E’ morto Gian Luigi Rondi, decano dei critici cinematografici – il ricordo di Blogo
Il cinema italiano e la stampa tutta piangono la morte di Gian Luigi Rondi.
Si è spento nella notte all’età di 94 anni Gian Luigi Rondi, decano dei critici cinematografici nonché presidente a vita dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello. Più che un uomo un monolite della cinematografia nazionale, Rondi, nato nel 1921 e dal 1946 iscritto all’Albo dei giornalisti professionisti dopo aver collaborato con il quotidiano Il Tempo. Nel 1949 diventa per la prima volta membro della giuria alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (X edizione), da lui guidata in qualità di Presidente dal 1983 al 1987. Anni in cui escluse dalla manifestazione Velluto Blu di David Lynch, non senza polemiche.
Presidente della Biennale di Venezia dal 1993 al 1997 nonché dal 2001 commissario straordinario della Siae per volere dell’allora premier Silvio Berlusconi, Rondi diventa Presidente della Fondazione Cinema per Roma, sovraintendendo al Festival Internazionale del Film di Roma diretto da Piera Detassis, dal 2008 al 2012. Negli anni ’50 anche sceneggiatore per registi come Georg Wilhelm Pabst, Joseph L. Mankiewicz, René Clair, Jean Delannoy e Ladislao Vajda, firma come regista alcuni documentari di carattere storico e biografico. Visto in giuria in tutti i più importanti Festival cinematografici del mondo, da Berlino (1961) a Cannes (1963) passando per Rio de Janeiro (1965) e San Sebastian (1968), Rondi fonda il Festival delle Nazioni di Taormina nel 1970 e presiede il Festival di Locarno nel 1988.
Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal 1981, Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal 1968, Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell’arte dal 1975 e Cavaliere della Legion d’Onore dal 1951, perché alla fine degli anni ’40 corrispondente del quotidiano francese Le Figaro, dei periodici francesi Cinémonde e Le Film Français e del periodico belga Cinérevue, Rondi ha continuato a scrivere recensioni fino all’ultimo. Con la sua amata sciarpa bianca felliniana, ovviamente, sempre al collo.