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Suspiria: al cinema in versione restaurata 4k, per i suoi primi 40 anni

A 40 anni dalla prima uscita, la favola nera in Techinicolor di Argento torna al cinema con la sua visionaria partitura del male, restaurata insieme a quella visiva

di cuttv
pubblicato 29 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 04:30

Mentre ironia e polemica accompagnano da anni le news sul remake di Suspiria, con tanto di risate di Dario Argento, Tweet roventi di sua figlia Asia e petizioni per non rovinarlo, il cult horror del maestro italiano del brivido continua a mietere proseliti e tornare al cinema.

Dopo la versione restaurata presentata a Cannes 60, insieme ai 3 minuti del ritorno al cinema de La Terza Madre (atteso vent’anni!), il capolavoro che inaugura la trilogia delle Tre Madri e il passaggio di Argento dal thriller in giallo a quello horror, si prepara a festeggiare i suoi primi 40 anni di terrore tornando in sala con l’evento del 30, 31 gennaio e 1 febbraio 2017, distribuito al cinema da QMI/Stardust in versione restaurata in 4K, con tanto di nuovo artwork opera dello Studio Grafite e trailer by SARALARDANI, proiettato in anteprima lunedì 31 ottobre, nell’Area Movie del Lucca Comics & Games.

[quote layout=”big” cite=”Dario Argento]”Grazie a questa nuova versione restaurata in 4k, l’emozione sarà fortissima. Non vedo l’ora di vederlo in sala, col pubblico, con tutti i giovani che lo guarderanno per la prima volta… Oggi c’è ancora bisogno di aver paura al cinema, la paura è catartica, io lo so. Risveglia l’anima dello spettatore e colpisce il suo inconscio. La pratica del restauro nel cinema è molto importante per le nuove generazioni.”[/quote]

Che si tratti di catarsi o nostalgia, a 40 anni dalla sua prima uscita in sala (1 febbraio 1977) e prima del remake firmato da Guadagnino, la favola nera di Argento è pronta a tornare sul grande schermo con il restauro in 4K, ideale ad amplificare i cromatismi visionari in Techinicolor, la partitura sonora ossessiva e minimale realizzata con i Goblim, insieme a quella del male che non dimora più nell’animo umano, ma nella dimensione sovrannaturale che abita un non-luogo ben più spaventoso, dove la magia esiste e la paura diventa atavica.

Una paura che radicalizzerà la naturale propensione di Argento al corto circuito logico, introdotta sin dall’incipit, insieme alla componente fiabesca, dalla voce off del regista, con il viaggio della fanciulla contemporanea sin nel cuore della foresta nera e il covo delle streghe.

“Suzy Banner decise di perfezionare i suoi studi di balletto nella più famosa scuola europea di danza. Scelse la celebre accademia di Friburgo. Partì un giorno alle nove di mattina dall’aeroporto di New York e giunse in Germania alle 22:45 ora locale”…

Quello che aspetta la giovane Susy Benner di Jessica Harper, con i suoi tratti fanciulleschi, ideali ad amplificare il senso di spaesamento onirico (da incubo) della dimensione alterata di questo paese delle meraviglie del malvagio, sono le scenografie visionarie, pervase dall’alternanza di rosso, blu e verde, che il piccolo capolavoro di regia ed effetti visivi dissemina di cadaveri, possessioni, vermi e parecchia suspense.

Un viaggio all’inferno covato dalla società occidentale e materialistica, scritto dallo stesso Argento in collaborazione con la compagna Daria Nicolodi, lasciandosi ispirare dal “Suspiria De Profundis” di Thomas de Quincey e un mix di favole e storie di famiglia (di nonna Nicolodi), lasciando il campo visivo e visionario a tutto quello che resta al confine tra reale e soprannaturale, classico e moderno, fiabesco e maligno, fino all’apice toccato dalla celebre sequenza dell’assassinio del pianista cieco, ripreso da Lucio Fulci nel delirio onirico che avviluppa …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà.

