Venezia 2018, Anons (The Announcement): recensione del film di Mahmut Fazil Coşkun
Festival di Venezia 2018: dalla Turchia una commedia nera che riesce a fare della satira intelligente su un episodio realmente accaduto negli anni ’60
Un gruppo di militari, nella notte del 22 maggio 1963 decidono di dare seguito ad una loro precedente deliberazione: s’ha da fare un colpo di Stato. Il piano prevede la trasmissione di un annuncio mediante le frequenze di Radio Istanbul, col quale si vorrebbe far cominciare le danze. È assurdo già così; viene subito da chiedersi infatti se siamo noi a non venire a conoscenza del resto del piano o se, invece, davvero questi ufficiali dell’esercito non abbiano pensato ad altro. Eppure non sono degli sprovveduti, anzi: messi all’angolo, uno di loro non ci pensa due volte a freddare un civile che avrebbe in qualche modo potuto mettere i bastoni tra le ruote.
Mahmut Fazil Coşkun non banalizza né la situazione né questi personaggi. Vi si accosta quindi non con l’intento di dileggiarli, di renderli ridicoli, non fosse altro che a quello ci pensano da soli nel corso del film. Al contrario, il lavoro del regista turco mi pare teso proprio ad evitare che i suoi protagonisti non vengano presi sul serio, non per niente tutta la prima parte ce li restituisce credibili, sia rispetto al ruolo che in relazione alle intenzioni. Questi davvero ritengono che il Paese necessiti di un netto cambiamento, che vi sia bisogno di un colpo di coda per ristabilire non si è capito cosa. A chi ha familiarità con la storia turca recente forse tale passaggio non sortirà gli stessi effetti, mentre per tutti gli altri è divertente assistere all’industriarsi di un manipolo di militari senza che si abbia la più pallida idea di cosa realmente li abbia spinti a darsi all’impresa.
Va da sé che il loro intervento, concepito per essere tempestivo, incontra tutta una serie di ostacoli che confermano la loro inettitudine. Giunti in radio, per esempio, nessuno sa fare funzionare l’apparecchiatura: com’è possibile non averci pensato? E allora parte questa ricerca notturna per le vie di Istanbul, mentre s’insegue il tecnico; e accade di tutto. Il tizio non si trova, né si sa a chi chiedere dove sia – anzi, a dirla tutta non si conosce manco il nome per esteso. Incontri fortuiti, impedimenti, ritardi, nel frattempo quasi ci si dimentica che ciò che si sta organizzando non è una giocata a carte ma il rovesciamento di un Governo.
Anons ci mette un po’ a carburare, va detto. Parte piano e continua più o meno sullo stesso ritmo, tempi dilatati, ironia gelida, insomma bisogna essere un pelo ben disposti per certe cose. Tuttavia, quando ingrana, lo fa sul serio. Lo spaesamento iniziale, per di più, è proprio funzionale al prosieguo della vicenda, proprio perché a posteriori assume spessore, quella fase di preparazione, dapprima meticolosa, si capisce che è stata sghemba dall’inizio. Proprio per questo i toni sono più foschi di quanto si possa supporre, proprio perché in fin dei conti il piano “riesce”, per così dire, al netto dei contrattempi, con una facilità disarmante; specie se si considera il materiale umano in campo.
Una visione molto amara sulla politica a tutto tondo, senza prese di posizione specifiche. Si guardi a come gli altri, quelli che con questa farsa travestita da insurrezione c’hanno a che fare per puro caso, vivono tutto sommato senza particolare sgomento lo svolgersi degli eventi, al cui dipanarsi contribuiscono attivamente – sia chiaro, non per convinzione o che so io, semplicemente perché in quella situazione non vedono altra scelta se non quella di fare ciò che viene loro detto. Una cosa del genere, in mani più maldestre, poteva finire male, da farsa diventare avanspettacolo, senza mordente, mettendo persino a disagio per quanto avrebbe potuto rivelarsi inadeguata. Invece Anons così com’è induce alla riflessione, concedendosi e concedendoci dei momenti di sano divertimento pur restando serioso per tutto il tempo. Si nota infatti che nessuno ride, neanche tra le comparse, nemmeno quando uno degli ufficiali racconta una barzelletta stupida che ha per oggetto il Martini Dry, e allora i colleghi lo osservano con la faccia di chi ti sta dicendo che non c’è proprio nulla da ridere.
[rating title=”Voto di Antonio” value=”7.5″ layout=”left”]
Anons (Turchia, 2018) di Mahmut Fazil Coşkun. Con Ali Seçkiner Alici, Tarhan Karagöz, Murat Kiliç e Şencan Güleryüz. Orizzonti.