Gene Wilder è morto, addio a Willy Wonka e a Frankenstein Junior – il ricordo di Blogo
Si è spento all’età di 83 anni Gene Wilder, attore feticcio di Mel Brooks.
Figlio di ebrei russi immigrati, Wilder è esploso nel 1968 grazie a Mel Brooks, 5 anni prima conosciuto grazie alla fidanzata del regista (nonché futura sposa) Anne Bancroft. Per favore, non toccate le vecchiette, esordio alla regia di Brooks, divenne da subito titolo di culto, vincendo l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e portando Gene ad una nomination come miglior attore non protagonista. Tre anni dopo, grazie a Mel Stuart, l’attore incrocia uno dei due personaggi che lo hanno reso leggenda: Willy Wonka, con la sua fabbrica di cioccolato tratta dal classico per bambini di Roald Dahl. Un’opera inizialmente snobbata ma con il tempo rivalutata e presto entrata nell’immaginario collettivo, con Wilder indimenticato protagonista. L’anno dopo, nel 1972, scocca l’ora di Woody Allen grazie a Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere), per poi darsi al western demenziale nel 1974 con Mezzogiorno e mezzo di fuoco, sempre diretto dal fidato amico Brooks pochi mesi dopo ritrovato grazie ad uno dei massimi capolavori della comicità degli anni ’70. Frankenstein Junior, ideato e sceneggiato dallo stesso Wilder. Entrambi vennero nuovamente candidati agli Oscar per la sceneggiatura non originale, per poi non ritrovarsi più. Almeno sul set.
Nel 1975, con Il fratello più furbo di Sherlock Holmes, Wilder esordisce alla regia per poi riprovarci nel 1977 con Il più grande amatore del mondo, nel 1980 con I seduttori della domenica, nel 1984 con La signora in rosso e nel 1986 con Luna di miele stregata. Proficue anche la collaborazioni con Sidney Poitier, che l’ha diretto in Nessuno ci può fermare e Hanky Panky – Fuga per due, e con Artur Hiller, che l’ha diretto in Wagons-lits con omicidi e in Non guardarmi: non ti sento, nel 1991 seguito da Non dirmelo… non ci credo, sua ultima fatica cinematografica al fianco dell’amico Richard Pryor. 25 anni senza più vederlo sul grande schermo, purtroppo, con Steven Spielberg che ha provato un disperato tentativo per averlo nell’imminente Player One. Tentativo fallito, causa proprio Alzheimer. Nel mezzo poca tv, con un’ultima doppia apparizione datata 2002-2003 grazie a Will & Grace.
Nel 1999 l’incubo del tumore al tessuto linfatico, il Linfoma non Hodgkin, da cui nel 2005 era stato dichiarato completamente guarito grazie alla chemioterapia e a un trapianto di cellule staminali. 11 anni dopo, purtroppo, siamo qui a piangerlo. Con la scomparsa di Wilder, è evidente, se ne va un gigante della comicità a stelle e strisce davvero troppo presto ritiratosi dal grande schermo. Lupu ulula, immenso Gene.
Fonte: Variety