Home Festa del Cinema di Roma Roma 2017, Detroit di Kathryn Bigelow: Recensione in Anteprima

Roma 2017, Detroit di Kathryn Bigelow: Recensione in Anteprima

4 giorni di guerriglia urbana. Gli scontri razziali che devastarono Detroit nel 1967 sono diventati lungometraggio grazie al premio Oscar Kathryn Bigelow.

pubblicato 27 Ottobre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 00:34

5 anni dopo Zero Dark Thirty e 8 anni dopo lo storico premio Oscar come miglior regista per The Hurt Locker, Kathryn Bigelow torna al cinema con il suo decimo film in 35 anni di carriera, Detroit, chiamato a riportare in vita le sanguinose rivolte che sconvolsero la 5° città d’America nel lontano 1967.

Mezzo secolo dopo quegli accadimenti, che videro tre afroamericani brutalmente massacrati e uccisi dalle forze di polizia, la Bigelow e Mark Boal, premio Oscar grazie allo script di The Hurt Locker, hanno provato a ricostruire un terrificante fatto di cronaca raccogliendo articoli di giornale e testimonianze, inevitabilmente romanzate per arrivare ad una rappresentazione che fosse il più vicina alla realtà.

In 4 giorni appena, dal 23 al 27 luglio del 1967, e a causa di un apparentemente normale intervento della polizia in un bar privo di licenza, Detroit venne messa a ferro e fuoco, con uno spaventoso bilancio finale di 43 morti, 1.189 feriti, più di 7.200 arresti e oltre 2.000 edifici distrutti. La Bigelow, prima ed unica donna ad aver vinto un Oscar come regista, ricostruisce con forza e in modo efficace i primi giorni di guerriglia urbana, mostrando una Detroit devastata, neanche fosse stata bombardata, sovrastata dal fumo degli incendi dolosi, saccheggiata dagli sciacalli e guardata a vista dall’esercito e dalla guardia nazionale, inviati in fretta e furia dal Governo centrale. Causa degli incidenti, ovviamente, gli scontri razziali che in quegli anni travolsero l’America tutta. Da una parte gli afroamericani, stipati in quartieri-ghetto, dall’altra i violenti agenti, che approfittavano del proprio potere per seminare abusi su abusi.

Digeriti i colori di un inatteso prologo animato Detroit assume immediatamente contorni più cupi, perché la Bigelow non perde tempo nel far immediatamente calare lo spettatore nella ribellione urbana. Macchina in spalla e montaggio frenetico, Kathryn non dà un attimo di tregua a chi osserva, catapultandolo letteralmente in una Detroit sull’orlo della rivoluzione civile.

Suddiviso in tre atti, il film si sposta poi all’interno del Motel Algiers, luogo in cui un branco di folli razzisti in divisa diede vita ad un’autentica carneficina, torturando i presenti a causa di alcuni spari provenienti dalle stanze ai piani superiori. In cerca di un’arma che nessuno trovò mai, gli agenti uccisero tre ragazzi e segnarono la vita dei superstiti, finendo a processo. Ed è qui, in un’aula di tribunale, che la terza parte prende forma, in sella ad un’evidente ingiustizia figlia di quei tempi ancora schifosamente intolleranti.

Straordinariamente attenta ai dettagli, tanto da sbalordire per la precisa ricostruzione scenografica, la Bigelow dipinge senza mezze misure e con chiari clichè i ‘cattivi’ di turno, capitanati dal diabolico volto di quel Will Poulter che sarebbe dovuto diventare Pennywise, regalandosi una parte centrale quasi in tempo reale, tra giochi della morte, torture fisiche e psicologiche e omicidi mascherati.

Quei pochi giorni di tumulti scossero l’America tutta, nuovamente messa di fronte al proprio incrollabile razzismo, lasciando indelebili segni sulla pelle di chi ebbe la sfortuna di viverli in prima persona. Per lunghi tratti enfatico, ma di fatto venuto al mondo al termine di lunghe e dettagliate ricerche, Detroit paga lo scotto di una rappresentazione talmente brutale e dinamica da risultare emotivamente fredda, mentre i tumulti, figli di un’esasperazione causata dall’incessante odio, divampano così rapidamente da perdersi per strada motivazioni e origini.

Imperfetto ma incessante, Detroit pennella i lineamenti di un’America solo apparentemente distante, ancora oggi segnata dalla violenza e dall’intolleranza, ricordando a noi tutti orrori del passato evidentemente dimenticati, perché spesso arrivati ad un niente dal loro folle ripetersi.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”6″ layout=”left”]

Detroit (Usa, drammatico, 2017) di Kathryn Bigelow; con Will Poulter, Hannah Murray, Jack Reynor, John Boyega, Anthony Mackie, Ben O’Toole, John Krasinski, Kaitlyn Dever, Jason Mitchell, Jacob Latimore, Jeremy Strong, Tyler James Williams – uscita giovedì 23 novembre 2017.

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