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Stasera in tv: “The Program” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “The Program”, film biografico del 2015 diretto da Stephen Frears e interpretato da Ben Foster, Chris O’Dowd, Guillaume Canet, Jesse Plemons e Dustin Hoffman.

pubblicato 26 Luglio 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 18:04

 

Cast e personaggi

Ben Foster: Lance Armstrong
Chris O’Dowd: David Walsh
Guillaume Canet: Michele Ferrari
Jesse Plemons: Floyd Landis
Lee Pace: Bill Stapleton
Denis Ménochet: Johan Bruyneel
Dustin Hoffman: Bob Hamman
Edward Hogg: Frankie Andreu
Elaine Cassidy: Betsy Andreu
Laura Donnelly: Emma O’Reilly
Sam Hoare: Stephen Swart
Josh O’Connor: Rich

Doppiatori italiani

Alessandro Quarta: Lance Armstrong
Massimo Rossi: David Walsh
Stefano Benassi: Michele Ferrari
Stefano Crescentini: Floyd Landis
Pino Insegno: Johan Bruyneel
Giorgio Lopez: Bob Hamman

 

Trama e recensione

 

Il regista candidato all’Oscar Stephen Frears porta sul grande schermo il più convincente ed elettrizzante imbroglio sportivo dei nostri tempi: quello di Lance Armstrong. L’ossessione per la vittoria spinge Armstrong a mentire e a tradire la lealtà di un’intera comunità. La vita di questo campione rivela la dura verità che alcune competizioni sono impossibili da vincere…senza doping.

 

 

 

Note di regia

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L’idea per The Program è nata quando il regista Stephen Frears si è imbattuto in una recensione del libro di Hamilton che lo ha molto incuriosito: “Tyler Hamilton, che ha corso insieme Lance, ha scritto un libro chiamato The Secret Race e ho letto una recensione.” Ha quindi contattato immediatamente la Working Title, società con cui Frears aveva già girato quattro film, compreso My Beautiful Laundrette con i produttori Tim Bevan e Eric Fellner. Tim Bevan dice a tal proposito: “Stephen mi ha inviato un’email dicendomi che era davvero interessato alla storia di Lance Armstrong e che stavano uscendo diversi libri sull’argomento.”

Frears continua: “I miei due “consulenti”, il giornalista Richard Williams e lo stilista Paul Smith, mi avevano parlato di David Walsh e del suo libro e quindi ho voluto incontrarlo.” Walsh aveva scritto Seven Deadly Sins: My Pursuit of Lance Armstrong solamente l’anno precedente (2012). Nel giro di poche settimane ha incontrato Bevan e Frears. Walsh spiega: “Era la storia dei miei ultimi 15 anni. Stephen non riusciva a credere a quello che stava sentendo e ne era molto incuriosito. In quel periodo non capiva nulla di quel mondo ma aveva un grande desiderio di imparare. Sapevo che il suo entusiasmo lo avrebbe fatto lavorare bene.”

Tim Bevan puntualizza il focus del film: “Questo film è incentrato su due personaggi; uno è Lance Armstrong, il ciclista statunitense che nei primi anni novanta venne in Europa per gareggiare nelle varie competizioni europee, e in particolare il Tour de France; l’altro è il giornalista dDavid Walsh che a quei tempi era corrispondente sportivo per un giornale irlandese, poi divenuto redattore del Sunday Times. Non fu in realtà David Walsh a distruggere Lance Armstrong; fu lui stesso a determinare la sua caduta sebbene l’inchiesta di David abbia decisamente contribuito. Nel film le vicende di questi due uomini vengono rappresentate in parallelo.”

David Walsh incontrò Armstrong per la prima volta per caso, quando lo aveva scelto per un’intervista nel 1993. Da quel momento in poi, la vita professionale di Walsh si è intrecciata con quella di Armstrong, e tuttora è così. Vent’anni dopo Walsh scrisse il libro in cui raccontava la ascesa “troppobella per essere vera” di Armstrong descrivendo il mondo del ciclismo e della diffusa cultura del doping.

