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Stasera in tv: “Il racconto dei racconti” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “Il racconto dei racconti – Tale of Tales”, film fanstastico a episodi del 2015 diretto da Matteo Garrone e interpretato da Salma Hayek, Vincent Cassel, John C. Reilly, Toby Jones e Alba Rohrwacher.

pubblicato 13 Ottobre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 01:03

 

Cast e personaggi

Salma Hayek: Regina di Selvascura
John C. Reilly: Re di Selvascura
Vincent Cassel: Re di Roccaforte
Toby Jones: re di Altomonte
Shirley Henderson: Imma
Hayley Carmichael: Dora
Bebe Cave: Viola
Stacy Martin: Dora ringiovanita
Christian Lees: Elias
Jonah Lees: Jonah
Guillame Delaunay: orco
Alba Rohrwacher: circense
Massimo Ceccherini: circense
John C. Reilly: re di Selvascura

Doppiatori italiani

Irene Di Valmo: regina di Selvascura
Pierfrancesco Favino: re di Roccaforte
Luca Dal Fabbro: re di Altomonte
Aurora Cancian: Imma
Vittoria Febbi: Dora
Valentina Favazza: Viola
Letizia Ciampa: Dora ringiovanita
Gabriele Patriarca: Elias e Jonah
Mauro Magliozzi: orco
Franco Mannella: re di Selvascura

 

Trama e recensione

C’era una volta un regno… anzi tre regni vicini e senza tempo, dove vivevano, nei loro castelli, re e regine, principi e principesse. Un re libertino e dissoluto. Una principessa data in sposa ad un orribile orco. Una regina ossessionata dal desiderio di un figlio. Accanto a loro maghi, streghe e terribili mostri, saltimbanchi, cortigiani e vecchie lavandaie sono gli eroi di questa libera interpretazione delle celebri fiabe di Giambattista Basile.

La Regina di Selvascura è disperata perché non riesce ad avere un figlio, e a nulla valgono i tentativi del Re di distrarla, invitando a corte artisti di strada e circensi. Una notte, un negromante suggerisce loro una soluzione assai rischiosa: mangiando il cuore di un drago marino, cucinato da una vergine, finalmente la Regina resterà incinta. Il Re riesce nell’impresa di uccidere il drago, ma a costo della vita: la Regina, però, può mettere in pratica quanto consigliato dal mago, e dà così alla luce il figlio tanto desiderato, Elias. Negli stessi istanti, anche un altro bambino viene al mondo: è Jonah, il figlio della sguattera che ha cucinato per la regina il cuore del drago, rimasta incinta aspirando i vapori dalla pentola…Elias e Jonah crescono, identici come gemelli, uniti da un affetto profondissimo: un legame che la regina cerca in ogni modo di spezzare, gelosa dell’amicizia che il proprio figlio nutre per quel “bastardo”…Sempre alla ricerca di nuovi piaceri, il Re di Roccaforte ode una voce deliziosa provenire da una misera casetta sotto le mura del castello e, immaginando non possa appartenere che a una bellissima giovane, subito si invaghisce: invoca la fanciulla, le chiede invano di mostrarsi, le invia un regalo prezioso, convinto di ottenere presto i suoi favori. Non sa, il Re, che in quella casa non vive una giovane donna, ma due vecchie sorelle, due lavandaie: Imma, ingenua e dalla voce virginale, e la scaltra Dora, che vorrebbe approfittare dell’infatuazione del sovrano. Ma in che modo? Un giorno il Re di Altomonte cattura una pulce e ne fa in segreto il proprio animale domestico: ci gioca, le parla, la vede crescere a dismisura, nutrita a sangue e bistecche fino a raggiungere le dimensioni di un maiale. Alla morte dell’enorme insetto, il Re, addolorato, lo fa scuoiare. Ha un’idea: concederà la mano di sua figlia Viola, che scalpita per lasciare il castello, a chi saprà riconoscere a quale animale appartenga quella pelle. Pensa, il sovrano, che nessuno riuscirà nell’impresa, e che in questo modo la figlia resterà per sempre al suo fianco: i pretendenti, infatti, falliscono tutti, uno dopo l’altro. Finché non si fa avanti un Orco che, con il suo fiuto infallibile, indovina che si tratta di una pelle di pulce. Terrorizzata, la giovane chiede al padre di salvarla, ma l’editto del Re non ammette deroghe: Viola sarà costretta a partire con il mostro…

 

 

