Favola di Sebastiano Mauri: Recensione in Anteprima
Filippo Timi diretto dal marito Sebastiano Mauri in Favola.
Favola, film d’apertura del 32esimo Festival MIX di Milano e nelle sale d’Italia per solo 3 giorni, il 25, 26 e 27 agosto. Una commedia surreale e irriverente sul tema dell’identità, con protagonista una donna transessuale nell’America degli anni ’50. Siamo nella provincia statunitense e Mrs Fairytale passa intere giornate sola in casa, in compagnia dell’amato cane impagliato. Salutato il marito, che la picchia sistematicamente, la donna vive un’esistenza di assoluta fantasia, al fianco dell’amica Mrs Emerald, interpretata dalla sempre più poliedrica Lucia Mascino. Esistenze borghesi e solo apparentemente felici, pronte a sgretolarsi al cospetto di segreti inconfessabili.
Un chiaro omaggio alla cinematografia di Douglas Sirk, quello firmato dalla coppia Mauri/Timi, tra colori pastello e invasioni aliene, gemelli con il vizietto e costumi abbaglianti, omicidi e ‘zete’ storpiate. Una favola solo apparente, dietro la quale si nascondono esistenze frenate, taciute, artificiali. Nulla è come sembra nel film di Sebastiano Mauri, autore di una black comedy che nel citare Sirk strizza l’occhio a Todd Haynes e al suo Lontano dal Paradiso, pennellando i tratti di questa curiosa amicizia tra donne che si tramuterà in storia d’amore poco convenzionale. Famiglie ‘non tradizionali’ in un’America anni ’50 che guarda all’Italia di oggi, perché attraverso la sua amara ironia Favola nasconde sottopelle tematiche quanto mai attuali. Dove c’è amore, c’è famiglia.
Se a teatro il Filippo Timi Show si fa semplicemente irresistibile, sul grande schermo la pièce perde ritmo nella sua reiterazione, motivando indirettamente la release cinematografica per sole 72 ore. Timi è ovunque ed è strabordante, nei voluttuosi abiti di Mrs Fairytale, con al suo fianco un’impeccabile Lucia Mascino, un Luca SantAgostino chiamato a interpretare ben 3 personaggi e una Piera Degli Esposti ciliegina sulla torta in qualità di ‘mother’, anziana signora incapace di digerire la natura di una figlia nata uomo.
Un esagerato e impossibile gioco tra realtà e illusione, quello diretto da Mauri, che rischia di arrivare appesantito alla sua conclusione, con donne dai rimandi hitchcockiani e almodovariani, tra stilemi del melò americano e suggestioni sci-fi. Girato praticamente interamente tra quattro mura, Favola ha il pregio di osare, in un’industria cinematografica che quando pensa alla commedia utilizza solitamente il copia-e-incolla. Mauri e Timi esaltano l’estetica scenografica per dar vita ad un mondo fatto di voluti eccessi, ma è chiaro che l’adattamento teatrale su grande schermo ne risenta, perché paradossalmente limitato nei tempi, che al cinema sono differenti dal palcoscenico, e nello spazio.
Quel che resta, è innegabile, è un Timi straripante, splendidamente en-travesti, folleggiante, drammatico e demenziale. Un attore a tutto tondo, qui anche autore del soggetto e co-sceneggiatore, sempre più lontano dalle sale cinematografiche perché immerso tra le quinte teatrali. Favola, di fatto, è un imperfetto ma piacevole punto d’incontro.
[rating title=”Voto di Federico” value=”6″ layout=”left”]
Favola (Commedia, Italia, 2018) di Sebastiano Mauri; con – al cinema solo il 25, 26 e 27 giugno come evento speciale distribuito da Nexo Digital.