Dal punto di vista di Tim Bevan, si trattava di una storia eccellente per un film, come egli stesso dichiara: “Il personaggio Lance Armstrong e l’intera cultura del doping erano argomenti interessanti. E’ una storia sulla moralità ed è molto attuale. Il film funziona perché la discutibilità morale è oggigiorno un fenomeno attuale e si può applicare anche ad altri settori, come quello politico o quello del giornalismo scandalistico.”

Dopo aver scelto il libro di Walsh come base per il film, la produzione è stata incredibilmente veloce, come spiega la produttrice Tracey Seaward: “Nell’arco di un anno, nel 2013, commissionammo la sceneggiatura, selezionammo il cast e finimmo di girare prima di Natale.” Tim Bevan sottolinea che poiché la storia era in continua evoluzione, dovevamo procedere velocemente. “Mi sono reso conto che se volevamo fare questo film dovevamo farlo in fretta, perché doveva essere il primo film su Lance Armstrong e non il secondo.”

 

Curiosità

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  • Il film si basa sul libro biografico “Seven Deadly Sins: My Pursuit of Lance Armstrong” del giornalista David Walsh.
  • In un’intervista con The Guardian, l’attore Ben Foster ha ammesso che per prepararsi al ruolo ha assunto farmaci sotto controllo medico per migliorare le prestazioni.
  • Ben Foster ha ammesso che la trama emotiva del ciclista caduto in disgrazia gli ha imposto un tributo maggiore rispetto all’impegno prettamente fisico del ruolo.
  • Stephen Frears ha dichiarato in un’intervista di aver scelto Guillaume Canet per interpretare il dottore italiano Michele Ferrari, un attore francese che parla a malapena l’inglese, perché non riusciva a trovare un attore italiano che parlasse inglese.
  • Il ciclista britannico David Millar è stato consulente sportivo del film.
  • Il regista Stephen Frears ha definito il sette volte campione al Tour de France Lance Armstrong: “un uomo molto intelligente e molto stupido, un po’ eroe, per essere sopravvissuto al cancro, un po’ santo per aver raccolto tanto soldi per la ricerca sui tumori, ma anche un po’ diavolo”.
  • A ridosso dell’uscita italiana il dottor. Michele Ferrari ha cercato di bloccare l’arrivo del film nelle sale con una diffida: “Il dr. Ferrari non ha mai somministrato eritropoietina a Lance Armstrong”. Lo affermano gli avvocati del dottor Ferrari che diffidano la Videa dal distribuire nelle sale “The Program” di Stephen Frears..
  • Ben Foster descrive il film di Stephen Frears come “un atto d’accusa contro la cultura del doping” affermando che allora era una pratica consueta e che “lo usavano praticamente tutti”.

 

 

La colonna sonora

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  • Le musiche originali del film sono del compositore inglese Alex Heffes (L’ultimo re di Scozia, Escape Plan – Fuga dall’inferno, Mandela: Long Walk to Freedom).
  • La colonna sonora include brani di Ramones, Primal Scream, The Lemonheads e Black Rebel Motorcycle Club.

 

stasera-in-tv-the-program-su-rai-3-5.jpgTRACK LISTINGS:

1. Gloria – Alex Heffes
2. Surgery – Alex Heffes
3. Now We Have Learned To Fly – Alex Heffes
4. Blitzkrieg Bop – Ramones
5. The Blue Train – Alex Heffes
6. 1999 – Alex Heffes
7. Movin’ On Up – Primal Scream
8. Coffee Time – Alex Heffes
9. Mrs. Robinson – The Lemonheads
10. Downhill – Alex Heffes
11. Dissenting Voices – Alex Heffes
12. Spread Your Love – Black Rebel Motorcycle Club
13. Another Little Piece Of History – Alex Heffes
14. Corruption – Alex Heffes
15. On The Trail – Alex Heffes
16. Slander – Alex Heffes
17. The Comeback – Alex Heffes
18. The Truth – Alex Heffes
19. Everybody Knows – Leonard Cohen
20. I Just Love To Ride My Bike – Alex Heffes
21- Building A Legend – Alex Heffes