Giffoni 2017, i film vincitori
I film vincitori della 47esima edizione del Giffoni Film Festival.
Si chiude con la Masterclass di Gabriele Muccino l’edizione numero 47 del Giffoni Film Festival, che ha visto un ricco parterre di ospiti nazionali e internazionali: Amy Adams, Nick Robinson, Kit Harington, Bryan Cranston e Julianne Moore hanno impreziosito un programma che ha visto ‘intrecciarsi’ tra gli spazi della Cittadella del Cinema il Premio Oscar Gabriele Salvatores, i The Jackal, Alessandro D’Alatri, Claudio Amendola, Margherita Buy, Giovanni Veronesi, Cristiana Capotondi, Ambra Angiolini, Carolina Crescentini, il trio Arisa, Ruffini, Giusti, Marco Giallini, Laura Esquivel, Favij fino a Michele Bravi.
Ma è tempo di vincitori. Partiamo dai Lungometraggi.
Giffoni 2017 | Vincitori lungometraggi
Dal coraggio di lottare contro la malattia alla complessità dei primi amori, dall’elaborazione del lutto all’ostinazione e la voglia di realizzare un sogno, affermando il proprio “io” nel passaggio dall’infanzia all’età adulta: sono questi i temi dei lungometraggi che hanno conquistato il Gryphon Award nella 47esima edizione del Giffoni Film Festival, tutti proiettati in anteprima assoluta nazionale e votati dai 4.600 giurati, provenienti da 52 paesi del mondo, suddivisi per fasce di età.
Elements+6: Master Spy (Olanda, 2016 – distribuito da Incredible Film) di Pieter Van Rijn: la storia, tra magia e azione, è quella di Tim, 10 anni, che viene catapultato in un mondo di missioni speciali e crimini da risolvere insieme a Simon, una spia ibernata ‘proveniente’ dal 1973.
Elements+10: Room 213 (Svezia, 2017 – distribuito da Media Luna New Films) di Emelie Lindblom, il film racconta il mistero della stanza 213 nel quale sembra aleggiare un misterioso spirito.
Generator+13: The Bachelors di Kurt Voelker (USA – 2017 – distribuito da Fortitude Int’l) con il Premio Oscar J.K. Simmons (miglior attore non protagonista per “Whiplash”, film vincitore di 3 statuette nel 2015). Alla base della storia c’è l’elaborazione del lutto, vista da esperienze e punti di vista differenti. Nel cast anche Josh Wiggins e Julie Delpy. Vittoria attesa.
Generator +16: Do it right di Chad Chenouga (Francia2017 – distribuito da Films Distribution), che aveva ottenuto la standing ovation in sala; la storia è quella del sedicenne Nassim che viene affidato ad una casa famiglia alla morte della madre e, per non essere accomunato ai “casi sociali”, si inventa un’altra vita.
Generator+18: Garden Lane di Olof Spaak (Svezia, 2017); nel film viene mostrato l’incontro tra Eric e Elen che, dopo aver vissuto insieme da bambini con i loro genitori tossicodipendenti, si ritrovano da adulti ad affrontare un passato condiviso.
Gex Doc: Everyday Heroes” di Anne-Dauphine Julliand (Francia, 2016 – distribuito da TF1 Studio), incentrato sulla lotta alla malattia di bambini coraggiosi.
Di seguito le Menzioni speciali:
il Premio Cinecircoli Giovanili Socioculturali – “Percorsi Creativi 2017” a Walking out di Alex & Andrew Smith (Usa) “perché il film tratta, evitando semplificazioni convenzionali, il tema del difficile recupero del rapporto padre/figlio, messo in crisi dalla distanza non solo geografica tra i due”;
il Grifone di Alluminio – Premio Cial (Consorzio Imballaggio Alluminio) per l’ambiente, invece, va al film Lane 1974 di SJ Chiro (Usa) della sezione Generator +16 “per l’approccio senza filtri che la regista ha adoperato per evidenziare il rapporto fra un territorio conosciuto a pochi giovani, costretti a vivere in spazi che sembrano aperti e liberi ma che in realtà si dimostrano castranti e pieni di contraddizioni, in una natura che li rende outsider rispetto ai loro coetanei”;
l’Amnesty International Award assegnato ad uno dei documentari della sezione Gex Doc, They call us monsters, di Ben Lear (USA) “per aver affrontato il tema della possibile reintegrazione di alcuni ragazzi nella società, inficiata dalla legge 260 che consente allo stato di processarli come adulti”.
Giffoni 2017 | I cortometraggi vincitori
Elements +3: TWO TRAMS di Svetlana Andrianova (Russia, 2016): Klick e Tram, due tram di città, accompagnano gli spettatori nelle loro grandi e rocambolesche avventure.
Elements +6: LITTERBUGS di Peter Stanley-Ward (UK), in cui, aiutata da alcune creature meccaniche volanti che ha costruito, una giovane inventrice e un piccolo supereroe combattono contro un gruppo di ragazzine prepotenti e scoprono un’inaspettata amicizia.
Elements +10: JUST GO! di Pavels Gumennikovs (Lettonia, 2017). Il corto è ispirato all’incredibile storia vera di Just (24 anni) che ha perso entrambe le gambe da bambino. Il ragazzo grazie ad un nuovo amore metterà alla prova i suoi limiti superando ogni aspettativa e difficoltà.
Generator+18 (animation): CONFINO di Nico Bonomolo (Italia), in cui nella Sicilia del periodo fascista, un artista di ombre cinesi, dopo avere deriso Mussolini durante uno spettacolo, viene confinato in un’isola su cui sorge un faro. Un evento fortuito lo riscatterà dalla solitudine e dalla prigionia attraverso la sua arte.
Generator + 18 (fiction): MARE NOSTRUM di Rana Kazkaz, Anas Khalaf (Francia), in cui, sulle rive del Mar Mediterraneo, un padre siriano prende una decisione rischiosa che metterà in pericolo la vita di sua figlia.
Parental Control “Destinazione Italia”: LETTERE A MIA FIGLIA di Giuseppe Alessio Nuzzo (Italia, 2016); è sera, un uomo è seduto alla scrivania intento a scrivere a sua figlia Michela. L’inchiostro scorre sulle pagine bianche, il tempo scivola veloce, come se quella lettera fosse stata scritta per mesi, anni. L’anziano dagli occhi lucidi e stanchi scrive di essere stato abbandonato da tutti, ma soprattutto da lei.
Due le menzioni speciali per gli short film: il Premio Rai Cinema Channel Giffoni 2017 al corto ROCKY di Daniele Pini (Italia, 2017) in concorso nella sezione Elements +10, mentre l’Amnesty International Award è stato assegnato al corto d’animazione CONFINO di Nico Bonomolo (Italia, 2016) rivolto ai Generator +18, per la capacità di raccontare attraverso una storia del passato una realtà quanto mai attuale. La negazione della libertà d’espressione da parte delle autorità rappresenta una grave violazione dei diritti umani ma è soltanto grazie al poter esprimere liberamente il proprio pensiero che una società civile può essere definita tale, poiché essa si sviluppa e cresce attraverso il confronto e il rispetto delle diverse opinioni di tutti.