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Venezia 2018, debutta l’embargo nei confronti dei giornalisti – sarà caos?

Ad una settimana dal via la Mostra del Cinema di Venezia chiede ai giornalisti di non pubblicare commenti prima della proiezione pubblica di ogni film.

pubblicato 22 Agosto 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 17:17

Dopo Cannes, che pochi mesi fa ha ‘costretto’ i giornalisti accreditati a guardare i film in contemporanea alla prima proiezione pubblica pur di contrastare l’immediatezza social, anche la 75esima Mostra del Cinema di Venezia ha ufficializzato un cambio di passo rispetto alle ultime edizioni. Nella giornata di oggi, come riportato dall’Hollywood Reporter, è stata diffusa una nota ufficiale che ha chiesto a tutti gli accreditati all’imminente Mostra di rispettare l’embargo ‘sino al momento dell’inizio della prima proiezione ufficiale al pubblico di ogni film’.

Questo perché Venezia, fortunatamente, non ha voluto toccare le celebri ‘anticipate stampa’, che permettono ai giornalisti di vedere un film diverse ore prima rispetto alla prima proiezione ufficiale, pubblicando recensioni e tweet con largo anticipo (consentendo inoltre alla stampa cartacea di lavorare con un minimo di decenza).

Si rende necessaria quindi una generale adesione da parte di tutti e ciascuno all’impegno all’embargo, onde garantire l’efficacia della Mostra e la qualità della sua accoglienza‘, precisa la nota, che ha ovviamente riaperto il dibattito sulle evidenti trasformazioni intervenute nel mondo della comunicazione, stravolta dai social.

Ha davvero senso parlare di embargo stampa all’interno di un festival cinematografico, e soprattutto ci si può realmente affidare alla sola fiducia nei confronti degli oltre 2000 accreditati? Cosa accadrebbe se qualcuno non dovesse rispettare questo ‘embargo’, anticipando volutamente o inavvertitamente i colleghi? Verrebbe linciato in piazza, espulso o bandito a vita? Un Festival che guarda al futuro, come spesso dichiarato da Alberto Barbera e di fatto confermato da novità come la Virtual Reality e i titoli Netflix in Concorso, può avere ‘paura’ di un tweet e/o di una stroncatura precocemente pubblicata?

Le anticipate stampa hanno storicamente consentito ai giornalisti, partner essenziali di un festival, il tempo necessario per un proficuo lavoro. I loro commenti, all’epoca della sola carta stampata, sarebbero usciti il giorno dopo e comunque dopo la prima proiezione al pubblico‘, sottolineano dalla Mostra, ma è altrettanto chiaro come ‘la tradizionale scansione dei tempi intercorrenti tra l’uscita dei commenti della stampa, e l’avvio delle proiezioni per il pubblico‘ sia mutato. Riuscire a ‘controllare’ migliaia di critici tra tweet, post Facebook, dirette Instagram, Radio e video Youtube, appare onestamente impossibile, con il rischio ‘far west’ seriamente dietro l’angolo.

Ad incidere su simile decisione, che è arrivata come un fulmine a ciel sereno ad una settimana dal via, la più che probabile presa di posizione di produttori e distributori, negli ultimi anni spesso scottati da roboanti stroncature ancor prima del red carpet ufficiale della pellicola (a farne le spese nel 2017 Mother! di Darren Aronofsky). Barbera ha ceduto, mantenendo fortunatamente le tradizionali anticipate stampa incredibilmente cestinate sulla Croisette, ma al Lido, tra 7 giorni, ne vedremo sicuramente delle belle.