Tante ragioni per tornare a vedere sul grande schermo un film che ha decretato la notorietà di Argento in tutto il mondo, pur dividendo pubblica e critica italiana, a causa di quello che potete approfondire di seguito con curiosità, dichiarazioni e citazioni del film.

[rating title=”voto di cut-tv’s” value=”10″ layout=”left”]

Suspiria (Italia, 1977) regia di Dario Argento. Interpreti: Jessica Harper, Stefania Casini, Flavio Bucci, Miguel Bosé, Barbara Magnolfi, Susanna Javicoli, Eva Axén, Rudolf Schündler, Udo Kier, Alida Valli, Joan Bennett, Margherita Horowitz, Jacopo Mariani, Fulvio Mingozzi, Franca Scagnetti, Renato Scarpa, Serafina Scorceletti, Giuseppe Transocchi, Renata Zamengo, Alessandra Capozzi, Salvatore Capozzi, Diana Ferrara, Cristina Latini, Alfredo Raino, Claudia Zaccari, Giovanni Di Bernardo. Di nuovo in sala in versione restaurata 4 K con l’evento al cinema il 30, 31 gennaio e 1 febbraio 2017.

Suspiria: Il restauro

TLEFilms Film Restoration & Preservation Services, in Germania, ha operato il restauro del film (audio e video). Il film è stato girato con negativi EastmanColor ed è stata l’ultima grande produzione di questo genere ad aver usato il processo “Technicolor Dye Transfer”.

Per il 40° anniversario dalla prima uscita cinema, SUSPIRIA è stato restaurato in 4K partendo dal negativo, preservando la sua qualità originale. I 35 mm, danneggiati in varie parti da lacerazioni, graffi e macchie, sono stati attentamente corretti in maniera digitale.

La società LVR Digital di Roma si è occupata dei titoli. Il reparto grafico, in assenza di un font, dopo aver acquisito i fotogrammi originali dei titoli di testa del film ha ricostruito un alfabeto parziale attraverso una tecnica di maschere grafiche. La parte più complessa è stata quella di completare l’alfabeto creando numeri e lettere, in modo che seguissero lo stile dei caratteri già presenti, così da poter creare il FONT SUSPIRIA. Successivamente, i titoli sono stati riscritti sul master restaurato andando a recuperare quelle posizioni originali volute dal regista.

Suspiria: Curiosità

Il film è ispirato al romanzo “Suspiria De Profundis”, scritto da Thomas de Quincey dopo un soggiorno a Milano, presso la villa dei conti Imbonati.

La storia è introdotta dalla voce narrante dello stesso Argento, come tornerà a fare in Phenomena e Opera, vicini anche quelli alle atmosfere da fiaba nera.

Dopo La “tetralogia animale” con L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code, Quattro mosche di velluto grigio e Profondo rosso (che ha rischiato di avere come titolo: La tigre dai denti a sciabola), Suspiria resta il primo e, a detta di molti, il miglior capitolo della trilogia delle tre madri.

Mater Suspiriorum, Mater Lachrimarum, Mater Tenebrarum. Tre oscure divinità che simboleggiano e racchiudono in sé le forze del Male, pronte a nutrire i due sequel, Inferno (1980) e La terza madre (2007).

La sceneggiatura realizzata da Argento con la compagna Daria Nicolodi, ha permesso a questa di introdurre alcune caratteristiche delle fiabe, da Alice, Biancaneve, Barbablù e Pinocchio ai racconti di sua nonna Yvonne Loeb, celebre pianista di origine francese che le narrò le sue esperienze presso un istituto artistico e musicale francese (di cui l’attrice ha preferito non rivelare il nome) frequentato durante un corso di perfezionamento, dal quale era fuggita dopo aver scoperto che la didattica ufficiale era in realtà un paravento dietro cui si celava una vera scuola di magia nera.

Lo stesso Argento si è ispirato alla lettura di numerose fiabe infantili per ideare il personaggio di Elena Markos, la Regina Nera.

