La Diseducazione di Cameron Post: trailer italiano del film con Chloe Moretz
La Diseducazione di Cameron Post: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico di Desiree Akhavan nei cinema italiani dal 31 ottobre 2018.
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Dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, il 31 ottobre arriva nei cinema italiani La Diseducazione di Cameron Post, il dramma interpretato da Chloë Grace Moretz (Suspiria, Sils Maria, Hugo Cabret) tratto dal romanzo di culto di Emily M. Danforth (in uscita in Italia per Rizzoli dal 23 ottobre) e vincitore dell’ultimo Sundance Film Festival.
La vicenda è ambientata in una cittadina del Montana, nel 1993. Quando viene sorpresa a baciarsi con una ragazza durante il ballo della scuola, la giovane Cameron Post viene spedita in un centro religioso, God’s Promise, in cui una terapia di conversione dovrebbe “guarirla” dall’omosessualità. Insofferente alla disciplina e ai dubbi metodi del centro, Cameron stringe amicizia con altri ragazzi, finendo per creare una piccola e variopinta comunità capace di riaffermare con orgoglio la propria identità.
Capace di affrontare con uno stile graffiante un tema ancora attualissimo e controverso, “La Diseducazione di Cameron Post” è diretto da Desiree Akhavan, regista newyorkese di origini iraniane già considerata una delle voci più originali e intense della scena indipendente internazionale.
NOTE DI PRODUZIONE
Dal libro al film
La regista Desiree Akhavan ha ricevuto dalla casa editrice una copia del libro di Emily Danforth, La diseducazione di Cameron Post, già nel 2011, prima che venisse pubblicato. “Mi ha da subito colpito e commosso il modo in cui parlava del passaggio all’età adulta senza essere predicatorio o affettato”, ricorda, “e fin dall’inizio pensavo che se fossi riuscitaa farne un film mi sarei concentrata sulla seconda parte del romanzo, ambientata al centro di conversione”. Qualche anno più tardi, nel 2015, mentre era in tour per presentare il suo film d’esordio, Appropriate Behavior, che stava ricevendo un’accoglienza entusiastica e l’avrebbe resa una delle voci più interessanti della scena indipendente americana, Akhavan già pensava al secondo film insieme alla produttrice Cecilia Frugiuele: stavolta La diseducazione di Cameron Post si è imposto fin dall’inizio come la scelta perfetta.
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Buone intenzioni, conseguenze tremende
God’s Promise è gestito dalla Dott.ssa Lydia Marsh, che lo ha creato dopo aver
“guarito” suo fratello, il Reverendo Rick. “Lydia è una persona di grande intelligenza”, afferma la regista. “È sinceramente convinta di aiutare e proteggere i ragazzi del centro ed è molto generosa… Il problema è il suo modo di concepire la sessualità e il fatto che il risultato delle sue azioni sia spingere questi adolescenti a odiare se stessi. Le buone intenzioni a volte possono portare ad azioni terribili. Una domanda chiave del film è: può questo centro di conversione spezzare la volontà di una ragazza intelligente e consapevole come Cameron? Come ogni adolescente, anche Cameron può dubitare di se stessa. D’altra parte, fa parte del processo di crescita il momento in cui un’adolescente capisce che gli adulti non hanno tutte le riposte e bisogna decidere da sé cosa è giusto e cosa è sbagliato”.
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Chloe e Cameron
Chloë Grace Moretz aveva apprezzato il film d’esordio di Desiree Akhavan,
Appropriate Behavior, ed era molto curiosa di leggere la nuova sceneggiatura della
giovane regista. “L’ho letta in un’ora”, ricorda Moretz, “e ho chiamato subito mio
fratello Trevor, che è anche il mio manager, per dirgli che era uno dei copioni migliori che avessi mai letto. E soprattutto che questo era il tipo di cinema a cui volevo indirizzare tutta la mia carriera”. Dal primo incontro con Desiree, era chiaro per entrambe quale fosse la direzione del film: “Volevano fare un film positivo, senza impartire lezioni. L’obiettivo principale era mostrare la bellezza dei rapporti che si creano tra i ragazzi del centro, che per la prima volta conoscono altri omosessuali come loro e per la prima volta capiscono davvero di non essere soli”.
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Senza vergogna
“Cameron ha una forte consapevolezza di sé” ribadisce Moretz. “Non nega la propria sessualità, né se ne vergogna. Fin dall’inizio sa cosa le sta accadendo, sa di essere finita a God’s Promise non perché ha fatto qualcosa di sbagliato, ma semplicemente perché è stata scoperta. È una persona straordinaria, che pur essendo finita in una situazione orribile non si chiude in se stessa ma cerca comunque di dare il meglio come persona”. Prima di iniziare le riprese, la regista e la protagonista hanno incontrato diversi ragazzi che hanno vissuto l’esperienza dei centri religiosi di conversione: “Questi ragazzi sono stati molto coraggiosi nel condividere le loro storie con noi”, ricorda Moretz, “e ci hanno raccontato le cose più inquietanti che gli sono successe. A noi interessava soprattutto capire se i rapporti che si sviluppavano tra i personaggi nel corso del film fossero credibili”.