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Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione di Gabriele Salvatores: Recensione in Anteprima

Il Ragazzo Invisibile 2 vede il cinema italiano tornare al genere cinecomic. Scimmiottando gli X-Men.

pubblicato 21 Dicembre 2017 aggiornato 27 Agosto 2020 22:23

Prima del ciclone ‘Lo Chiamavano Jeeg Robot’, il cinema italiano aveva provato la strada del cinecomic anche con Gabriele Salvatores, premio Oscar che nel natale del 2014 tentò fortuna con Il Ragazzo Invisibile. 8 milioni di euro di budget, un fumetto ad hoc e un box office fermatosi a quota 5.2 milioni di euro, deludendo le attese. Candidato comunque a 10 David (vincendo quello per gli effetti speciali), a 5 Nastri (vincendone 2) e a 8 Ciak d’Oro (portandone a casa uno), il film vinse anche l’European Film Academy Young Audience Award, giustificando di fatto la realizzazione di un capitolo 2.

Passati tre anni, Salvatores ha ritrovato il suo Ludovico Girardello, all’epoca 13enne sul set, con Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione, sequel che guarda agli X-Men Marvel senza pudore alcuno. Michele Silenzi è cresciuto, dal 2014 ad oggi, si è incupito e chiuso in se stesso, a causa di alcuni tragici avvenimenti che hanno cambiato la sua vita. Mamma Giovanna, interpretata da Valeria Golino, è morta in un incidente d’auto, mentre la ragazza dei suoi sogni ama un altro e il padre Andreij è scomparso nel nulla. Michele è solo, fino a quando non fanno irruzione nella sua quotidianità la gemella Natasha, ovviamente dotata di poteri, e la madre naturale Yelena, che credeva morta. La nuova famiglia vuole dichiarare guerra ad un milionario russo, un magnate del gas che da anni cerca di far suoi i segreti genetici degli ‘speciali’, se non fosse che la distanza tra bene e male sia davvero labile…

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Se vivessimo nei primi anni ’90 e Stan Lee non avesse mai inventato gli X-Men, Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione potrebbe persino apparire interessante. Purtroppo per Salvatores siamo però alle soglie del 2018, la saga dei mutanti ha seminato 10 film in poco meno di 20 anni e i cinecomics hanno invaso il mondo. Per questo motivo risulta onestamente incomprensibile l’operazione sceneggiata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, perché incredibilmente vecchia nella sua struttura evolutiva e nelle proprie flebili dinamiche interne. L’idea di fondo, ovvero seguire la crescita e il passaggio all’età adulta del non più piccolo Michele, supereroe con problemi reali, non è già di suo affatto innovativa, con il susseguente scontro tra ‘speciali’ e persone ‘normali’ a peggiorare un quadro che vira involontariamente verso la parodia (mai comica, purtroppo, perché tutti si prendono maledettamente sul serio). Girardello, tra le poche note davvero positive del primo capitolo, non è più quel ‘ragazzino’ genuino e spensierato che improvvisamente scopriva di avere il dono dell’invisibilità, domandandosi semplicemente ‘chi sono?’. Il suo Michele, qui costantemente e insopportabilmente corrucciato, non tiene il peso di un sedicenne costretto a confrontarsi con la morte, l’amore, l’eroismo, il proprio destino (‘da grandi poteri derivano grandi responsabilità‘). Il ragazzo non ha evidentemente le capacità e la forza per poter gestire un ruolo solo apparentemente tanto articolato, in quanto frenato da una caratterizzazione bidimensionale.

C’è un gigantesco problema recitativo, in Seconda Generazione, che riguarda quasi tutti i teenager sul set, eccezion fatta per la 20enne Galatéa Bellugi. Non c’è battuta che non risulti fasulla, artificiosa, con Ksenia Rappoport divorata dalla mediocrità generale che la circonda. Il principio secondo cui tutti i personaggi dotati di superpoteri debbano essere buoni lottando per la salvezza del mondo è stato da decenni smontato (Magneto), eppure Salvatores e i suoi tre sceneggiatori si illudono di aver trovato il Gronchi Rosa, alimentando una storia che nella seconda parte si fa action, introducendo speciali come Roccia (forza sovrumana), Cinetica (in grado di spostare oggetti con il pensiero), Morfeo (capace di addormentarti con uno sguardo), Libellula (in grado di volare), ed Elastica (allunga i propri arti).

Tutti insieme appassionatamente contro un villain colpevole di aver praticato loro una vera e propria tortura, uccidendo ‘speciali’ per carpire i loro segreti genetici. Il dolore e la sete di rivalsa possono cambiare qualsiasi essere umano, con Seconda Generazione che prende la strada della vendetta in scala minore, tanto da ruotare attorno ad un’inevitabile conflitto finale che risparmierebbe la vita ad un centinaio di persone in piazza. Tanto rumore per (quasi) nulla. Addirittura 19 i mesi di lavorazione sugli effetti speciali, supervisionati da Victor Perez (all’opera su Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno, Rogue One e Harry Potter – I Doni della Morte), con oltre 21 minuti di immagini generate dal computer. Un lavoro sicuramente interessante, quello legato alla CG, reso di fatto inutile da un’operazione presuntuosa, nel voler diventare immaginario filmico di una generazione e nella sua errata convinzione di essere innovativa anche se incredibilmente datata.

[rating title=”Voto di Federico” value=”3″ layout=”left”]

Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione (Ita, comics, 2018) di Gabriele Salvatores; con Ludovico Girardello, Ksenia Rappoport, Galatéa Bellugi, Ivan Franek, Dario Cantarelli, Emilio De Marchi, Katia Miranova, Mikolai Chroboczek, Matej Martinak, Kristof Konrad, Noa Zatta, Assil Kandil, Filippo Valese, Valeria Golino, Enea Barozzi, Riccardo Gasparini – uscita giovedì 4 gennaio 2018.