Cast

Daria Nicolodi, compagna di Dario Argento, era stata anche la prima scelta del regista per il ruolo di Sara, un incidente però la tenne bloccata per lungo tempo e il ruolo andò a Stefania Casin, lasciandole comunque un cameo all’aeroporto, oltre a prestare la propria voce alla potente strega Elena Marcos e riscrivere la scena finale, lasciandosi ispirare da un sogno che la precipitava in una stanza buia al cospetto di una strega invisibile; dove una pantera improvvisamente esplodeva. Nella scena del film la pantera che esplode è di porcellana.

Da principio Argento aveva pensato di girare il film con attrici minorenni (13-15 anni), ma dovette rinunciarvi a causa del divieto tedesco di portare sullo schermo minorenni e quello dei finanziatori, soprattutto del distributore e della Focus, società di produzione americana consociata nella realizzazione della pellicola.

Durante la fase preparatoria del film, Dario Argento e Daria Nicolodi compirono un viaggio a si recarono a Los Angeles per incontrare diverse attrici, ma dopo aver visto Jessica Harper recitare ne “Il fantasma del palcoscenico, scelsero l’attrice allora già ventottenne per l’aspetto minuto e i lineamenti adolescenziali che gli permettevano di restare fedeli al proposito di abbassare l’età delle interpreti.

Mosso dal medesimo proposito, sfruttando l’effetto ottico, Dario Argento alzò anche le maniglie delle porte, aumentando la difficoltà di aprirle, come accade a bambini.

Per il ruolo della vicedirettrice Argento optò per Joan Bennett, influenzato dal fatto che per circa dieci anni era stata compagna di Fritz Lang, tra i suoi registi preferiti.

Il ruolo del cupo servitore rumeno Pavlo, è stato affidato a Giuseppe Transocchi, attore non professionista, impiegato nell’ufficio postale di Piazza Bologna a Roma, nel quale Dario Argento si era recato per fare un versamento.

La donna che interpreta il ruolo di Elena Markos è l’attrice più anziana con la quale ha lavorato Dario Argento nella sua carriera cinematografica. Allora aveva 94 anni ed era stata trovata dal regista in un ospizio a circa 100 chilometri da Roma. L’autore la rammenta teneramente insieme al modo nel quale la signora si lasciava sorprendere dalle meraviglie del set cinematografico.

Tra le presenza di culto si annoverano anche Franca Scagnetti nelle vesti di cuoca e Fulvio Mingozzi in quelle di tassista (come in Inferno).

Location

Le riprese del film si sono svolte dal 26 luglio 1976 al 30 novembre 1976, in diverse località di Germania e Italia.

Tra le località tedesche compaiono la Foresta Nera, Monaco di Baviera e Friburgo, sede dell’Università Albertina e location poco presente nella storia del cinema, scelta inizialmente per ambientare l’accademia di danza, la Haus zum Walfisch (Casa della balena), nel palazzo cinquecentesco un tempo abitato da Erasmo da Rotterdam, dove tradizione vuole che questo abbia scritto il suo celebre ‘Elogio della follia’. Ai tempi della lavorazione del film il palazzo però ospitava una banca e il permesso per girarvi alcune scene fu presto revocato, costringendo la produzione a ricostruire esterni e interni dell’edificio presso gli studi De Paolis di Roma, sebbene nel montaggio finale rimangano alcune parti filmate nella casa del filosofo.

Altra celebre location è la Königsplatz di Monaco di Baviera, dove il pianista cieco Daniel (interpretato da Flavio Bucci) viene assalito e ucciso dal proprio cane guida.

Sempre a Monaco sono riconducibili diverse altre ambientazioni: l’aeroporto dove atterra la protagonista ad inizio film, la piscina liberty Müllersches Volksbad in cui nuotano Susy e Sara, la BMW Tower sede del convegno di psichiatria, la birreria Hofbräuhaus e l’attuale sede dell’Assessorato alla Cultura (Kulturreferat) nell’antica Burgstrasse, i cui esterni identificano il palazzo dove si consumano i primi due brutali omicidi.