Curiosità

  • La pellicola è l’adattamento cinematografico della raccolta di fiabe “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile, pubblicata postuma tra il 1634 ed il 1636.
  • Il film è la priama produzione in inglese per il regista Matteo Garrone (Gomorra, Reality).
  • Le riprese del film si sono svolte interamente in Italia: in Abruzzo (nel castello di Roccascalegna), nel Lazio (a Palazzo Chigi di Ariccia, Castello Caetani a Sermoneta e Acquapendente), Napoli (tra cui il Palazzo Reale, parco e reggia di Capodimonte), Puglia (a Castel del Monte, nel Castello normanno-svevo di Gioia del Colle, a Mottola e a Statte), Sicilia (nel Castello di Donnafugata e nelle Gole dell’Alcantara), Toscana (alle Vie Cave, nel Castello di Sammezzano e nel Palazzo Vecchio).
  • Il film ha vinto 1 Globo d’oro (Miglior sceneggiatura), 3 Nastri d’argento (Migliore scenografia, costumi e sonoro in presa diretta) e 7 David di Donatello (Miglior regista, autore della fotografia, scenografia, costumi, trucco, acconciatore, effetti speciali).
  • La scena con il re di Selvascura che combatte con il drago acquatico doveva essere più dinamica, ma Matteo Garrone ha dovuto ricorrere a qualche espediente di ripresa perché il drago stesso (un vero drago realizzato con effetti pratici e non CG) si è guastato mentre veniva mostrato al figlio di Garrone e ai suoi compagni di classe durante una pausa delle riprese.
  • Quando Viola prende la chitarra e canta una canzone, i suoi vestiti, i capelli, la chitarra e l’aspetto generale della scena ricreano molto da vicino un famoso dipinto di Jan Vermeer (“La Suonatrice di chitarra”).
  • Il regista Matteo Garrone spiega la scelta di adattare i racconti di Basile: “Ho scelto di avvicinarmi al mondo di Basile perché nelle sue fiabe ho ritrovato quella commistione fra reale e fantastico che ha sempre caratterizzato la mia ricerca artistica. Le storie raccontate nel Cunto de li cunti passano in rassegna tutti gli opposti della vita: l’ordinario e lo straordinario, il magico e il quotidiano, il regale e lo scurrile, il semplice e l’artefatto, il sublime e il sozzo, il terribile e il soave, brandelli di mitologia e torrenti di saggezza popolare. Le fiabe raccontano i sentimenti umani spinti all’estremo.
  • Le musiche originali del film sono del compositore Alexandre Desplat, vincitore del Premio Oscar nel 2015 con Grand Budapest Hotel (e candidato altre sette volte). Il Racconto dei Racconti segna la sua seconda collaborazione con Matteo Garrone dopo Reality.
  • La colonna sonora include i brani “Se l’aura spira” di Girolamo Frescobladi e “Pavane e Gaglliarda La Ferrarese” eseguita dall’Accademia del Ricercare.

 

 

Lo cunto de li cunti / Il racconto dei racconti

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Lo Cunto de li Cunti è una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile (Napoli, 1575-1632), pubblicata postuma tra il 1634 e il 1636. L’opera anche nota con il titolo Pentamerone, è la più antica d’Europa nel suo genere: dal capolavoro di Basile provengono infatti fiabe famosissime come Cenerentola, Il gatto con gli stivali e La bella addormentata nel bosco, e, in genere, il gusto del racconto fantastico, con risvolti ora comici ora sentimentali, con frequenti incursioni nell’horror, che è stato in seguito illustrato da scrittori come Charles Perrault, i fratelli Grimm e Hans Christian Andersen. Streghe e orchi, re e principesse, draghi e animali fatati hanno però in questi racconti un aspetto estremamente realistico e sono fatti agire da Basile in un mondo popolare, ricco e straccione insieme, molto fisico e sanguigno: l’ambientazione delle fiabe è dunque quella della vita quotidiana di uomini e donne in carne e ossa, dentro cui un bel giorno piomba inaspettato l’elemento straordinario, la magia, il mostruoso, il miracolo. Da questa raccolta sono state scelte tre fiabe. Invece che i soliti eroi senza macchia e senza paura, le tre storie hanno come protagoniste tre donne, colte in tre fasi della vita: una ragazzina sognatrice, una madre viscerale e gelosa, una vecchia ingenua. Tutte e tre dovranno attraversare prove difficili, da cui usciranno drammaticamente trasformate. Nel film le storie sono intrecciate: a legarle, come in un passaggio di testimone, una famiglia circense che ritroviamo in tutte e tre i racconti, mentre gira col suo carrozzone di villaggio in villaggio e di castello in castello.