Era glaciale 2 il disgelo: effetti speciali e nuova tecnologia
Il secondo capitolo, L’era glaciale 2 il disgelo , si avvale di nuovi sfiziosissimi personaggi che nascono da un laborioso ed accurato lavoro. Per quanto riguarda i due opossum dispettosi, rispettivamente Crash e Eddie, Dè Sève, per crearne il design, avrebbe studiato a lungo diversi tipi di roditori tra cui i cinomi. Questo gli avrebbe
Il secondo capitolo, L’era glaciale 2 il disgelo , si avvale di nuovi sfiziosissimi personaggi che nascono da un laborioso ed accurato lavoro.
Per quanto riguarda i due opossum dispettosi, rispettivamente Crash e Eddie, Dè Sève, per crearne il design, avrebbe studiato a lungo diversi tipi di roditori tra cui i cinomi.
Questo gli avrebbe permesso di conferire loro un aspetto pressoché “cilindrico”
e donargli maggior flessibilità nei movimenti.
Spiegano i produttori del film che alcuni tra i personaggi dell’era glaciale 2, erano già stati pensati e prodotti per il primo capitolo, dove poi non sono stati inseriti.
Il team dei modellatori, capeggiati da Mike Defeo e Shaun Cusic, per questo sequel ha avuto la possibilità di utilizzare nuove avanzatissime tecnologie. Per ciascun personaggio è stato ultilizzato un modello di argilla poi scansionato al computer per ottenere l’effetto 3D in digitale, pesate che lavoraccio! Hanno successivamente inserito l’ossatura e le movenze degli stessi personaggi in modo da conferirgli muscoli, mandibole, espressioni facciali più realistiche possibile.
Pensate che per il primo capitolo del film il reparto di animazione fu composto da 35 persone, mentre per il sequel ben 60.
Il cast d’animazione infatti ha visto crescere la mole di lavoro per il film, giustificata dall’impiego di effetti speciali tecnicamente più sofisticati e di difficile relizzazione.
Il reparto materiali poi, ha avuto il compito di lavorare attentamente alle superfici dell’ambiente, alla colorazione del ghiaccio e a quella delle rocce degli alberi, tutte componenti non presenti nel primo capitolo.
La tecnologia degli studi Blue Sky ha poi investito sul “rendering” delle pellicce degli animali e soprattuto dell’acqua.
Infatti gli animatori della Blue Sky hanno utilizzato un particolare tipo di rendering denominato “Voxel” ( ovvero cubo) che serve a renderizzare il volume della pelliccia.
Manny, il mammut, avrebbe sulla schiena circa due milioni di peli ciascuno dei quali renderizzato singolarmente.
Tutto ciò’ è visibile nell’ alta definizione delle immagini. I personaggi hanno caratteristiche così realistiche che vi sembrerà quasi, vista la consistenza, di poterli “toccare”.
Inoltre la nuova tecnologia ha consentito di utilizzare simulazioni di acqua e vento all’interno del film.
Proprio l’acqua ha un ruolo fondamentale. I personaggi vivono in un mondo che si sta sciogliendo e sono costantemente in interazione con l’acqua.
Il team ha dovuto lavorare su differenti sfaccettature e livelli di bagnatura, a partire dal singolo schizzo per finire nella totale immersione.
E proprio per questo motivo l’acqua è stata trattata come un personaggio in carne ed ossa.