Roma 2016, Sing Street di John Carney: Recensione in Anteprima
Sing Street di John Carney conquista la Festa del Cinema di Roma. Dal 9 novembre in sala
Tre anni dopo il sottovalutato Tutto può cambiare e 10 anni dopo il celebre Once, premio Oscar per la miglior canzone, l’irlandese John Carney torna tra noi con un film che diverrà probabilmente un classico: Sing Street, trionfalmente accolto al Sundance Film Festival, al Toronto Film Festival ed ora alla Festa del Cinema di Roma, prima di uscire in sala con BIM il prossimo 9 novembre.
Protagonista un quindicenne di Dublino, Conor, trasferito in una nuova scuola cattolica in cui viene subito bullizzato dallo studente/skinhead di turno e dal parroco/preside violento e bacchettone. Le cose non vanno meglio a casa, vista la rumorosa separazione in atto tra i due genitori e la presenza casalinga del trentenne fratello maggiore, nullatenente, con un passato pregno di rimpianti e un presente privo di sbocchi. Tutto cambia quando Conor incontra la bellissima Raphina, aspirante modella orfana più grande di un anno e inavvicinabile per tutti gli studenti della scuola. Eppure il goffo giovane tenta l’approccio più originale, invitandola ad un provino per prender parte ad un video musicale della sua band. Peccato che Conor non abbia nessuna band, da far sorgere immediatamente.
Un coming-of-age che si fa romanticissima e meravigliosa storia d’amore attraverso il potere della musica. Carney, qui anche sceneggiatore, ha dato vita alla sua opera più riuscita e forse biografica, essendo ambientata nella Dublino dei primi anni ’80 e in quel trionfo di new wave e synth pop inglese che di fatto segnò l’intero decennio. All’interno della straordinaria colonna sonora si fanno strada pezzi dei Cure, a-ha, Duran Duran, The Clash, Genesis, Hall & Oates, Spandau Ballet e The Jam, mentre Gary Clark e lo stesso John Carney hanno messo mano agli incredibili pezzi inediti creati dai ‘Sing Street‘, irresistibile band adolescenziale con cui Conor conquisterà l’amata Raphina e l’incantato spettatore.
Dannatamente esilarante, romanticamente malinconico, zeppo di trovate e di rimandi musicali ad un’epoca mai sbiadita del tutto, Sing Street vive di personaggi solitamente lasciati ai margini. Sfigati derisi che qui si ritrovano attorno a degli strumenti, imparando a suonare e a cantare insieme, a fare musica per sognare un futuro diverso, lontano da quell’Irlanda 30 anni fa schiacciata dalla crisi. Carney rende omaggio ai rivoluzionari videoclip che cambiarono la produzione musicale pop (e non solo) di un tempo, dando contemporaneamente risalto e forza al potere della ‘fratellanza’, tanto acquisita quanto di sangue. Perché l’amore per la ‘musa’ Raphina lascia spazio anche ad inedite amicizie e ad affetti famigliari da riscoprire, con l’universale energia della musica a fare da splendido collante.
Annientate le cover, perché bisogna prendersi delle responsabilità nella vita ed ‘osare’, Carney ha dato vita ad otto sorprendenti inediti in perfetto stile new romantic, seminando nel corso di due ore risate e lacrime, equamente suddivise all’interno di uno script ‘happysad’ che attraverso la fantasiosa sfrontatezza dei più giovani alimenta sogni e illusioni. D’altronde chi non ha mai cullato, almeno una volta nella vita, l’idea di scrivere canzoni alla persona amata per poi scappare al suo fianco, fregandosene beatamente delle possibili conseguenze. Carney, qui ineccepibile nel soppesare con il bilancino comedy musicale e romanticismo adolescenziale, ne ha fatto un’opera che trasuda emozioni e a cui è onestamente impossibile non voler bene. Molto più semplicemente, un’opera che si fa amare.
[rating title=”Voto di Federico” value=”9″ layout=”left”]
Sing Street (commedia musicale, romantico, Irlanda, 2016) di John Carney; con Aidan Gillen, Maria Doyle Kennedy, Jack Reynor, Lucy Boynton, Kelly Thornton, Lydia McGuinness, Kyle Bradley Donaldson, Ferdia Walsh-Peelo, Mark McKenna – uscita mercoledì 9 novembre 2016.