Alcune scene minori, tra cui l’incursione nelle soffitte dell’accademia di danza, sono state girate a Santa Maria di Galeria, frazione di Roma non lontana dal Lago di Bracciano.

Argento stesso, nel libro “Dario Argento, si gira!” pubblicato a fine 2014, ha invece smentito le ricorrenti voci secondo cui alcune riprese fossero state effettuate presso Villa Capriglio a Torino.

Le scene

“La scena di apertura di Suspiria è la più impressionante che Dario abbia mai girato. La ragazza che arriva all’aeroporto, il modo in cui si aprono le porte, la pioggia, i colori incredibili, la musica. Non mi stanco mai di guardarla. Ci sono tante cose da vedere. Tante piccole cose che si scoprono poco a poco. Come le voci, per esempio, che sono mescolate alla musica, ma delle quali ti rendi conto dopo diverse visioni.
(….) le inquadrature della macchina sotto la pioggia sono incredibili. per esempio, quando l’obiettivo si allontana dall’auto, va a inquadrare l’acqua che cade, poi ritorna nel taxi. In quel momento sembra di stare in un sogno. C’è qualcosa in quella sequenza che non si può descrivere”. John Carpenter – La profondeur et la surface: conversation enter John Carpenter et Dario Argento (Simulacres n. 2 del 2000), a cura di Nicolas Saada e Jean-Baptiste Thoret

Tra le scene cult, quella in cui Jessica Harper camminando lungo uno dei corridoi della scuola di danza, comincia ad avvertire una sensazione di malessere, amplificata dalla fotografia e il ritmo cantilenante dei Goblin.

La celebre scena in cui Stefania Casini precipita sul filo spinato che la immobilizza, fu realizzata in una vera stanza piena di fil di ferro con l’attrice spinta a buttarsi sul filo provando a fare qualche passo. L’esito ebbe successo, al punto che per liberarla furono necessarie alcune cesoie, molta pazienza e le numerose escoriazioni procurate al corpo dell’attrice resero impossibile ripetere la scena.

Il direttore della fotografia, Luciano Tovoli ha dichiarato che la scena della morte del pianista cieco Daniel (Flavio Bucci) fu estremamente complicata da filmare per la vastità dell’ambientazione (la celebre Königsplatz), da illuminare, al punto di richiede una settimana di torrette e luci ad arco, mentre per simulare il volo dell’aquila fu impiegata una macchina da presa collegata ad un carrello sospeso in alto che scorreva tramite alcune carrucole lungo un cavo d’acciaio di 150 metri.

La scena in piscina, con Jessica Harper e Stefania Casini, è un voluto omaggio di Argento ad un momento simile de “Il Bacio della Pantera (1942) di Jacques Tourneur.

“Ho voluto rendere omaggio a molti miei personali amori cinefili. Per esempio, la scena della piscina è ispirata a Il Bacio della Pantera, uno dei miei film culto”. Dario Argento – Confessioni di un maestro dell’horror, a cura di Fabio Maiello, Alacran edizioni

“Si può benissimo ridere della magia. Comunque si sappia che la magia è…quoddam ubique, quoddam semper, quoddam ab omnibus creditum est. Che significa: la magia è quella cosa che ovunque, sempre e da tutti, è creduta”

La famosa citazione del professor Milius, è una citazione da “Il ramo d’oro” di James Frazer, a sua volta una modifica di una famosa frase del V secolo d.C. attribuita a san Vincenzo di Lerino (Magnopere curandum est ut id teneatur quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est).

Dario Argento ha dichiarato di aver ideato una scuola di danza come copertura di una congrega di streghe per il valore magico tradizionalmente attribuito da queste ultime al ballo: secondo tali credenze alcuni movimenti del corpo condurrebbero al trascendente colui che li pratica.

