle persone possibilmente di non parlarne su Internet. E poi c’erano vincoli per il tempo, soprattutto per la post-produzione: le ultime bobine dovevano ancora essere stampate dieci giorni fa e questo non era un film da presentare un po’ troppo velocemente.
Signor Howard: in una scena davanti al Louvre ha scritto “Mona” con due “n”: è solo errore?
Non l’ho notato, ma quello era il poster davanti al Louvre: non abbiamo cambiato nulla…
Signor Hanks: è stato un momento “controverso” e “magico” quando ha spiegato ad Audrey che era una discendente di Cristo? (la domanda sembra avere un pizzico d’ironia, forse alludendo alla risata in sala alla proiezione per la stampa proprio quando Hanks pronuncia quella battuta)
Forse, era il momento chiave del film perchè succede qualcosa anche nella testa di London, è un peso importante e anche controverso… discutibile, però fino a un certo punto; nel film London capisce che per alcune persone si tratta di una rivelazione importante, mentre per altri non camiba nulla.
Signor Hanks, lei ha ancora un anno per fare il suo capolavoro (e anche qui noto una vena di sarcasmo)…
Sì, ancora un anno… spero di riuscire a fare Scooby Doo 3!
Signor Hanks, perchè ha voluto fare parte del film?
Come spettatore amo divertirmi, voglio seguire il libro nell’adattamento che vado a vedere. Ron è magnifico. Voglio anche film stimolanti e provocanti per parlare dopo del film stesso: Il Codice da Vinci è un film così.
Ad un’altra domanda Tom Hanks risponde sul dibattito finzione/verità.
Non penso che un film possa cambiare il punto di vista di un individuo: è finzione. In questi giorni gira un’affermazione: siamo in un mondo in cui certe persone pensano che queste cose siano vere, e queste persone sono pià pericolose di altre persone…
Signor Howard, la Chiesa ha reagito in modo estremo in India: hanno detto che non volevano che il governo indiano non permettesse uscita; altri hanno fatto lo sciopero della fame…
Data la natura controversa di sta storia, il film chiaramente disturberà alcune persone; io consiglio di non andare a vederlo se pensare che possa disturbarvi, parlate con uno spettatore che hanno visto il film prima, magari; io voglio intrattenere, non fare teologia: se il film provoca un dibattito per me è solo un bene.
Siamo fieri di avervi qui (il giornalista si rivolge agli attori francesi): com’è andata?
(Risponde la Tautou) E’ andata benissimo; Ron è esigente ma siamo abituati a lavorare con loro malgrado i mezzi e il budget, Ron sa creare un’atmosfera di lavoro molto semplice, non ci ha mai messo sotto pressione.
(Interviene Reno): c’è stato un rapporto affettuoso oltre al lavoro; il film è controverso a causa del dibattito creato dalla Chiesa, per colpa delle polemiche… ma io ho un ricordo bellissimo del Louvre e dei luoghi che non avrei mai visitato senza questo film, solo questo.
So che il film è finzione, però vorrei una vostra opinione: qualcuno crede che Gesù si sia sposato?
(Risponde Howard) Mentre lavoravamo a ciò abbiamo ovviamente parlato: il libro ha fatto parlare i lettori, spero così il film; quel che conta non è infatti ciò che penso io, ma ciò che pensano gli spettatori, il loro dibattito: non sottovalutiamo gli spettatori! Arriveranno da soli alle loro conclusioni. Il libro sottolinea anche che la vita è un mistero continuo: uno dei doni, immenso, venuto da Dio; la nostra curiosità è anch’esso un ruolo e ci porta in direzioni diverse; ciò che stimola l’immaginazione è costruttivo…
M’interessa il discorso religioso: questo è film che deve distrarre, e a volte i film vengono considerati verità storica e da lì nasce la polemica: cosa ne pensa?
(Risponde Molina) Nel film si tratta di un contesto, Tom ha già risposto: le persone che hanno comprato il libro sanno bene che è fiction, come il film. La “controversia” secondo me è con la “c” minuscola: conta che c’è una storia che è interessante, non c’è alcuna polemica da fare! Alcuni non apprezzeranno il film però lo si può non vedere.
(Interviene Mckellen) Ho creduto al libro sul momento… ho trovato che la teoria era convincente; poi ho posato il libro e dopo averlo finito mi son detto: è solo stupidaggine; so che la Chiesa ha problemi con l’omosessualità e questo film è la prova che Gesù non lo è, dovrebbero essere contenti! Quando è uscito il libro c’è stata sì polemica ma nessun personaggio potente ha condannato il libro; se i lettori sono in grado di riflettere perchè non gli spettatori?
Ad una domanda sul suo ruolo Bettany risponde così.
Ron mi ha chiesto di partecipare al film e io ho accettato di fare la parte dell’assassino: ho detto di aver letto il libro, ma non era vero. Allora l’ho letto: l’ho comprato nel settore fiction, non nel settore teologico.
Signorina Tautou, lei ha parlato del modo di fare degli americani: è timorosa?
Un pochetto avevo dei timori perchè non conoscevo quest’universo, ma in realtà questi sono svaniti.
(Interviene Reno) A volte lei mi guardava in maniera interrogativa, ma è andato tutto bene…!
Cosa vi aspettate al box-office?
(Risponde Howard) Ho fatto molti film commerciali e da tempo non faccio pronostici; ho scelto il film perchè mi affascinava. Spero abbia successo: ma non scelgo i soggetti in base al successo; ci sono persone che seguono il mercato del cinema più di me…
(Domanda di una giornalista del nostrano Liberazione) Voglio fare piccola provocazione: mi è piaciuto molto il film, penso che fosse divertente; se lo si prende sul serio però sorgono problemi, lo apprezzi solo se non lo prendi sul serio: cosa ne pensa, signor Howard?
Ha sollevato un ottimo punto: il libro ha suscitato interessi di persone diverse, e anche il film mi piacerebbe lo faccia: il film è divertente, a volte piacevole, però penso che anche possa stimolare un dibattito interessante.
Qualcuno ha detto che lei non ha rispettato l’essenza del libro…
Non so… Cambiando una virgola sapeva di andare incontro a critiche. Quando ci siamo interessati al progetto il libro era già famoso, ed iniziate le riprese era un fenomeno; abbiamo cercato di dimenticare ciò. Come regista ho cercato di ascolatre la gente che ha apprezzato il libro; poi mi sono reso conto che ciò poteva suscitare le polemiche per quanto riguarda l’adattamanto.
Signor Bettany, è vero che per prepararsi al ruolo portava una tunica medievale?
No, mutande e pantaloni! Avevo magari solo una tuta. A volte avevo un nastro, ma non era uno strumento di tortura…!