Il film è pieno di particolari nascosti con cura maniacale, come la macchia di sangue che ha la forma di una strega.

A quando pare gli autoritratti di Francis Bacon hanno ispirato la fotografia del primo omicidio, con la testa della povera malcapitata, schiacciata e pressata con il vetro che finisce per mostrare il suo viso deforme.

Sembra invece che a influenzare la fotografia di Luciano Tovoli, siano state le audaci visioni di forma e colore del fotografo tedesco Hernest Hass, tra i primi a sperimentare le potenzialità e il valore del colore per la resa artistica.

Le scelte cromaticamente audaci di Suspiria, che a quanto pare non ha sedotto Brian De Palma, sono state tra le ultime girate in Techinicolor e la pellicola sviluppata con tre matrici di colore, grazie ad una particolare lavorazione (a tintura manuale del negativo), realizzata dal direttore della fotografia Luciano Tovoli.

Due anni dopo lo straordinario successo di “Profondo Rosso”, Suspiria esordisce nelle sale italiane il 1 Febbraio 1977, con la Prima Mondiale al Cinema Imperiale di Bologna.

In America sembra aver raggiunto la distribuzione record di 3000 copie.

In Giappone la prima visione del film avvenne in uno stadio, davanti ad un pubblico di circa 30.000 persone, utilizzando un immenso impianto audio realizzato dalla Sony.

A causa del suo contenuto particolarmente violento, il film fu vietato ai minori di 18 anni in molti paesi, mentre in Norvegia è stato addirittura bandito fino al 2003.

La pellicola, all’11º posto degli incassi della stagione cinematografica 1976-77, non raggiunse mai i risultati commerciali del precedente Profondo rosso, incassando 1.430.000.000 di lire dell’epoca nelle città capozona.

Al contrario, la pellicola conquistò subito pubblico e critica in Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti d’America e Regno Unito, rendendo Argento ben noto all’estero proprio per Suspiria e non per Profondo Rosso, come in Italia.

Il film ha ricevuto la candidatura al Saturn Award per la migliore attrice non protagonista a Joan Bennett ed è stato definito Best Classic Film DVD Release del 2005.

La versione romanzata del film (scritta da Nicola Lombardi) è stata pubblicata dall’editore Newton Compton nel 1997 (poi ristampata da Mondo Ignoto Editore nel 2002 all’interno del saggio Suspiria), insieme alle novelizations di Inferno (Antonio Tentori), Opera (Fabio Giovannini), Phenomena (Luigi Cozzi) e Demoni (Massimo Brando), nel volume Terrore Profondo.

La genesi del remake, nel corso degli anni, è passata da quello al quale lo stesso Argento avrebbe dovuto collaborare alla sceneggiatura, a quello entrato in pre-produzione nel 2008 con la regia di David Gordon Green, accantonato definitivamente nel 2012, fino a quando, durante la 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il regista Luca Guadagnino ha rivelato il progetto di dirigere un remake molto diverso dal film originario, scatenando risa e ira un po’ ovunque.

Nel 2006 è stato annunciato un remake in formato anime di Suspiria, prodotto dallo studio giapponese Gonzo per la regia di Yoshimasa Hiraike.

Cameo di Dario argento nel film

Il film non lesina comparsate di Dario Argento, dalle mani (senza corpo) dell’omicida (come in Inferno), alla faccia demoniaca che ride, riflessa per qualche secondo con un lampo sul finestrino del taxi, all’altezza del colletto del tassista (Fulvio Mingozzi) che porta Susy a scuola nella sequenza iniziale.

Nella scena finale, dopo l’uccisione di Elena Marcos che causa la morte delle altre streghe della congrega, il personaggio di Pavlo viene interpretato dallo stesso Dario Argento.

Nel momento in cui sta per essere uccisa l’amica di Susy, si vede, di spalle, una sagoma con mantello nero che cammina abbastanza spedito e quando, per un attivo, si gira a sinistra rivela il volto di Dario Argento.

Citazioni e Omaggi

Sull’onda del successo di Suspiria, in Giappone ‘Profondo Rosso’ è stato distribuito con il titolo di ‘Suspiria 2’.

L’attacco improvviso del cane di Daniel al proprio padrone, è stato ripreso da Lucio Fulci in una scena di …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà del 1981.

Anche in Quella villa accanto al cimitero del 1981, l’improvvisa apparizione nel buio degli occhi della Mater Suspiriorum, potrebbe essere stata ispirata a Fulci da Suspiria.

Suspiria è l’unica pellicola italiana citata da Stephen King nel suo celebre saggio Danse Macabre del 1981, tra i 100 film meritevoli di aver dato “un peculiare contributo al genere horror”.

Nel film Juno di Jason Reitman, viene omaggiato il film con una citazione della protagonista che lo nomina come suo film preferito. Argento ricambierà l’omaggio nel suo Giallo.

Nel film ‘Il messaggero – The Haunting in Connecticut’ di eter Cornwell, in una rapidissima sequenza che mostra centinaia di scritte su un cadavere, appare la scritta Suspiria.

Il tredicesimo episodio, della terza stagione, della serie animata americana ‘Le tenebrose avventure di Billy e Mandy’ (Billy Idiot), è una parodia mista di Suspiria e del film Billy Elliot.

Le notti della luna piena, terzo episodio della saga di Dylan Dog, contiene numerosi riferimenti al film: la storia è ambientata proprio in Germania, nella Selva Nera; uno dei luoghi chiave della vicenda è una scuola frequentata esclusivamente da ragazze, gestita da due anziane sorelle (che alla fine si riveleranno essere streghe) alle quali è assoggettato un inserviente di nome Otto che, come Pavlo, non parla e pare avere gravi problemi comportamentali. Alla fine dell’episodio, la scuola brucerà e verrà distrutta dopo la morte delle streghe, esattamente come alla fine del film.

Suspiria è anche una delle pellicole citate da Scream 4.

La colonna sonora

Lo score di Suspiria è frutto della collaborazione di Argento con il gruppo dei Goblin, all’apice del suo quartetto storico, con Claudio Simonetti alle tastiere, Fabio Pignatelli al basso, chitarra e occasionali vocals, Massimo Morante alla chitarra elettrica ed acustica e Agostino Marangolo alla batteria, coadiuvati per l’occasione da Guarini, alle tastiere, e dal fratello di Marangolo, Antonio, al sax.

La partitura ossessiva e minimale di “Suspiria”, opener del disco e tema portante del film, è un capolavoro di sospensione onirica ed esoterica, che mescola gli afflati taglienti del mellotron, i malefici sussurri dello stesso Simonetti e i rimbombi del bouzuki, un particolare modello di mandolino di origine ellenica dal ritmo particolarmente incalzante, acquistato personalmente dal regista durante un viaggio in Grecia, compiuto poco prima dell’inizio delle riprese.

Elementi etnici e tribali che tornano a caratterizzare il secondo brano “Witch”, fino al “Death Valzer” finale.

Caratteristiche innovative per l’epoca, non solo in Italia, che hanno contribuito a rendere la partitura la più sperimentale e spaventosa del gruppo, oltre ad essere quella a cui si dichiarano più legati affettivamente Pignatelli e Morante.

In Italia il CD è stato distribuito, come gli altri lavori dei Goblin, dalla Cinevox, mentre negli USA il DVD del film, prodotto dalla Anchor Bay, contiene anche lo score.

Simonetti stesso, insieme con la sua band Daemonia, fece una cover del brano introduttivo di Suspiria.

La colonna sonora è stata utilizzata anche nella serie televisiva Turno di notte, nell’episodio Via delle streghe.

La colonna sonora del film è stata utilizzata durante le finali del nuoto sincronizzato alle XXX Olimpiadi di Londra dalla compagine russa, che si è aggiudicata la medaglia d’oro.